Sola di fronte al Leone. Simone Arnold-Liebster. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Simone Arnold-Liebster
Издательство: Автор
Серия:
Жанр произведения: Биографии и Мемуары
Год издания: 0
isbn: 9782879531687
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solo a una domanda: perché i preti non insegnano quello che dice la Bibbia?” Sussultai dallo stupore.

      “I preti ricevono una formazione che dura anni. Sono i guardiani della tradizione. Sanno quello che deve essere insegnato. Tu, chi sei tu in paragone? Hai abbandonato la scuola a dodici anni!” Che umiliazione! Com’era cambiato il papà! E io non avevo nemmeno il diritto di uscire dalla mia cameretta per esporgli la mia opinione! La mamma, con voce calma e determinata, decise infine di passare al contrattacco.

      “Adolphe, leggo il francese bene quanto il tedesco. Quando trovo nella Bibbia queste parole di Gesù: ‘Non chiamate nessuno padre vostro sulla terra’ o: ‘Il Padre nei cieli è maggiore di me’ o ancora: ‘Voi siete amici miei se osservate i miei comandamenti’, sono veramente necessarie delle spiegazioni? Hai bisogno di qualcuno per capirle?”

      Applaudii silenziosamente. “Ben detto, mamma!”

      “Ascolta, quando Gesù disse a suo Padre: ‘Rimetto il mio spirito nelle tue mani’, parlava forse a se stesso? E dov’è il terzo elemento della pretesa Trinità?”

      “Taci, con i tuoi benedetti versetti biblici!” Come osava parlare così della Bibbia cattolica? Si precipitò furioso fuori di casa con Zita alle calcagna. Allora la mamma mi portò una fetta di torta e una tazza di tè.

      “Che cosa fai di bello?”

      “Niente di niente”, mormorai fra i denti.

      “Non ti preoccupare. Continuerò a leggerti dei passi della Bibbia, ma è necessario che tu rispetti il papà. Non devi far altro che confrontare quello che leggo con quello che dice il parroco. Così potrai scegliere da sola”. Ritornò nel salotto: “E se adesso tu giocassi con la bambola?”

      Ero molto infelice. Non avevo voglia di ubbidire al papà, anche se la mamma me lo aveva ordinato. Era un vero dilemma.

      Un po’ più tardi, il papà rientrò ancora in collera. Sentenziò sdegnato: “Esaminerò l’opera di questi ‘Studenti Biblici’, questi ‘Geova’”. E, con una risata sarcastica, aggiunse: “Sono sicuro che il loro libro Creazione contenga un mucchio di stupidaggini”.

      “Claudine, hai sentito che cosa ha detto il papà? Finalmente aprirà il libro che è arrivato per posta. Sai, a lui è sempre piaciuto leggere. Si interessa di molti argomenti, anche di astronomia. Prima di ammalarsi, mi prendeva spesso sulle sue ginocchia per mostrarmi delle illustrazioni. Claudine, sapevi che Saturno ha un anello? Vieni, lo studieremo insieme”.

      Di notte, quando andavo in bagno, vedevo il papà leggere e fumare. L’indomani lo vedevo leggere e tossire! I suoi attacchi di tosse mattutini erano terribili. Forse anche lui aveva delle macchie ai polmoni? Siccome era pallido e di pessimo umore, ero sicura che il suo stato di salute si fosse aggravato, così gli stavo lontana. Avrei voluto diventare invisibile.

      ♠♠♠

      A scuola il prete ci parlava spesso della Natività, il giorno in cui Dio era venuto al mondo in terra ebraica, nella prescelta cittadina di Betlemme. Nessuno aveva posto per ospitare Giuseppe e Maria in procinto di partorire, così i due avevano dovuto rifugiarsi in una stalla, dove il neonato Gesù era stato riscaldato dal fiato di un bue e di un asinello. “Ricordatevi che furono gli ebrei a uccidere Gesù, l’Iddio incarnato. Per di più accettarono che il suo sangue ricadesse su di loro e sui loro figli. Ecco perché sono stati maledetti per l’eternità”, affermava il parroco.

      In casa l’odore abituale di encaustica era stato sopraffatto dal profumo di anisbredla, una specie di piccoli dolci alsaziani che la mamma stava sfornando. Li mise a raffreddare sopra il grande panno di lino bianco che ricopriva la tavola, accanto ad altri pasticcini tradizionali. Questi preparativi preannunciavano l’allegria che ben presto ci sarebbe stata in occasione delle feste di fine anno. Che splendido Natale sarebbe stato! Da quando aveva letto il libro Creazione il papà stava molto meglio. Aveva ritrovato l’appetito e anche la voglia di giocare con me.

