Politica estera: memorie e documenti. Francesco Crispi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Francesco Crispi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066088132
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       In verità, al Ministero della Guerra si fu poco rispettosi degli elementi che venivano dalla rivoluzione, mentre si usarono tutti i riguardi a coloro che fino al 1860 furono nemici nostri. Che ti pare di Pianell, il quale comanda Verona, alle porte d'Italia, a pochi passi dal Tirolo? Ed aggiungi, che è una fortezza, cotesta, che avrebbe dovuto esser distrutta, e che gli austriaci ambiscono, che riprenderebbero alla prima occasione, e che facilmente muterebbero a nostra offesa. In Germania mi dicevano che non si è voluto atterrarla per non dispiacere al Pianell.

      Comunque sia, coteste son cose che accomoderemo.

      Cialdini se ne persuaderà ed io metterò tutta l'opera mia, perchè egli non proceda ad un atto che sarebbe interpretato a nostro danno.

      Io non poteva nascondere a di Launay ch'ero stato con Bismarck. Siccome ti telegrafai, tenni a lui solamente segrete le trattative per l'alleanza contro la Francia. Egli però mi portò sempre a leggere le lettere ed i telegrammi, prima che fossero spediti. E voglio credere che tu li abbia letti tutti.

      Bisogna assolutamente andare a Vienna e vedere Andrássy. Colà il partito militare è deciso, appena glie se ne offrirà l'occasione, di occupare la Bosnia.

      Il Governo germanico non si oppone, ma non ha dichiarato che lo permetta. Anche qui non erano contrarii, a quanto me ne dice Menabrea, ma quando seppero che noi non potevamo permetterlo senza compenso territoriale alle Alpi, finirono per darci ragione.

      In tale stato di cose un linguaggio franco e risoluto, una dichiarazione che li assicuri del nostro consenso e del nostro aiuto a condizioni nettamente determinate, ci dovrà giovare, e non potrà nuocere.

      Io mi sento la potenza di farlo cotesto discorso e se tu consenti prenderò la via di Vienna. Se pensi altrimenti farò subito ritorno in Italia. Su questo attendo un tuo cenno col telegrafo, all'arrivo della presente.

      Disraeli è malato. Derby è a Liverpool ed attendo un suo avviso per sapere il giorno in cui ci potremo vedere. Farò a lui le osservazioni opportune sull'argomento di cui più innanzi ti ho intrattenuto, e non dubito della favorevole di lui risposta. Mi verrà agevole discorrere di tutto ciò, dopo che so ch'egli è ben disposto.

       La stampa inglese non ci è stata amica, e ne siete colpa un po' voi, perchè non l'avete curata e l'avete lasciata in balìa dei moderati. Ed in questo paese i giornali sono potentissimi, e bisogna saperne far conto. E vedi in proposito di ciò qualche cosa che mi riguarda. Ieri il Times pubblicò un telegramma del suo corrispondente romano, nel quale si dice che il mondo officiale e diplomatico di costà è male impressionato dei miei discorsi in Berlino e del mio telegramma all'imperatore Guglielmo. Cotesto è un eco di alcune parole dell'Opinione del 29, che i vostri giornali lasciarono passare.

      I miei discorsi a Berlino furono costituzionalissimi e corretti. Nelle alte sfere ne furono contentissimi e me n'espressero la loro approvazione.

      Del mio telegramma all'Imperatore ne parlai al ministro Bülow ed al barone Holstein, e non solo nulla mi osservarono sulla forma, ma si compiacquero che io abbia fatto risalire all'Imperatore il merito delle dimostrazioni fatte a me ed all'Italia dalla rappresentanza del popolo tedesco.

      Ed aggiungi che questa volta anche l'etichetta di Corte fu messa da parte. Appena la Principessa Imperiale mi seppe a Berlino, mandò persona sua per manifestarmi il desiderio di una mia visita. E siccome l'Imperatore ed il Principe erano al campo delle manovre, essa tenne per me un pranzo alla residenza di Potsdam. A me personalmente tutto ciò poco importa, ma io ne son lieto pel mio paese e pel mio partito.

      Farò al Foreign Office le tue dichiarazioni, e vedrò anche d'interessarne Menabrea, perchè possa anche lui togliere la cattiva impressione prodotta per l'affare dei passaporti. Non trascurerò cotesto argomento quando vedrò il conte Derby.

      Avrai le notizie che mi chiedi sulle elezioni generali di Francia. E saprai il mio itinerario appena mi avrai telegrafato alla ricezione di questa mia.

      Godo che lo stato delle finanze sia buono. Con la buona finanza potremo fare delle grandi cose. Pel resto, lascia a me la cura. Alla Camera tutto procederà in regola.

      Ed ora lascia che ti stringa cordialmente la mano.

      L'aff.mo tuo F. Crispi.»

      

      4 ottobre. — Visita a Woolwich.

      Telegrafo a Depretis: «Derby verrà domattina dalla campagna apposta per ricevermi. Sabato vedrò Gladstone. Domenica partirò pel Continente. Alla City ritengono sicuro il successo del partito repubblicano nelle elezioni generali francesi; all'Ambasciata francese non lo contrastano, ma credono che Mac-Mahon guadagnerà voti e governerà col Centro Sinistro».

Autografo riprodotto fotograficamente: lettera di Gladstone a Crispi.

      Immagine ingrandita.

      Autografo riprodotto fotograficamente: lettera di Gladstone a Crispi.

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      Howarden Castle

       Chester

       Oct 2. 77.

      Dear Sir

      I am truly sorry that a short visit paid by me to London last week should have failed by a day or two to coincide with your stay there.

      Sir James Lacaita assures me that you might not be indisposed to take the trouble of visiting me here.

      This I could hardly have been bold enough to ask; but if he is right I shall deem it an honour and pleasure to see you on any day this week. Our stations are Chester 7 miles off, Brompton Hall & Queensferry each 2 ½ but with fewer opportunities. We dine at 8. You would I hope be able to stay at least for a night or two if you cannot be more liberal,

      I remain dear Sir,

       with high consideration

       Faithfully yours

       W Gladstone

      S. E.

       Il Cavaliere Crispi

      I regret to have no company to offer you beyond members of my own family during this week.

      5 ottobre. — All'una colloquio con lord Derby. Il mio viaggio in Germania — Convenzione per la reciprocità dei diritti civili — Mutue simpatie — Francia e Germania: mutua diffidenza. Mi chiede l'opinione di Bismarck: dico che non farà la guerra se non trascinatovi — La Francia: alleati — Statu-quo territoriale — Mutamenti nell'Oriente: appello alla giustizia delle Potenze. Derby: «prendete l'Albania». — Nostra condizione rispetto all'Austria, potenza finitima.

      Telegrafo al re: «J'ai été avec le ministre des affaires étrangères. Il a trouvé justes nos observations contre la occupation de la part de l'Autriche d'une province ottomane et le cas échéant il en tiendra compte. Il n'a pas fait aucune objection lorsque je lui ai dit que dans ce cas nous aurions droit à prétendre une compensation aux Alpes».

      Telegrafo a Depretis: «Fui con Derby, soddisfatto della conversazione con lui. Accetta trattare per articolo 3 Codice Civile e terrà presenti nostre obiezioni circa evenienza ingrandimento Austria nello Adriatico».

      Alle 8 partenza per Chester.

      6 ottobre. — Parto da Chester alle 9 ¾ e giungo ad Howarden-Castle alle 10 ½. Coloro che non conoscono la Gran Brettagna restano meravigliati vedendo queste campagne tutte popolate e tutte coltivate.