2. Le prime persone che erano arrivate a Maracaibo hanno costruito belle ____________________.
3. La piazza era molto triste e ____________________.
4. Io sono un uomo che rispetta i ____________________, ma che sa bucare la pancia anche ai ____________________.
Capitoli V–VIII
L'appiccato
Quando il Corsaro e i suoi amici sono arrivati nella piazza di Granada, era molto buio. Non si poteva vedere una persona a venti passi di distanza. C'era un grande silenzio. Si sentiva solo il verso di qualche uccello vicino alle forche. Non si sentiva neanche il suono dei passi della sentinella davanti al palazzo del Governatore. Il Corsaro, Carmaux, e il negro camminavano lentamente, tenendosi presso i muri delle case o dietro ai tronchi delle palme. Ogni tanto, quando sentivano un rumore, si fermavano e aspettavano il silenzio. Erano già vicini alle forche, quando il Corsaro ha indicato una persona che si muoveva vicino al palazzo del Governatore.
– Per mille diavoli! – ha detto Carmaux. – Ecco la sentinella! Quell'uomo ci rovinerà i piani.
– Ma Moko è forte, – ha detto il negro. – Io andrò a rapire quel soldato.
– E ti farai bucare il ventre, compare.
Il negro ha sorriso e ha detto:
– Moko è bravo e sa muoversi come un serpente.
– Vai, – gli ha detto il Corsaro. – Prima di prenderti con me, voglio avere una prova della tua audacia.
– L'avrete, padrone. Io prenderò quell'uomo come prendevo i coccodrilli della laguna.
Moko ha preso una corda sottile e si è allontanato in silenzio, senza fare rumore. Il Corsaro, nascosto dietro il tronco d'una palma, lo guardava attentamente. Ammirava la bravura del negro che, quasi senza armi, andava contro un soldato armato.
– Ha del fegato[21] il compare, – ha detto Carmaux.
Il soldato si stava muovendo verso il portone. Aveva un'alabarda e una spada. Quando il soldato gli volgeva le spalle, Moko si avvicinava più veloce, tenendo in mano il lazo. Arrivato a dodici passi, ha lanciato la corda. Si è sentito un piccolo rumore, poi un grido soffocato e il soldato è caduto a terra. Moko, con un balzo da leone, è saltato addosso al soldato.
– Eccolo, – ha detto, gettandolo ai piedi del capitano.
– Sei coraggioso, – ha risposto il Corsaro. – Legalo a questo albero e seguimi.
In mezzo alla piazza, il capitano si è fermato davanti a un giustiziato che indossava un costume rosso e teneva tra le labbra un pezzo di sigaro. Vedendolo, il Corsaro ha mandato un vero grido di orrore.
– I maledetti!.. – ha esclamato. – Mancava[22] a loro l'ultimo disprezzo!
– Signore, – ha detto Carmaux con voce triste, – siate forte!
Il Corsaro ha indicato l'appiccato con la mano.
– Subito, mio capitano, – ha risposto Carmaux.
Il negro si è arrmapicato sulla forca con un coltello in bocca. Ha tagliato la corda con un solo colpo e poi ha abbassato lentamente il cadavere. Carmaux l'ha preso delicatamente tra le braccia e l'ha avvolto nel mantello nero che il capitano gli porgeva.
– Andiamo, – ha detto il Corsaro con un sospiro. – La nostra missione è finita e l'oceano aspetta la salma di questo coraggioso.
Il negro ha preso il cadavere, l'ha sistemato tra le braccia e l'ha coperto bene con il mantello.
– Addio, valorosi disgraziati; addio compagni del Corsaro Rosso! La filibusteria vendicherà presto la vostra morte.
Poi, guardando il palazzo del Governatore, ha aggiunto con voce cupa:
– Tra me e te, Wan Guld, sta la morte!..
Si sono messi in cammino per uscire da Maracaibo e arrivare al mare per tornare a bordo della nave corsara. Avevano già percorso tre o quattro viuzze deserte, quando Carmaux, che camminava davanti, ha creduto di vedere delle ombre umane seminascoste[23] sotto l'oscura arcata d'una porta.
– Adagio, – ha mormorato, voltandosi verso i compagni. – Se non sono diventato cieco, ci sono delle persone che ci aspettano.
– Dove? – ha chiesto il Corsaro.
– Là sotto.
– Forse sono ancora gli uomini della posada?
– Mille pesci… cani!.. Saranno i cinque baschi con i loro coltelli?
– Cinque non sono troppi per noi, e faremo pagare caro l'agguato, – ha detto il Corsaro sguainando la spada.
– La mia sciabola è pronta per i loro coltelli!.. – ha detto Carmaux.
Tre uomini avvolti in grandi mantelli si erano staccati dall'angolo di un portone, andando sul marciapiede di destra. Altri due uomini, che erano nascosti dietro un carro, bloccavano il marciapiede di sinistra.
– Sono i cinque baschi, – ha detto Carmaux. – Vedo i loro coltelli luccicare.
– Tu occupati dei due a sinistra, io dei tre a destra, – ha detto il Corsaro, – e tu, Moko, vai via con il cadavere. Ci aspetterai vicino alla foresta.
– Ah!.. Ah!.. – ha detto uno dei baschi. – Sembra che non ci siamo sbagliati.
– Largo!.. – ha gridato il Corsaro, mettendosi davanti ai compagni.
– Adagio, caballero, – ha detto il basco, avvicinandosi.
– Cosa vuoi?
– Sapere chi siete, caballero.
– Sono un uomo che uccide chi gli dà fastidio[24], – ha risposto il Corsaro, avanzando con la spada in mano.
– Allora vi dirò, caballero, che noi non abbiamo paura, e non ci faremo uccidere come quel povero diavolo che avete inchiodato al muro. Il vostro nome e i vostri titoli o non uscirete da Maracaibo. Siamo ai servizi del signor Governatore e dobbiamo controllare chi passeggia per le strade a quest'ora.
– Se volete saperlo, venite a chiedere il mio nome, – ha detto il Corsaro mettendosi in guardia. – A te i due di destra, Carmaux.
Il filibustiere ha sguainato la sciabola e muoveva risolutamente verso i due avversari che bloccavano il cammino sul marciapiede opposto. I cinque baschi non si muovevano, aspettando l'attacco dei due filibustieri. Stanno fermi sulle gambe che tenevano un po' aperte per essere più pronti a tutte le evoluzioni, la mano sinistra sulla cintura e la mano destra sul manico del coltello, pronti a combattere. Il Corsaro, impaziente, ha attaccato i tre avversari davanti a lui, mentre Carmaux attaccava gli altri due sciabolando come un pazzo. I cinque baschi si difendevano agilmente, parando i colpi con i loro coltelli e i mantelli.
Ad un tratto[25] il Corsaro ha visto uno degli avversari perdere l'equilibrio e mostrare il petto. Rapidamente l'ha colpito, e l'uomo è caduto senza mandare un gemito.
– E uno, – ha detto il Corsaro agli altri. – Presto avrò la vostra pelle!
I due baschi non erano spaventati. Sono stati fermi davanti a lui, senza muoversi. Improvvisamente, uno dei baschi si è lanciato verso il Corsaro, ma lui si è spostato di lato. La lama del Corsaro si è imbarazzato nel serapé[26] del basco. Il Corsaro ha cercato di difendersi dall'altro basco, ma la sua spada si è rotta a metà. Ha gridato:
– A me, Carmaux!
Carmaux ha combattuto con i suoi due avversari e presto era vicino al Corsaro.
– Siamo