      La mamma mi chiamò nella sala da pranzo: “Vieni ad aiutarmi, per piacere”. Aveva piazzato l’abete a lato della nostra credenza intagliata. Posò sul divano la grande scatola che reggeva tra le mani, poi ne tolse il coperchio. Allora apparvero sotto i miei occhi tutte le bocce di vetro multicolori dell’anno precedente.

      “Guarda, le hai conservate con tale cura che Gesù Bambino non dovrà portarne delle nuove!”

      “Simone, abbiamo sempre festeggiato il Natale, ma devi sapere che non esiste un personaggio che porta i regali. In Alsazia credono in Gesù Bambino, nelle altre regioni francesi parlano di Babbo Natale. Ogni paese ha le proprie leggende. Bene, adesso guarda come si procede: non fare mai seguire due bocce dello stesso colore e fissa saldamente il piccolo candeliere sui rami”. Era molto piacevole, soprattutto perché la fragranza era quella della foresta di Berbenbach. Un debole raggio di sole si rifletteva sul vetro e faceva scintillare dolcemente i capelli d’angelo.

      “Il nostro parroco dice che il Natale è il compleanno di Gesù. Per questo in chiesa, accanto all’altare, si mette una mangiatoia con un bambolotto circondato da animali”.

      “Il 25 dicembre non è la data di nascita di Gesù. E poi Gesù non è più un bambino. È cresciuto, come te. Poi è stato messo a morte, è risuscitato e ora regna in cielo”.

      “Mamma, Zita ha voglia di dolcetti. Posso dargliene?”

      “Sì, ma non più di uno”.

      Avevamo praticamente finito di ornare l’abete, quando compresi la spiegazione della mamma.

      “Ma perché si fa un albero di Natale, se non è il compleanno di Gesù? Quando è nato?”

      “In autunno, non in inverno”.

      “E l’abete? A che cosa serve?”

      “Non ha niente a che fare con Gesù, è un’antica tradizione pagana”.

      “Ma allora perché lo decoriamo?”

      “Non volevo che tu fossi delusa”.

      Mentre mi accingevo a sistemare sulla cima la punta dorata, riflettevo e mi ponevo molte domande.

      “Mamma, pensi che a Dio piacciano gli alberi pagani?”

      “Penso di no”.

      Lasciai cadere la punta per terra, tolsi le bocce e le calpestai. Tutto il mio corpo tremava. La mamma, senza dire una parola, scopò i frammenti di vetro e rimise l’abete sul balcone.

      Quella notte, sotto le coperte, ero sopraffatta dalla delusione e dalla collera. Gli adulti erano dei bugiardi! La cicogna che porta i bambini, Gesù che consegna i regali, l’albero di Natale che è di origine pagana… Pensavano fossero dei bei racconti, come quelli dei Grimm! Ma gli adulti non si rendevano conto che le loro storielle trasformavano la religione in leggenda? Ero sempre più furiosa.

      La mamma cercò di giustificarsi: “È vero, ti abbiamo mentito. Le persone che non studiano la Bibbia, non vedono niente di male nel tramandare tradizioni pagane. La maggior parte non sa nemmeno che il Natale si festeggiava ancor prima dell’era cristiana e che era la festa del dio Sole dei Romani. Le tue reazioni sono giuste, bisogna seguire sempre la propria coscienza. D’ora in avanti cercheremo di scoprire insieme tutte le menzogne del nostro credo e di non seguirle più!”

      Quelle parole mi risollevarono, ma qualcosa in me si era comunque incrinato. I miei genitori mi avevano mentito per sette lunghi anni e il prete continuava a farlo! Da quel giorno divenni ancora più diffidente, perché compresi che nessun adulto era perfetto: potevano ingannare, imbrogliare e mentire anche loro!

      La neve aveva isolato Bergenbach, così trascorremmo le vacanze a casa. Saremmo ritornati alla fattoria in primavera. Ogni giorno il papà si divertiva con me e Zita. Lanciava delle palle di neve che la mia cagnetta cercava di afferrare. Alla fine di quelle meravigliose ferie mi disse: “Domani la mamma ti accompagnerà a scuola. In fin dei conti, i tuoi compagni avevano ragione: tu non sei, noi non siamo più cattolici! La tua mamma ha scoperto la verità, perché la Bibbia è la verità. Cercheremo