Politica estera: memorie e documenti. Francesco Crispi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Francesco Crispi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066088132
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sotto Arrigo VIII.

      La proprietà di Gladstone è proprio nel luogo in cui era il castello di Eduardo I.

      Il castello è su di una collina e domina tutta la pianura. In cima al medesimo è issata la bandiera britannica a indicare la presenza di Gladstone.

       La casa, in cui questi abita, è a pochi passi dal parco. È di stile gotico; fu costruita 60 anni addietro. Entrandovi si vedono libri da per tutto.

      Il signor Gladstone mi ricevette come un amico di antica data. Mi espresse la contentezza di avermi con lui ed io gli manifestai la soddisfazione di stringere la mano ad un fedele amico d'Italia. Mi presentò la sua signora, gentilissima e cordiale donna, la quale, sentendo che io aveva interesse a ripartire subito per Londra, ebbe la cortesia di mostrarsene contrariata.

      Il signore e la signora Gladstone desideravano che io rimanessi un paio di giorni con loro.

      Il signor Gladstone, cui pel primo dichiarai che non potevo restare al di là di una giornata, esclamò: ma io vedo un baule con voi, quasi per dirmi: «non siete certo venuto per restare poche ore con me».

      Cominciò subito la conversazione sulle cose del giorno e specialmente sulla guerra d'Oriente e sulle sue conseguenze.

      Il signor Gladstone fu d'avviso che i russi finiranno per vincere. Egli dubita che vi possa essere una campagna d'inverno; ma non crede che i turchi ne usciranno vincitori.

      — Ai turchi toccherà come ai sudisti d'America — egli disse. — Fin oggi hanno potuto resistere ed avere anche dei successi, perchè meglio armati dei russi, ma il numero trionferà, un impero di 80 milioni avendo maggiori mezzi d'un impero di 26. È una disgrazia che la questione orientale debba sciogliersi colle armi, ma non avvi altro mezzo. Per la Russia oggi trattasi di vita o di morte.

      Richiamai l'attenzione del signor Gladstone sul malumore, e direi sulla malevolenza della stampa inglese per l'Italia.

      — È difficile trovarne il motivo, perchè realmente non ce n'è. Bisogna cercarlo nella russofobia, la quale è giunta a tal punto che è proprio ridicola. Siccome l'Italia è amica della Germania e questa è amica della Russia, si suppone che voi partecipiate alla stessa amicizia. Ma anche questo sentimento non è nel popolo, è nella classe alta. Ora la classe alta fra noi è alla coda ed il popolo è alla testa. Fortunatamente non havvi più una questione italiana, nè ce ne può essere; ma se sorgesse, voi vedreste tutto il paese sollevarsi per voi.

      — Io godo di quello che mi dite e non lo dimenticherò. Noi siamo amici della Germania, perchè abbiamo interessi identici ed abbiamo gli stessi nemici, ma non per questo abbiamo le relazioni politiche e le amicizie della Germania. Anche con voi siamo amici per motivi quasi identici.

      Il colloquio si estese sul papato e sulla questione orientale, su l'Austria e su la Francia.

      — L'Italia è in condizioni tali da potere essere per voi un buon alleato alla vece dell'Austria e della Francia, a cui non potete ricorrere.

      — Avete ragione, ma vi assicuro che nel popolo inglese tutte le simpatie sono per voi e non dovete dare importanza a qualche articolo di giornale, che è l'effetto della russofobia, e non esprime il sentimento nazionale.

      Viene la signora — Passeggiata al Castello — Camera — Merenda — Passeggiata nel parco — La parrocchia.

      Lord Derby debole, ma senza pregiudizii per lo straniero. In fondo è liberale.

      L'elezione dei parroci — Il papato — Il nuovo Papa — i candidati — Il cardinale Simeoni — il cardinale Antonelli — Le sue figlie — Il processo.

      Il castello di Howarden fu assediato e distrutto dai parlamentarli ai tempi di Carlo I.

      La parrocchia di Howarden conta seimila abitanti — è del secolo XVI — fu bruciata alcuni anni fa e non ne rimasero che le mura.

      Il parroco vive con le decime.

      Il pranzo — La partenza.

      7 ottobre. — Ricevo il seguente telegramma dal Re: «Je vous remercie de votre dépêche. Je vous souhaite que les espérances ministerielles se réalisent. Je vous prie de me dire quand vous serez de retour.

