...
scritto da Gianluigi Giliberti, 03 marzo 2010 alle ore 18:00:29
Otttima questione. Credo che nessuno si sia mai posto una domanda semplice: ma l’energia elettrica prodotta dall’Ital Green a chi giova ? Altre centrali italiane forniscono direttamente i Comuni in cui giacciono e città limitrofi. A Monopoli NO; l’impianto è autorizzato esclusivamente a produrre energia per altri (?), a far profitto senza economie esterne e a generare quotidianamente diseconomie esterne. Qualcuno mi speghi il contrappeso delle economie e diseconomie interne/esterne dell’Ital Green.
Buon lavoro a tutti e meditate
...
scritto da una, 03 marzo 2010 alle ore 18:24:42
tra piattaforme, potenziali raffinerie, centrali nucleari, centrali a biomassa sospette...etc.. non è giunta l’ora di un comitato permanente?
...
scritto da jack, 03 marzo 2010 alle ore 21:02:14
No per carità, basta comitati! E’ sufficiente che si facciano dei controlli seri e tali da tranquillizzare la gente.
Soprattutto occorrono controlli fatti da enti non corruttibili!
...
scritto da albanese, 03 marzo 2010 alle ore 21:28:10
In Italia tutta l’energia prodotta dai privati viene ceduta a TERNA(ENEL)che poi provvede a distribuirla in rete,l’Italgreen la corrente che produce,non la puo utilizzare nel suo stabilimento,x il suo fabbrisogno interno e allacciata con l’ENEL,percio puo solo produrre e venderla a Terna, lo stesso dicasi x i pannelli fotovoltaici installati in casa,l’energia prodotta viene gestita dall’enel,uno non puo utilizzare la sua energia x uso privato .Questa e una legge risalente agli anni 60 quando tutte le compagnie elettriche furono nazionalizzate e nacque l’ENEL. ..
.
scritto da uno, 04 marzo 2010 alle ore 12:14:20
Sappiate che i controlli vengono fatti e si brucia solo legna e sansa.
...
scritto da Gianluigi, 04 marzo 2010 alle ore 18:27:08
Gentile “albanese”, lei ha perfettamente ragione, infatti l’energia elettrica prodotta dalle centrali è venduta all’Eenel. Ponevo, invece, un’altra questione. Esistono tipologie di convenzioni tra Comune, impresa generatrice di energia elettrica e l’Enel stessa, al fine di avere un consistente risparmio economico a favore dell’intera cittadinanza. Per fare un esempio: un Comune, da solo o in consorzio con altri comuni, autorizza (di concerto con la Regione) l’allocazione dell’impianto a condizione che la centrale si impegni con l’Enel (riducendo di qualche euro il prezzo di vendita dell’elettricità prodotta) a far scontare le bollette energetiche degli abitanti di quei comuni. La riduzione del profitto sarebbe irrisoria per l’impresa, ma comunque ammortizzabile in poco tempo, mentre ne traebbero enorme vantaggio i singoli abitanti e l’intera economia comunale.
...
scritto da albanese, 04 marzo 2010 alle ore 20:50:42
Ha mai visto tradurre una riduzione delle tasse da parte di qualsiasi governo di qualunque colore? Se nell’ipotesi avviene viene fagocitato dagli enti comunali prov. o regionali in nome di spese extra x il bene della comunita.Ho lavorato in basilicata alla realizzazione del centro oli di Viggiano Val D’Agri,l’agip dava nel 2001 90,cents a barile ,erano circa 90.000 barili al gg.per 365 gg annui fanno molti soldi,ora Viggiano e il comune + ricco d’Italia,ma i soldi vengono spesi x i soliti clan clienterari,idem avviene x i comuni della valle sono circa 20,penso che la percentuale delle royaltis sia aumentata ma la genta non ne vede,se fosse cosi i Tarantini dato che ce l?ilva dovrebbero pagare le auto di meno,ma non mi risulta,non vado oltre.
