Sola di fronte al Leone. Simone Arnold-Liebster. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Simone Arnold-Liebster
Издательство: Автор
Серия:
Жанр произведения: Биографии и Мемуары
Год издания: 0
isbn: 9782879531687
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umore e mi coccolava come meglio poteva. Aveva ritrovato tutta la gioia di vivere e sembrava essere sulla strada della guarigione, infatti aveva ricominciato a dipingere e a suonare il violino. Aveva anche smesso di fumare. Un giorno, per stuzzicarlo gli misi delle sigarette di cioccolato nell’astuccio e lo udii spiegare alla mamma: “Ho condannato i preti che fumano, quindi non devo fare lo stesso errore. Simone ha bisogno di un padre coerente”. Da quel momento non fumò mai più e i suoi terribili attacchi di tosse mattutini diventarono ben presto solo un brutto ricordo.

      Una volta, pieno di entusiasmo, mi portò una bella stoffa a fiori che mi aveva promesso mesi prima, ma che sembrava avesse completamente dimenticato. La mamma mi confezionò un copriletto e un paio di tende nuove. Mentre cuciva, canticchiava. Siccome Jean, il ragazzo che abitava al piano di sotto, doveva venire a tappezzare la mia cameretta durante il nostro soggiorno a Bergenbach, il papà cercò di insegnarmi qualche nozione di colorimetria: come distinguere i colori “caldi” da quelli “freddi”; poi mi lasciò scegliere il colore della carta da parati. Subito scartai il blu. Non volevo ritrovarmi congelata!

      Le mie compagne di scuola si rifiutavano di ascoltare le mie citazioni bibliche e anche il comportamento della mia insegnante rifletté il mutato atteggiamento generale nei confronti della mia famiglia. Non ero più la preferita della signorina. Mi ignorava il più possibile e solo raramente mi dava l’opportunità di rispondere in classe. Fortunatamente quell’ambiente gelido era compensato dall’atmosfera calorosa e tranquilla del nostro focolare. Sapevo che l’intolleranza non era una novità. La signorina ci parlava spesso dei cristiani ai tempi dei Romani. Se avevamo lavorato bene, ci premiava leggendoci dei brani dal celebre romanzo Quo vadis?, che parla delle prime persecuzioni, o raccontandoci le vicende di Fabiola, Nadine e Ben Hur.

      Il papà possedeva una collezione di copie di tele famose. Fra queste c’era un dipinto italiano con scene di cristiani che avevano affrontato i leoni e avevano scelto di essere bruciati vivi, piuttosto di rinnegare la propria fede. Già dopo il primo anno di scuola mi ero proposta di imitare il loro coraggio. La gente attorno a me mostrava una forma di devozione, eppure nessuno voleva sentire parlare della Bibbia. Non riuscivo proprio a spiegarmelo! La decisione dei miei genitori di chiedere l’esonero dalle lezioni di catechismo aggravò ulteriormente la mia situazione: le mie compagne cominciarono a odiarmi. Le stesse ragazzine alle quali avevo distribuito il mio pane, i dolci e la cioccolata diventarono improvvisamente aggressive nei miei confronti. “Ma perché si comportano così?”, mi domandavo spesso. “Che cos’è cambiato?”

      Durante l’ora di catechismo il direttore mi impartiva lezioni di educazione civica. Un giorno, all’uscita mi imbattei in alcune alunne che mi aspettavano nel cortile. Formarono un semicerchio le cui estremità bloccavano le due rampe delle scale. Ero in trappola! Intonarono in coro: “Pagana, pagana, tu sei una pagana!”

      Una voce si levò: “Tu non vai più in chiesa!” Qualcun’altra urlò: “Non vieni neanche più al catechismo!” Una terza si sgolava: “Sei diventata comunista!” Ero in cima alle scale, completamente sola ad affrontarle! Gridai: “Sono cristiana!” Loro ribatterono irritate: “Allora dicci perché non vieni più al catechismo!”

      Le letture bibliche con la mamma mi avevano insegnato che Dio è troppo grande per risiedere in edifici costruiti dall’uomo. Perciò indicai la chiesa e gridai: “Dio non può abitare là! Per di più è piena di idoli che ‘hanno occhi che non possono vedere e orecchie che non possono udire’, e il secondo comandamento proibisce di farsi idoli e…” Tacqui. Le bambine si erano a un tratto calmate. Nell’imponente villa di fronte una signora molto elegante aveva attirato la loro attenzione battendo le mani.