      Vittorio Emanuele».

      Rispondo: «Je serai de retour le 22 ou 24 courant. Je vais partir pour Vienne où j'attends les ordres de V. M.».

      

      8 ottobre. — Partenza da Londra alle 8 ½ pom.

      9 ottobre. — Arrivo a Parigi alle 6 ½ del mattino — Gambetta.

      11 ottobre. — Partenza da Parigi alle 9,20 del mattino.

      12 ottobre. — Arrivo a Vienna alle 9 ½ di sera.

      13 ottobre. — L'ambasciatore, generale Robilant, mi scrive di mettersi a mia disposizione; alle 12.30 vado a visitarlo — M'informa — Telegrafo a Depretis: «Ho tua lettera. Andrássy è in campagna. Sarà a Pesth il 20. Qui posizione molto difficile. Scriverò domattina. Fa' smentire notizia che io fui al discorso elettorale di Gambetta».

      14 ottobre. — Ricevo da Depretis il seguente telegramma: «Attendo tua lettera. Intanto è necessario ti faccia conoscere che qui è giunta raccomandazione vivissima del di Launay, affinchè a Vienna si usi la più grande circospezione. Se ti riesce parlare con Andrássy, procura di stare sulle generalità esprimendo la nostra simpatia, ma restando nella maggiore riserva in ogni quistione che possa sorgere fra i due Stati. Noi desideriamo nella questione orientale poter procedere di accordo. Procura a questo titolo di affrettare tuo ritorno qui. Le cose si fanno gravi e la tua presenza qui è assolutamente necessaria».

      Visita al ministro Glaser — Articolo 3.º del Codice Civile. — Procedura — Questioni che vi si rannodano. Accordo per una convenzione internazionale.

      Visita al signor Orćzy — Articolo 3 — Trattato di commercio.

      Visita a Schönbrunn.

      «Caro Crispi,

      Ti scrivo da Stradella ove ho potuto arrestarmi per alcune ore: non ebbi in questi tre giorni un minuto di libertà. Dopo aver assistito all'inaugurazione delle nuove ferrovie venete mi recai a Brescia, o per dir meglio in una campagna nelle vicinanze di Brescia, per veder Zanardelli: ebbi con lui un lungo colloquio, si mostrò decisamente avverso all'esercizio governativo e parvemi disposto ad assecondarmi. Io non gli tacqui la mia determinazione di non presentarmi alla Camera che con le convenzioni stipulate: fra pochi giorni Zanardelli, oramai guarito, verrà a Roma ed ivi la questione sarà risolta, essendo io in grado di conchiudere da un giorno all'altro. Bisognerà però che tu pure ti trovi a Roma giacchè se mai nascesse dissenso fra me e Zanardelli la posizione diventerebbe gravissima.

      Venendo allo speciale argomento di questa mia lettera che ti ho annunciata nel telegramma che ti ho inviato da Padova, non occorre che ti preghi che a [Vienna] non bisogna parlare delle tue [conferenze] con [Bismarck] ed usare la più grande [riserva]. Il [partito] [cattolico] è a [Vienna] numeroso e potente e non mancherà di stare attento ad ogni tuo passo e di pesare e raccogliere ogni tua [parola] per divulgarla. La stampa dei nostri [avversarii] cerca di spargere tutte le più [maligne] [supposizioni] e sarebbe felice di trovare [nuovi] [pretesti].

      Riguardo alla [conferenza] che avrai con [Andrássy] oltre l'art. 3 verrà certamente in discussione il [trattato] di [commercio] ed il possibile [ingrandimento] dell'[Austria] coll'[annessione] della [Bosnia].

      Sul [trattato] di [commercio] basterà esprimere il nostro [desiderio] di riprendere e [condurre] a [termine] i [negoziati]; se non si può conchiudere con un [trattato] a lunga [durata] si veda almeno di mettersi d'accordo sopra un modus vivendi o [trattato] a breve [scadenza] ed in via di esperimento. Le basi del [trattato] definitivo furono da noi indicate ad [Haymerle] in un memoriale consegnatogli, nel quale abbiamo esposto che ad alcune dimande fatteci nei precedenti [negoziati] per esempio l'abolizione del dazio d'entrata in Italia sui [cereali] noi non possiamo consentire per gravi ragioni di [finanza]. Procura però di persuadere [Andrássy]