Questioni internazionali. Francesco Crispi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Francesco Crispi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066071134
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bene, di quanto è avvenuto a libeccio della catena stessa, di cui si dirà in seguito.

      Ma questo non è il peggior male, poichè si potrebbe dire che una tale distesa di territorio è improduttiva e pressochè deserta. Il danno che sotto il punto di vista strategico deriva alla potenza che è padrona della Tripolitania sta in ciò, che anzitutto il confine tunisino, s'accosta alla capitale di 30 chilometri circa, cioè una tappa; inoltre, che il confine attuale si trova dove è maggiore la distanza dall'altipiano al mare, in modo che la difesa ne riesce più difficile. Fra le altre difficoltà poi a cui l'andamento della nuova frontiera dà luogo, vi è questa principalissima, che la piazza di Oezzan sulla catena di Nafusa, anzichè difendere la frontiera stessa, siccome sarebbe suo ufficio, viene col trasporto della medesima a ritrovarsi in posizione eccentrica rispetto a Tripoli, cosicchè riuscirebbe agevole a truppe francesi stabilite sin dal tempo di pace sul Mokta, d'impossessarsi appena rotte le ostilità di Nalut o d'altre posizioni sul ciglio dell'altipiano, in quella plaga, tagliando fuori per tal modo Oezzan e tutta la frontiera che si stende a ponente sino al deserto.

      Senonchè, per quanto sotto il rispetto militare gli accennati inconvenienti sieno gravi, perchè non è cosa di poco momento l'accostare alla frontiera la capitale di uno Stato di un milione di chilometri quadrati che si trova già tanto spostata da quella parte, ed altresì [pg!34] perchè padrone di Nalut e del ciglio dell'altipiano, il nemico può agevolmente piombare su Tripoli, pure v'ha un altro inconveniente ancora più grave.

      L'oasi di Ghadames per effetto della nuova frontiera, che contornando il margine orientale del deserto fu condotta a passare appena a 24 chilometri dalla città, si trova ora all'estremo angolo sud-ovest del possedimento turco, mentre altra volta questo si estendeva, come già s'è veduto, a mezzodì del Suf algerino fin oltre il 3.º meridiano orientale di Parigi. Ora, per questa sua posizione e per effetto dell'accordo anglo-francese (come si vedrà in appresso) l'oasi di Ghadames è divenuta un'appendice della Tripolitania, unita alla stessa soltanto a nord-est e ad est.

      Il trasporto della frontiera verso levante, che lascia esposte le posizioni militari di Oezzan e l'altre sul ciglio dell'altipiano, minaccia pure nella sua esistenza Ghadames. Difatti, quando il nemico sia padrone di Nalut, le comunicazioni della capitale con Ghadames sono in mano sua, e riesce pertanto senza colpo ferire in suo potere Ghadames stesso, accerchiato da ogni altra parte com'è dal deserto francese. Ora, come il possesso di quella importantissima oasi, l'antica Cydamus dei Romani che vi dominarono per 250 anni, punto di partenza necessario delle carovane provenienti da Gabes e da Tripoli e dirette al lago Tciad, al Bornu e al Niger, e quindi centro ed emporio commerciale, è da tempo vivamente ambito dai francesi, si deve scorgere in quell'avanzata di frontiera verso levante, il fine ultimo, essenziale, di disgregare l'unità del possedimento, accostarsi alla capitale, minacciarne le comunicazioni colla sua più importante oasi e ridurla a tale isolamento che un dì abbia a finire per cadere nelle loro mani. La sospensione del tracciato della frontiera6 a 24 chilometri a nord di Ghadames, quale si vede sulla carta del service géographique de l'armée (1887), è un evidente indizio che dai Francesi non si vuol riconoscere il dominio turco appena ad ovest e neppure appena a sud dell'oasi. Gli è questa, nel concetto francese, come una sentinella turca perduta nel deserto, che si molesta, si accerchia, [pg!35] si minaccia, tanto da giungere ad obbligarla a ritirarsi per lasciare ad altri il suo posto.

      È superfluo il dire che la perdita di Ghadames sarebbe per la potenza che sta a Tripoli un gravissimo colpo, oltrechè sotto il punto di vista commerciale anche sotto quello strategico; innanzitutto perchè è nodo di comunicazioni allaccianti nientemeno che due mari, il Mediterraneo e il golfo di Guinea, e il bacino interno del Tciad; e poi perchè la sua perdita trarrebbe seco quella di tutto il territorio fino alle oasi di Dergi e di Sinaun, alle quali sarebbe in progresso di tempo riservata la stessa sorte. Al quale proposito giova ricordare come nelle sterminate regioni dei deserti africani, le oasi ritraggono dall'acqua che le creò una capitale importanza, giacchè fuori di esse non vi è vita; di guisa che a buon dritto possono dirsi i punti strategici del deserto.

      III.