Franco Parpaiola risponde.
Replica alle critiche mosse da una nostra lettrice
L’intervista a Franco Parpaiola, tecnico conduttore delle caldaie Ital Green Energy, ha riscosso un grande successo. Non sono mancate le critiche da parte di alcuni lettori, in particolare di Donatella Lacitignola.
Lacitignola replicava così al sign. Parpaiola:
“Buongiorno sig. Franco.
Punto 1)Mi piacerebbe sapere cos’hanno importato precisamente dalle foreste subtropicali? Non mi e’ mai parso di vedere sul porto tronchi di vegetazione fitta proveniente da oltreoceano o addirittura la nostra agricoltura colpita da “INSETTI NOCIVI”.
Punto 2) E’ molto comodo accorgersi , dopo aver incrementato i pasti e le birre (non mi sembra lei abiti in un posto dove la birra non e’ poi tanto gradita, quindi e’ piaciuto anche a lei berla qui)tornarsene al suo paesello..
Punto 3) Con tutto il rispetto parlando, lei ora ha 70 anni, penso che quando ha iniziato la sua carriera era giovanissimo, esattamente come lo erano i “manager” dell’ Ital Green, quando i colossi della Siemens sbattevano questi principianti oltre le loro scrivanie.
Punto 4) Questa bella lettera, se proprio ci teneva a salvare Monopoli, perchè non l’ha inviata direttamente al sig. Marseglia o a chi per lui…vede col senno di poi tutti sanno puntare il dito, ma prima di arrivare al “poi” nessuno fa niente.
Punto 5)Un consiglio a tutti ...provate a fare un po’ di Jogging costeggiando Pantano sino ad arrivare oltre la Giannoccaro se ci riuscite...e poi provate a farlo sulla zona industriale...e fatemi sapere dove l’aria a dispetto di tutto e’ più respirabile.
Punto 6) L’ambiente e’ il bene che tutti dobbiamo salvaguardare, ma non possiamo avere la botte piena e la moglie ubriaca...bisogna solo, oggi come oggi limitare i danni. E se c’e’ qualcuno che vuole mettere in piedi un’azienda a discapito di un albero di ulivo...beh di alberi di ulivo ce ne sono tanti, di posti di lavoro no.
Con ciò non voglio assolutamente dire che le parole del sig. Parpaiola siano fasulle, e’ il suo mestiere, chi meglio di lui, ma noto fra le sue righe un certo risentimento nei confronti dei pezzi grossi della Ital Green e non sicuramente per quello che bruciano, altrimenti , come detto prima , avrebbe fatto notare questi suoi giustificati disappunti a chi di dovere.
Avevo detto giaà ieri che non mi sarebbe piaciuta, e infatti puzza anche questa di bruciato.
Scusate la franchezza.
Saluti a tutti.”
Ecco la risposta Franco Parpaiola, giunta ieri in redazione:
“Salve.
Vede cara Donatella Lacignola, con il signor Marseglia a suo tempo parlavo giornalmente. Lui sa esattamente come la penso e questo lo sanno anche tutti gli operatori e dipendenti Ital Green di allora, su questo non ci piove.
Sanno perché brandivo una spada tratta contro la Siemens, ma anche contro certi colletti bianche dell’Ital Green.
A quel tempo lavoravo per una Ditta Tedesca indipendente dal Consorzio che costruì l’Impianto, e le posso assicurare che quando mi accorsi come lavoravano gli “esperti” Siemens, andai subito sulle barricate. Per capire tutta la storia però, dovrà attendere la pubblicazione del libro, che ora cerco di tradurre in Italiano, per poi pubblicare con un editore o autonomamente.
Solo allora forse capirà cosa intendo dire con “tirar per i capelli dall’altra parte della scrivania”, mi permetta ora d’aggiungere “in modo bestiale”, o lo avevo già detto?
Le posso anche garantire che cominciai da giovane a lavorare come garzone, non certo come “manager”, di cose che non avevo mai visto prima.
(E