La pergamena distrutta. Virginia Mulazzi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Virginia Mulazzi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066073343
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nata in seno all'opulenza, era davvero degna di compassione! Sua madre era morta nel darle la luce; ed ella, al pari di donna Maria, aveva passato l'adolescenza in un monastero, ove le religiose cogli scrupoli, le continue pratiche di pietà, i sermoni;—le compagne colle immagini fallaci del mondo, col fantasticare in regioni sconosciute—avevano sviluppato nelle due sorelle gl'istinti diversi: così donna Rosalia, per natura sensibile e generosa, era divenuta appassionata ed insieme molto pia, fanatica quasi;—e donna Maria, d'indole perversa ed egoista—scettica, falsa, avendo ella presto volto il suo naturale ingegno, il brio, la perspicacia all'intrigo ed al male.

      Ritornate nella casa paterna dopo qualche anno, quelle due ragazze erano state abbandonate a sè stesse ed alle influenze non sempre buone delle governanti e delle cameriste.

      L'abitudine del vecchio duca di ricevere società numerosa, onde certo soffocare colle distrazioni i rimorsi; l'egoismo, l'indifferenza di don Francesco, il quale non si era mai dato alcun pensiero delle sue giovani sorelle,—avevano compita l'opera funesta di quella educazione viziata.

      Ed ecco perchè, mentre donna Maria si occupava a sorvegliare la cognata, che ella odiava senza motivo; a condurre di pari passo gli amori col giovine cavaliere, ch'ella aveva da poco rapito a donna Rosalia; questa non sapeva far altro che piangere e pregare.

      Così anche quella sera ella andava mormorando lagrimosa:

      Ah! egli è là fra quelle mura, ed ella pure! Gli è di me più vicina! Sarà dunque vero, gran Dio, che è dessa ch'egli ama ora?… Eppure vi fu un tempo in cui i suoi occhi cercavano i miei, e che di rado mi lasciavano!… Ma allora ella non era là; non la conosceva; non l'aveva veduta mai!… Ah, perchè è tanto bella? Forse in questo istante il principe le parla, le dice d'amarla!… Perchè non sono io rimasta a Catania? Gli osserverei almeno!… Preferirei la collera di don Francesco all'idea che, mentre io sono qui, essi sono insieme…. Insieme!… Ah, questa sola parola mi uccide!… Se venisse il giorno fatale che gli unisse per sempre, sento che non potrei più vivere… Cielo! perdona!

      E donna Rosalia allontanò colla mano i suoi abbondanti capegli neri, che le cadevano sulla fronte.

      Indi con un movimento di disperazione:

      Oimè! disse amaramente tra sè; a che mi varrebbe esser presso di loro, sorvegliarli?… Se ei non mi ama più!… Non farei che venir riguardata come un testimonio importuno… All'indifferenza che il principe comincia, lo temo, a provare per me, si aggiungerebbero la noja, il tedio…. Me infelice!… Eppure, se il cielo mi ajutasse, potrei forse venir preferita ancora; perchè infine io non sono certa; dubito soltanto…. Gran Dio, perdonate a mio padre la sua colpa, ed abbiate anche pietà di me!… E se mi confidassi a donna Livia?… Ella forse potrebbe…. Ma no!… ma no!…

      La giovinetta appoggiò il capo ad una mano, e di lì a qualche tempo:

      Ah! perchè donna Maria non è ella rimasta ancora a Palermo?… Quale stella a me fatale decise sì presto il suo ritorno?… Se almeno tardava un anno, qualche mese, avrei forse già sposato il principe; ed invece!… Ella venne ad attraversarmi la via della felicità…. Poteva maritarsi in casa di quella nostra parente; essere contenta; ma lungi di qui!…

      Donna Livia starà ora persuadendo il cavaliere: ei non le negherà certamente quanto ella gli chiederà…. È sì buono il mio padrino!… Se riescissi presto a veder restituire ai nostri parenti spogliati quanto è loro dovuto, mi sembra che, oltre la soddisfazione che ciò mi cagionerebbe, ne trarrei anche un lieto presagio pel mio avvenire…

      Il rumore lontano di un cavallo che sembrava venire verso il castello, interruppe le riflessioni di donna Rosalia. Ella si scosse, e cercò collo sguardo di penetrare attraverso l'oscurità che avvolgeva la campagna; ma nulla distinse.

