Чёрный корсар. Уровень 1 / Il Corsaro Nero. Эмилио Сальгари. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Эмилио Сальгари
Издательство: Издательство АСТ
Серия: Легкое чтение на итальянском
Жанр произведения:
Год издания: 1898
isbn: 978-5-17-165853-3
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prigioniero

      Ad un cenno del capitano, Wan Stiller e Carmaux hanno alzato il prigioniero e l'hanno messo seduto ai piedi di un albero, ma senza slegargli le mani. Erano sicuri che non avrebbe provato a scappare. Il Corsaro si è seduto davanti a lui, su una grande radice che sembrava un serpente. I due filibustieri si sono messi a guardia.

      – Dimmi, – ha detto il Corsaro dopo un po'. – Mio fratello è ancora lì?

      – Sì, – ha risposto il prigioniero. – Il governatore ha ordinato di lasciarlo appeso per tre giorni e tre notti, prima di gettare il corpo nella foresta per gli animali.

      – È possibile rubare il corpo?

      – Forse, di notte c'è solo una sentinella a sorvegliare la Plaza de Granada. Quindici impiccati non possono scappare.

      – Quindici! – ha esclamato il Corsaro, con rabbia. – Wan Guld non ne ha risparmiato nessuno?

      – Nessuno.

      – Non teme la vendetta dei filibustieri della Tortue?

      – Maracaibo è ben protetta da truppe e cannoni.

      Il Corsaro ha sorriso con disprezzo.

      – Cosa ci fanno i cannoni a noi? – ha detto. – Le nostre spade sono migliori. Lo avete visto all'assalto a San Francisco di Campeche, a San Agostino della Florida e in altri combattimenti.

      – È vero, ma Wan Guld è al sicuro in Maracaibo.

      – Ah sì? Bene, lo vedrò quando parlerò con l'Olonese.

      – Con l'Olonese! – ha esclamato lo spagnolo, spaventato.

      – Cosa facevi in questo bosco?

      – Sorvegliavo la spiaggia.

      – Da solo?

      – Sì, da solo.

      – Avevate paura di un attacco da parte nostra?

      – Non lo nego, avevamo visto una nave sospetta nel golfo.

      – La mia?

      – Se voi siete qui, quella nave doveva essere la vostra.

      – E il governatore si sarà preparato.

      – Ha fatto di più; ha mandato qualcuno a Gibraltar per avvertire l'ammiraglio.

      Questa volta era il Corsaro a provare una leggera paura, o almeno preoccupazione.

      – Ah! – ha esclamato, diventando pallido. – La mia nave è in pericolo?

      Poi alzando le spalle, ha detto:

      – Quando le navi dell'ammiraglio arriveranno a Maracaibo, io sarò già a bordo della Folgore.

      Si è alzato velocemente, e con un fischio ha chiamato i due filibustieri. Ha detto brevemente:

      – Partiamo.

      – E di quest'uomo, che cosa facciamo? – ha chiesto Carmaux.

      – Portatelo con noi; la vostra vita dipende dalla sua, se scappa.

      Si sono messi in cammino uno dietro l'altro, Carmaux davanti e Wan Stiller ultimo, dietro al prigioniero. Cominciava ad albeggiare. La luce rosa del mattino invadeva il cielo e il bosco. Le scimmie, numerose nell'America meridionale, specialmente in Venezuela, si svegliavano, riempiendo la foresta di grida strane. Gli uccelli mescolavano le loro grida con quelle delle scimmie. Fra le foglie delle piante, fra i boschetti di fiori profumati e le belle palme, c'erano piccoli pappagalli. I filibustieri e lo spagnolo erano abituati alle grandi foreste. Non si fermavano a guardare gli alberi, le scimmie, o gli uccelli. Camminavano velocemente, cercando un passaggio aperto dagli animali o dagli indiani, per uscire dalla foresta e vedere Maracaibo.

      Dopo due ore di cammino, Carmaux si è fermato e ha indicato a Wan Stiller un gruppo di piante.