      “Lasciatela andare! Non vedete che ha il viso di un demonio scappato dall’inferno? Allontanatevi da lei, è pericolosa!”

      Una delle bambine gridò in preda al panico: “Svelte, svelte, corriamo!” Si scatenò un vero e proprio scompiglio. Anche Blanche, Madeleine e Andrée seguirono le altre e io mi ritrovai completamente sola. Voltandomi, mi accorsi che la signorina era rimasta all’ingresso: immobile, impassibile e silenziosa.

      All’angolo della strada mi stava aspettando un gruppo più piccolo. Alcuni ragazzini mi circondarono minacciosi: “Sporca ebrea, sporca ebrea!”

      Ero disorientata. Io non ero né l’una né l’altra, perché questi epiteti? Finalmente dei passanti dispersero le piccole furie.

      Quel giorno leggemmo nei Vangeli il racconto delle persecuzioni, dell’odio e degli scherni subiti da Gesù. La mia fiducia nelle promesse della Bibbia era completa, perciò potevo sopportare tutte le angherie. Nondimeno avevo una domanda per i miei genitori: “Perché l’ingiuria ‘sporca ebrea’?” Il nostro macellaio era ebreo ed era una persona molto pulita, un commerciante onesto e gentile, stimato dalla mamma. Perché questo insulto mi toccava tanto?

      Seduta sulle ginocchia del papà, ascoltavo le risposte della mamma: “Quando studierai la storia capirai che gli ebrei sono stati sottoposti a molte sevizie dai cosiddetti cristiani. Per esempio per lungo tempo non hanno potuto esercitare la professione di artigiani. Erano anche costretti ad abitare in quartieri appartati delle città, i famigerati ghetti. Li accusavano di avere ucciso Dio”.

      “Ce l’ha detto anche il parroco”.

      “Ma Dio non è mai venuto al mondo e nemmeno si è fatto uccidere dagli uomini. Come avrebbero potuto assassinare l’Onnipotente, la fonte stessa della vita? Dio non ha mai approvato il maltrattamento degli ebrei. Lui non fa distinzioni fra gli uomini, qualunque sia la loro razza o il colore della loro pelle, ricchi o poveri. Geova è un Dio di amore. Chi si ostina a disubbidire a questo insegnamento si mette al servizio del malvagio, col rischio di commettere azioni terribili in buona fede!”

      A poco a poco i bambini si stancarono di molestarmi in strada. Dicevo loro che Gesù, il Figlio di Dio, era stato ebreo, quindi il loro insulto mi onorava. Tutti gli apostoli e gli scrittori della Bibbia erano ebrei e io andavo fiera di essere come loro, non desideravo altro!

      ♠♠♠

      Primavera 1938

      La primavera aveva cosparso i prati di meravigliosi fiorellini e il loro vivace colore blu, rosa e giallo richiamava i puntini della mia nuova carta da parati. Ben presto sarei partita con la mamma per Bergenbach, così Jean avrebbe potuto tappezzare la mia cameretta. Il papà ci avrebbe raggiunte alla fine della settimana.

      Anche quella volta il pranzo domenicale fu turbato dalla guerra ideologica franco-tedesca riaccesa da zio Alfred. Nel pomeriggio, mentre gli uomini erano andati a fare una passeggiata, fra le donne della casa si scatenò una controversia religiosa. Era incredibilmente faticoso capire gli argomenti discussi.

      Di che cosa stava parlando la nonna? Zia Valentine sosteneva: “La Bibbia è un libro protestante”. Quando la mamma le mostrò le firme dei vescovi impresse sul risguardo iniziale, lei replicò: “Chiunque può contraffare delle firme!”

      Zia Eugénie aggiunse la sua: “Noi cattolici abbiamo i Vangeli, non la Bibbia!” La mamma allora cercò di spiegare loro che i Vangeli sono parte della Bibbia, tuttavia nessuna di loro prestò seriamente ascolto.

      “Fa’ subito sparire quel libro protestante da questa casa!”

      “Ma la Chiesa cattolica lo riconosce!”

      Era il momento di intervenire: “Nonna, ti assicuro che il parroco ha esattamente la stessa Bibbia”.

      “Sì, ma lui ha il diritto di avere tutto e di leggere tutto – e fissando la mamma negli occhi, aggiunse – sei mia figlia e faresti meglio a rimanere cattolica, se vuoi ancora andare d’accordo con me”.