La Marcia su Roma. Benito Mussolini. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Benito Mussolini
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Книги для детей: прочее
Год издания: 0
isbn: 9783967995138
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la fase della produzione, che è enormemente difficile, tanto difficile che quel grande, quel formidabile artista (non già legislatore) che risponde al nome di Vladimiro Uljanov Lenin, quando ha dovuto foggiare il materiale umano, si è accorto che esso è più refrattario del bronzo e del marmo. (Approvazioni, commenti).

      Conosco i comunisti. Li conosco perché parte di loro sono i miei figli…. intendiamoci…. spirituali (ilarità, commenti; presidente: «non è ammessa la ricerca della paternità, onorevole Mussolini!»; si ride)…. e riconosco con una sincerità che può parere cinica, che io per primo ho infettato codesta gente, quando ho introdotto nella circolazione del socialismo italiano un po’ di Bergson mescolato a molto Blanqui.

      C’è un filosofo al banco dei ministri, ed egli certamente m’insegna che le filosofie neo-spiritualistiche, con quel loro ondeggiare continuo fra la metafisica e la lirica, sono perniciosissime per i piccoli cervelli. (Ilarità).

      Le filosofie neo-spiritualistiche sono come le ostriche: gustosissime al palato…. ma bisogna digerirle! (Ilarità).

      Codesti miei amici o nemici…. (Voci all’estrema sinistra: «Nemici! Nemici!»).

      Questo è pacifico, dunque!… Codesti miei nemici hanno mangiato Bergson a venticinque anni e non lo hanno digerito a trenta.

      Mi stupisco molto di vedere tra i comunisti un economista della forza di Antonio Graziadei, col quale io ho lungamente polemizzato quando egli era ferocemente riformista…. (ilarità) e aveva buttato sotto il tavolo Marx e le sue dottrine. Finché i comunisti parleranno di dittatura proletaria, di repubbliche più o meno federative, dei Sovièts, e di simili più o meno oziose assurdità, fra noi e loro non ci potrà essere che il combattimento. (Interruzioni all’estrema sinistra, commenti, rumori. Presidente: «Non interrompano! Lascino parlare!»).

      La nostra posizione varia quando ci poniamo di fronte al Partito Socialista. Anzitutto ci teniamo bene a distinguere quello che è movimento operaio da quello che è partito politico. (Commenti all’estrema sinistra).

      Non sono qui per sopravalutare l’importanza del movimento sindacale. Quando si pensi che i lavoratori del braccio sono sedici milioni in Italia, dei quali appena tre milioni sindacati, e sindacati in una Confederazione Generale del Lavoro, in una Unione sindacale italiana, in una Unione italiana del lavoro, in una Confederazione dei sindacati economici italiani, in una Federazione bianca e in altre organizzazioni, che non sono in questo quadro, e queste organizzazioni aumentano o diminuiscono secondo i momenti; quando pensate che i veramente evoluti e coscienti, che si propongono di creare un tipo di civiltà, sono un’esigua minoranza, avete subito l’impressione che noi siamo nel vero quando non sopravalutiamo l’importanza storica del movimento operaio.

      Riconosciamo, però, che la Confederazione Generale del Lavoro non ha tenuto di fronte alla guerra il contegno di ostilità tenuto da gran parte del Partito Socialista Ufficiale.

      Riconosciamo anche che, attraverso la Confederazione Generale del Lavoro, si sono espressi dei valori tecnici di prim’ordine; e riconosciamo ancora che, per il fatto che gli organizzatori sono a contatto diuturno e diretto con la complessa realtà economica, sono abbastanza ragionevoli. (Interruzioni all’estrema sinistra, commenti).

      Noi, e qui ci sono dei testimoni che possono dichiararlo, non abbiamo mai preso aprioristicamente un atteggiamento di opposizione contro la Confederazione Generale del Lavoro. (Voci all’estrema sinistra: «Voi bruciate le Camere del Lavoro!». Commenti. Presidente: «Facciano silenzio! Poi parleranno! Avranno diritto di parlare!»).

      Aggiungo che il nostro atteggiamento verso la Confederazione Generale del Lavoro potrebbe modificarsi in seguito, se la Confederazione stessa — ed i suoi dirigenti lo meditano da un pezzo — si distaccasse (commenti) dal Partito politico Socialista, che è una frazione di tutto il socialismo politico, e che è costituito da gente che forma i quadri e che ha bisogno, per agire, delle grosse forze, rappresentate dalle organizzazioni operaie.