      – È qui, Wan Stiller? – ha chiesto Carmaux.

      – Mi sembra di sì.

      In quel momento, si sono uditi dei suoni melodiosi, come un flauto.

      – Cos'è questo suono? – ha chiesto il Corsaro, alzando la testa.

      – È Moko che suona il flauto, – ha risposto Carmaux, sorridendo.

      – Chi è Moko?

      – È il negro che ci ha aiutato a fuggire. La sua capanna è tra queste piante.

      – Perché suona?

      – Sta addestrando i suoi serpenti.

      – È un incantatore di serpenti?

      – Sì, capitano.

      – Ma il suo flauto può tradirci.

      – Glielo prenderò e manderemo i serpenti nella foresta.

      Il Corsaro ha fatto cenno di andare avanti, ma ha estratto la spada per precauzione. Carmaux è entrato nelle piante e si è fermato, gridando di stupore e di paura.

      Davanti a una capanna fatta di rami intrecciati, coperta di foglie di palma, sedeva un uomo. Era molto forte e alto, con spalle larghe e muscolose braccia e gambe. Seduto su un tronco d'albero, suonava un flauto fatto di bambù. Davanti a lui c'erano otto o dieci serpenti pericolosi. Il negro, sentendo il grido di Carmaux, ha alzato gli occhi e ha guardato il filibustiere. Ha detto con stupore:

      – Siete voi?.. Ancora qui… Vi credevo già nel golfo, al sicuro dagli spagnoli.

      – Sì, siamo noi, ma non mi muovo finché quei brutti rettili sono qui.

      – Le mie bestie non fanno male agli amici, – ha risposto il negro, ridendo. – Aspetta un momento e li porterò via.

      Ha preso un cesto di foglie, ha messo dentro i serpenti e l'ha chiuso con un sasso. Poi ha detto:

      – Ora puoi entrare senza paura nella mia capanna. Sei solo?

      – No, sono con il capitano della mia nave, il fratello del Corsaro Rosso.

      – Il Corsaro Nero?.. Lui qui?..

      Il Corsaro è arrivato con il prigioniero e Wan Stiller. Ha salutato il negro con un cenno della mano e è entrato. Ha detto a Carmaux:

      – È questo l'uomo che ti ha aiutato a fuggire?

      – Sì, capitano.

      – Odia gli spagnoli?

      – Come noi.

      Il Corsaro ha guardato il negro e poi ha detto tra sé:

      – Ecco un uomo che potrà aiutarci.

      ‹…›

      Un duello fra quattro mura

      Maracaibo non aveva più di diecimila abitanti, ma era una delle città più importanti della Spagna sulle coste del Golfo del Messico. Maracaibo si trovava in una bella posizione, alla fine del Golfo di Maracaibo, vicino allo stretto che porta al grande lago con lo stesso nome. Le prime persone che erano arrivate a Maracaibo hanno costruito belle case. C'erano anche alcuni palazzi costruiti da architetti spagnoli venuti in America per trovare fortuna.

      Quando il Corsaro e i suoi due compagni, Carmaux e il negro, sono entrati a Maracaibo senza problemi, le strade erano ancora popolate e le taverne erano affollate. Il Corsaro camminava lentamente, con il cappello sugli occhi e avvolto nel mantello. Sono arrivati alla Plaza de Granada, che era il centro della città. Il Corsaro si è fermato a un angolo di una casa e si è appoggiato al muro. La piazza era molto triste e spaventosa. C'erano quindici forche davanti a un palazzo sul quale ondeggiava la bandiera spagnola, pendevano quindici cadaveri umani. Questi cadaveri indossavano vestiti strappati, tranne uno che portava un costume rosso fuoco e stivali alti.

      Carmaux si è avvicinato al Corsaro e ha detto con voce triste:

      – Ecco i nostri compagni.

      – Sì, – ha risposto il Corsaro con voce sorda. – Chiedono vendetta e l'avranno presto.

      Ha fatto uno sforzo