      Ed intanto quel rumore andava avvicinandosi sempre più… Ella attendeva con un'agitazione piena di ansietà…. Ah! pensava, se fosse il principe che, sapendomi a questo castello, venisse qui per vedermi nascostamente, parlarmi lungi da donna Maria, rassicurarmi!…

      E se la notte non lo avesse vietato, si sarebbe potuto vedere un vivissimo rossore animare le sue guance abitualmente scolorite.

      Ma era illusione la sua, e durò poco.

      Quel rumore, che tanto l'aveva scossa, era già cessato.

      Certamente qualche cavaliere era passato nelle vicinanze, poi sì era allontanalo.

      Donna Rosalia sospirando rinchiuse allora la finestra ed andò a sedere dinanzi al camino.

      Intanto un cavaliere grande, coperto da un ampio mantello, sotto al quale scorgevasi appena la spada, si avanzava a piedi, leggermente, verso il castello, per una stradicciuola remota che metteva alla porta rustica del fabbricato.

      Era il duca.

      Un servo, che certo lo aspettava da qualche tempo, gli mosse incontro.

       Non parlò, ed attese.

      —Conducimi all'istante nel luogo ove sai, mormorò don Francesco.

      Il servo obbedì.

      Entrambi, colla rapidità ed il silenzio di due fantasmi, entrarono per una porticina nel castello.

      —Hai ben preso ogni precauzione, perchè nessuno possa sospettare la mia presenza? domandò il duca.

      —Sì, Eccellenza.

      —Bene.

      E disparvero per un lungo e deserto corridojo.

       Indice

      Dopo aver lasciato donna Rosalia, la duchessa si era recata in una sala terrena, la più piccola di tutte, ove abitualmente soleva trattenersi quando era al castello.

      Quasi all'istante il cavaliere di Malta fu introdotto.

      Allora donna Livia gli accennò di chiudere la porta; indi:

      —Sedete, conte, gli disse: devo pregarvi di una grazia.

      —Comandate, rispose egli commosso. Sapete che io sono interamente ai vostri ordini. Ah, vorrei mi chiedeste molto, onde potervi testimoniare la mia assoluta devozione!

      Queste parole furono pronunciate in un modo che non lasciava dubbio alcuno sulla loro sincerità.

      —E molto vi chiederò infatti, riprese con calma la duchessa.

       Ascoltatemi.

      Il cavaliere di Malta attendeva in silenzio.

      —È del segreto rivelato dal vecchio duca che io intendo parlarvi, continuò donna Livia. Voi certamente lo avrete immaginato.

      Il conte fece un cenno affermativo, ma non l'interruppe.

      —Perciò, proseguì ella, ho voluto vedervi oggi in questo castello. Io ho concepito un progetto, e col vostro mezzo spero poterlo realizzare. Ora ve lo comunicherò. Sulle prime ero decisa ad oppormi risolutamente a don Francesco, come avevo cominciato a fare; ma poi cangiai avviso. Compresi che egli vuole ottenere assolutamente il silenzio di tutti su quel disgraziato affare, con ogni mezzo; mezzi estremi forse, a cui io devo evitare che egli ricorra. Non crediate però, conte, che io acconsenta a vedere in pace il cavaliere dell'Isola ingiustamente spogliato: quando penso che mio marito può accogliere tale idea, mi sento fremere; ma ei non la manderà ad effetto sinchè avrò vita.

      Ella si arrestò un istante; indi:

      —Ho riflettuto: ho pensato che forse don Francesco ritiene in buona fede di non essere colpevole operando in tal modo, facendo quanto infine fece suo padre per tanti anni…. Egli non ha certamente afferrato il vero concetto di…. Insomma la cosa non gli appare forse come a voi, conte, come a me…. sotto la sua vera luce….

      —Voi lo scusate!…

      —Lo devo: poi, comprendete, desidero anche