      Ascoltate, del resto, quello che sto per dire. Quando voi presenterete il disegno di legge delle otto ore di lavoro, noi voteremo a favore. (Commenti all’estrema sinistra, interruzioni).

      Non ci opporremo e voteremo anzi a favore di tutte le misure e dei provvedimenti che siano destinati a perfezionare la nostra legislazione sociale. Non ci opporremo nemmeno ad esperimenti di cooperativismo. Però vi dico subito che ci opporremo con tutte le nostre forze a tentativi di socializzazione, di statizzazione, di collettivizzazione! (Commenti). Ne abbiamo abbastanza del socialismo di Stato! (Applausi all’estrema destra e su altri banchi, commenti all’estrema sinistra, interruzioni). E non desisteremo nemmeno dalla lotta, che vorrei chiamare dottrinale, contro il complesso delle vostre dottrine, alle quali neghiamo il carattere di verità e soprattutto di fatalità.

      Neghiamo che esistano due classi, perché ne esistono molte di più (commenti); neghiamo che si possa spiegare tutta la storia umana col determinismo economico. (Applausi all’estrema destra, approvazioni).

      Neghiamo il vostro internazionalismo, perché è una merce di lusso (commenti all’estrema sinistra), che può essere praticata solo nelle alte classi, mentre il popolo è disperatamente legato alla sua terra nativa. (Applausi all’estrema destra).

      Non solo, ma noi affermiamo, e sulla scorta di una letteratura socialista recentissima che voi non dovreste negare (commenti), che comincia adesso la vera storia del capitalismo, perché il capitalismo non è solo un sistema di oppressione, ma è anche una selezione di valori, una coordinazione di gerarchie, un senso più ampiamente sviluppato della responsabilità individuale. (Approvazioni). Tanto è vero che Lenin, dopo aver istituito i Consigli di fabbrica, li ha aboliti e vi ha messo i dittatori; tanto è vero che, dopo aver nazionalizzato il commercio, egli lo ha ricondotto al regime di libertà; e (lo sapete voi, che siete stati in Russia), dopo avere soppresso, anche fisicamente, i borghesi, oggi li chiama da tutti gli orizzonti, perché senza il capitalismo, senza i suoi sistemi tecnici di produzione, la Russia non si rialzerebbe mai più. (Applausi all’estrema destra, commenti).

      E permettetemi che vi parli con franchezza, e vi dica quali sono stati gli errori che avete commesso immediatamente dopo l’armistizio.

      Errori fondamentali, che sono destinati a pesare sulla storia della vostra politica: voi avete prima di tutto ignorato e disprezzato le forze superstiti dell’interventismo. (Approvazioni). Il vostro giornale si coprì di ridicolo, tanto che per mesi non ha mai fatto il mio nome, come se con questo fosse possibile eliminare un uomo dalla vita o dalla cronaca. (Commenti). Voi avete incanaglito nella diffamazione della guerra e della vittoria. (Vive approvazioni all’estrema destra). Avete agitato il mito russo, suscitando una aspettazione messianica enorme. (Approvazioni all’estrema destra). E solo dopo, quando siete andati a vedere la realtà, avete cambiato posizione con una ritirata strategica più o meno prudente! (Si ride). Solo dopo due anni vi siete ricordati di mettere accanto alla falce, nobilissimo strumento, e al martello, altrettanto nobile, il libro («bravo!»), che rappresenta l’imponderabile, i diritti dello spirito al disopra della materia, diritti che non si possono sopprimere o negare («bene! bravo!»), diritti che voi, che vi ritenete alfieri di una nuova umanità, dovevate per i primi incidere nelle vostre bandiere! (Vivi applausi all’estrema destra).

      E vengo al Partito Popolare. (Commenti).

      Ricordo ai popolari che nella storia del fascismo non vi sono invasioni di chiese, e non c’è nemmeno l’assassinio di quel frate Angelico Galassi, finito a revolverate ai piedi di un altare. Vi confesso che c’è qualche legnata (commenti) e che c’è un incendio sacrosanto di un giornale, che aveva definito il fascismo una associazione a delinquere. (Commenti, interruzioni al centro, rumori).

      Il fascismo non predica e non pratica l’anticlericalismo. Il fascismo, anche questo si può dire, non è legato alla massoneria, la quale in realtà non merita gli spaventi da cui sembrano pervasi taluni del Partito Popolare. Per me la massoneria è un enorme paravento dietro al quale generalmente vi sono piccole cose e piccoli uomini. (Commenti, si ride). Ma veniamo ai problemi