      Fu accennato or ora come l'accordo anglo-francese del 5 agosto sia una minaccia per l'oasi di Ghadames. E difatti quell'accordo riconosce la zona d'influenza francese a sud dei possedimenti mediterranei fino ad una linea determinata da Say sul Niger a Borruva sul lago Tciad, senza che vi sia in nessuna guisa indicato il limite orientale di questa immensa contrada. Soltanto si può dedurlo col riunire il punto estremo orientale del confine dei possedimenti mediterranei con Borruva, sul lago Tciad, avendo cura di lasciare intatti a levante i diritti spettanti alla Porta in forza della dichiarazione di Waddington in risposta alla richiesta (5 agosto) di lord Salisbury.

      E così la linea verrebbe a riuscire il prolungamento di quella che rasenta l'oasi di Ghadames e che passando a ponente di quella di Ghat o Rath, anche appartenente alla Tripolitania, dovrebbe andare direttamente a Borruva.

      Or quando si consideri che siamo in pieno Sahara, con distanze enormi, rarissime vie di comunicazione, ancor più radi centri abitati, cioè le oasi; che quindi le notizie dell'interno impiegano mesi a giungere alla costa, quando [pg!36] giungono; che i francesi hanno il diritto, in forza dell'accordo, di stabilirsi sulla sponda occidentale del lago Tciad; che essi hanno proclamato il confine sud-orientale dei loro possessi mediterranei scorrente a soli 24 chilometri dalla città di Ghadames; che la Turchia non ha trovato la vigoria di contestarlo, la Turchia che ne riceve il danno immediato e che si prepara a sottostare alla perdita di Ghadames od almeno, quasi preludio alla perdita, alla deviazione dei commerci tendenti a Tripoli, ai porti francesi; che infine l'oasi di Rhat così lontana ha una dipendenza non certo diretta dal valì di Tripoli; quando si sia considerato tutto ciò, si può chiedere: che v'ha di più facile pei francesi di divenire di fatto poco a poco gli arbitri, se non i diretti padroni e di Ghadames e di Rhat e quindi di tutto l'hinterland tripolitano? Poichè occorre rammentare che in regioni di deserto come queste di cui è questione, il padrone effettivo è chi si trova sul luogo in forze e con denari in modo da disporre dei commerci e delle vie di comunicazione; ed inoltre che la dichiarazione supplementare all'accordo del 5 agosto, non garantisce che i diritti del Sultano, e riesce assai dubbio lo stabilire se siasi voluto comprendere fra questi anche i diritti sorti dalla recentissima teoria dell'hinterland. V'ha anzi molta ragione per ritenere che si sia inteso di salvaguardare soltanto i diritti sui territori riconosciuti parte integrante della Tripolitania, di guisa che pur volendo ammettere il rispetto di quelli per parte della Francia, cioè di Ghadames e di Rhat, nessuna esplicita garanzia si ritrova nè nell'accordo, nè nella dichiarazione supplementare, che valga ad arrestare i francesi nella loro lenta, pacifica ma costante marcia verso levante, dove oggi possono procedere a sud della Tripolitania, senza incontrare nessuna linea di delimitazione.

      Conclusione.

      Si è veduto che la Francia ha addirittura abolito l'antica frontiera fra l'Algeria e la Tripolitania (v. Carta di Prax e Renou) dichiarando francese tutto il deserto che si stende a ponente di Ghadames, a mezzodì del Suf algerino, assai prima ancora che intervenisse l'accordo del 5 agosto 1890. Si è pure veduto che ha arbitrariamente [pg!37] avanzato la frontiera della reggenza di Tunisi verso levante ai danni della Tripolitania, col fine di avvicinarsi alla capitale, girare le difese verso nord-ovest sull'altipiano e tagliar fuori Ghadames.

      Quest'opera di lenta demolizione la Francia l'ha iniziata non appena posto il piede in Tunisia, e la continua. Oggi è la volta di Ghadames. Per ora semplicemente attratto nell'orbita del commercio francese, cadrà necessariamente di poi nelle mani della Francia, e con esso cadranno le dipendenti oasi di Dergi (Derdj) e Sinnaun e la lontana di Rhat. E quando la Francia sarà l'arbitra di tutto l'hinterland tripolino e padrona delle vie carovaniere dal Tciad a Tripoli, e quindi del commercio di tutto quel vasto bacino centrale africano, che ne sarà dell'equilibrio del Mediterraneo?

      Il potere ottomano ridotto alla regione costiera, diverrà poco a poco una larva di potere anche in Tripoli stesso, finchè, alla prima circostanza propizia, non cadrà definitivamente in mano alla potenza che, stringendola da ponente e da sud, ne avrà già l'effettivo dominio. E allora la Francia estenderà il suo non interrotto dominio dall'Atlantico e dal Mediterraneo al lago Tciad su di una sterminata distesa di territorio, quasi un terzo del continente africano. Padrona del littorale dal Marocco all'Egitto,