Si è conservata una descrizione dettagliata degli interni del Patriarchio, nel quale la policromia del pavimento si integrava perfettamente con la grande quantità di mosaici e affreschi. La «ovvia propaganda» rappresentata su di essi rafforzava il credo dei fedeli e incuteva paura nelle anime dei rinnegatori. Oltretutto, col passare di ogni secolo i papi si facevano sempre più audaci nello sciegliere i soggetti.
Così nel XII secolo Papa Callisto II (1119—1124) fece ornare le sale del Patriarchio di affreschi raffiguranti la trionfale marcia del potere della chiesa, durante la quale i papi e i padri della Chiesa calpestavano gli eretici e i dissidenti, con papa Callisto adagiato in un trono, davanti al quale stava in piedi in umile atto di fare una donazione, Enrico V36. Papa Innocenzo II Papareschi dei Guidoni (1130—1143), portando avanti il lavoro del proprio predecessore si portò ancora più avanti. Nel Palazzo del Laterano comparve la rappresentazione della coronazione del re germanico Lotario II37, dove l’arrivo del re a Roma era seguito dalla scritta: «il re si è fermato davanti alla porta e ha onorato Roma, dopodichè è divenuto vassallo del Papa lo aveva incoronato».
Testi di questo tipo stuzzicavano i nervi ai poprietari terrieri, e si arrivò fino al punto che nel 1157, durante le trattative con gli emissari del papa, l’imperatore germanico Federico I Barbarossa ordinò la rimozione degli affreschi e delle scritte, «affinchè non rimanga più questo costante ricordo delle dispute tra potere clericale e laico». In risposta, l’avversario dell’ imperatore, Papa Alessandro III Bandinelli (1159—1181) questa volta non ordinò di dipingere un’affresco nelle stanze all’interno, ma di creare un mosaico visibile a tutti sull’architrave38 del portico della Basilica di San Giovanni in Laterano, raffigurante la storia di Papa Silvestro e dell’imperatore Costantino. Nel mosaico, la famosa «Donazione di Costantino» fu illustrata con scene dove il papa guariva l’imperatore dalla lebbra, lo battezzava e dove venne resa per iscritto la consegna della supremazia sul potere laico nell’Impero Romano d’Occidente con la scritta: Rex in scriptura Sylvestro dat sua iura (il Re conferisce in forma scritta i suoi poteri a Silvestro). Insomma, verba volant…
Surclassando sia il potere dell’imperatore che quello del patriziato romano, la chiesa romana conquistò definitivamente l’autorità statale sotto papa Innocenzo III Conti (1198—1216), che fu considerato il piu potente sovrano d’Europa. Ma quello che non furono capaci di fare i re e i repubblicani romani, riuscì a farlo il tempo. Il complesso di edifici del Patriarchio, seriamente danneggiato dagli incendi del 1308 e 1361, pian piano stava andando in rovina, e con la costruzione del palazzo Apostolico nel Vaticano, perdeva completamente l’importanza di una volta. Il poeta Francesco Petrarca ai suoi tempi scrisse amareggiato che «il Laterano si stava trasformando in rovine». Con la fine della «Cattività Avignonese» l’epoca dei palazzi del Patriarchio che a quell’epoca erano malridotti e abbandonati era definitivamente terminata, e dal 1377 il Vaticano è il luogo della permanente dimora dei papi.
VI. Basilica di San Giovanni in Laterano: Nomen est omen, o Il nome parla da se.
Il cuore del Laterano è la basilica Lateranense, comunemente conosciuta come San Giovanni in Laterano, o in russo «Святой Иван в Латеране» (Sviatoij Ivan v Laterane).
Nel cattolicesimo il titolo di «basilica» viene conferito dal papa di Roma alle chiese di maggiore importanza. Il nome che deriva dal greco si traduce come «casa reale». I diritti e i privilegi di questi santuari dipendono prinicpalmete dai loro attributi «regali» – età, grandezza e importanza storica. In architettura viene chiamata basilica il tipo di edificio rettangolare formato da un numero dispari (1,3,5,) di navate di diversa altezza. I romani lo hanno ereditato dai greci per costruire edifici pubblici, nei quali si tenevano processi, si trattavano questioni economiche o si commerciava. Dopo l’editto di Milano del 313 questo tipo di edificazione cominciò a essere usato per la costruzione di chiese cristiane come alternativa ai tradizionali templi pagani romani.
Secondo la scritta impressa sulla facciata, la basilica Lateranense è «Madre e capa di tutte le chiese della città e del mondo (OMNIUM URBIS ET ORBIS ECCLESIARUM MATER ET CAPUT)».39
Verso la metà del secolo ivi si recava su di un mulo bianco il successore di San Pietro – il Papa di Roma, ribadendo il proprio diritto di potere sulla città eterna. Quì, inoltre, hanno trovato riposo 22 pontefici.
A differenza del «pomposo» nome sulla facciata e del nome quasi popolano, ufficialmente alla basilica viene anche attribuito il seguente nominativo e la dedicazione ai santi: Arcibasilica40 Romana del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista al Laterano.
Al principio venne chiamata basilica Costantiniana, poichè fu fatta costruire da Costantino il Grande seguendo l’uso pagano del «ex voto suscerto», e cioè secondo il voto di ringraziamento per la vittoria su Massenzio.
Seguendo la tradizione dell’antica Roma l’edificio venne chiamato con il nome dell’imperatore che lo fece costruire, ma in relazione al luogo dove era collocato presto cominciò ad essere chiamato Lateranense. La consacrazione della basilica da parte di Silvestro I il 9 novembre dell’anno 318 (secondo altre fonti, del 324) fu un grande evento per i cristiani.
Il tempio fu consacrato con il nome di «Basilica del Salvatore» (Basilica Salvatoris41) e fino ai nostri giorni ogni anno i cattolici celebrano la «festa della consacrazione della basilica Lateranense».
Costruito sui possedimenti dello stesso Costantino, il tempio Lateranense ricevette uno status speciale come dono dell’imperatore che patrocinava la chiesa che un tempo veniva perseguitata. Come si sa «un bel diamante necessita di una bella montatura». Ed è per questo che Costantino donò al suo gioiello una montatura davvero regale…
Dal momento della sua costruzione iniziale, la basilica di Costantino era già abbastanza grande e contava 5 navate42, con una lunghezza totale di 100 metri e larga 54,5. La magnificenza del suo interno se la giocava alla pari con i più importanti palazzi di Roma. La navata centrale poggiava su 30 colonne di granito rosso egiziano. Le navate laterali erano divise da 42 colonne di marmo verde proveniente dalla Tessaglia. Dietro al trono papale venne collocata una statua di Gesù Cristo beato affiancato dalle sue guardie fidate – gli angeli armati di lancie. Il mosaico dell’abside43 venne creato usando tasselli ricoperti da parti dorate,