E donna Maria vi ricorse all'istante.
—Questo rimprovero mi sorprende: vi avevo già detto che io non intendevo menomamente offendere la vostra sposa: intendevo parlare del cavaliere soltanto; e credetti darvi coll'avvertirvi del suo amore per la duchessa una prova di devozione. Se voi pensate diversamente, mi giudicate male, ve lo giuro.
Il duca sorrise con incredulità.
—Ciò potrebbe anche essere, mormorò.
Donna Maria non fu per nulla rassicurata da quelle parole. La calma di don Francesco le sembrava forzata; e soltanto l'idea che egli aveva bisogno del suo silenzio le infondeva coraggio: poichè infatti, pensava, se egli, così violento, si contiene, vuol dire che teme disgustarmi.
—Ciò non toglie, riprese il duca, che voi abbiate commesso un gravissimo errore, una colpa anzi, tentando gettare in me dei dubbj su donna Livia.
—No, poichè sapevo che l'amate al punto da….
Donna Maria aveva detto ciò con qualche ironia, trasportata dalla sua animosità per la duchessa, involontariamente fors'anche.
Don Francesco l'interruppe.
—Vi avverto, donna Maria, le disse alterato, che non sono disposto a tollerare la menoma celia, per quanto velata essa sia.
La giovane si era fatta pallida, ma si rimise tosto.
—Credeva parlando così, disse, giustificarmi, rispondere alle vostre domande.
Ella aspettavasi che suo fratello le dicesse da un momento all'altro il motivo pel quale il cavaliere si era recato al castello, motivo che ella credeva conoscere; ma così non fu: gliene increbbe assai, perchè aveva stabilito valersene ad ottenere l'assenso alle sue nozze col principe.
—No, riprese il duca: voi non credeste rispondere alle mie domande, asserendo tenervi certa che io non avrei dubitato di donna Livia. Voi pensate tutto all'opposto. Credete voi che io non vi conosca?
E si arrestò, volendo giudicare dell'effetto che farebbero queste sue parole.
Ma donna Maria seppe questa volta contenersi mirabilmente e credette dover metter mano senz'altro all'ultimo colpo, cioè al segreto del padre.
—Ecco, disse senza alterarsi, quanto ottenni da voi in ricambio della mia devozione.
—Spiegatevi.
Era su quel terreno ch'egli aveva voluto condurla.
—Sì, riprese donna Maria, non ho io forse rispettato senza discuterlo il vostro volere, quando tutti gli altri vi contrastavano?… quando la vostra sposa…
—Basta, interruppe il duca alzandosi e mettendosi a passeggiare: basta.
E dopo un istante di silenzio, che donna Maria non osò rompere:
—Ebbene, sì, disse: voi in quella notte mi avete ubbidito, secondandomi. Non istarò ad indagare se il faceste unicamente per vostro particolare interesse; lo riconosco senza restrizione: è tutto quanto posso fare per voi.
«Ah, egli scende finalmente a patteggiare,» pensò donna Maria…—E fatta più ardita da questa riflessione, si rivolse al duca:
—A proposito, e gli altri taceranno?
Don Francesco si accigliò; quella domanda risvegliava tutte le sue inquietudini; pur nondimeno rispose con un cenno affermativo.
—Ne sono contentissima.
—Davvero?
—Certamente.
—Se è così, tacerete, senza chiedervelo, voi.
Donna Maria parve imbarazzata; poi decidendosi:
—Sì, tacerò; ma anch'io voglio facciate qualche cosa per me.
—E che cosa?
—Prima di chiedervela….
Ed ella esitò.
—Continuate.
—Poco fa mi sembraste non prestar fede alle mie parole… ed io….
—Donna Maria, disse il duca cangiando tuono, non voglio più udirvi parlare dei vostri indegni sospetti. Spiegatevi…. Voi mi avete offeso, gravemente offeso calunniando la duchessa, il sapete: e sapete altresì che, se vi perdono, è soltanto a condizione che il segreto di famiglia non venga mai svelato da voi. Lasciate ogni reticenza: che volete da me?
E la guardò attentamente.
Donna Maria, sorpresa da quel cangiamento, rimase sulle prime un po' stordita. Perchè don Francesco non le aveva parlato così a dirittura? Se sapeva quanto doveva chiedergli, ed ei lo sapeva certamente…. Era dunque per non darle la soddisfazione di confessare che era stato al castello?… Ma, qualunque fosse la causa che lo avesse guidato, ella comprendeva che era risoluto a comperare il suo silenzio… E senza occuparsi maggiormente a spiegare a sè stessa ciò che vi era di strano nel procedere del duca, rispose quasi subito:
—Voglio chiedervi non disponiate di me senza consultarmi, e non diversamente di quanto contava fare nostro padre.
—Nostro padre pensava maritarvi, disse affrettatamente il duca, che voleva finirla…. Comprendo: voi volete che vi pensi anch'io…. Infatti, siete nata pel mondo voi….
Egli sorrise sarcasticamente, passando le dita nei suoi folti baffi neri.
Ma donna Maria non si spaventò di quel contegno: provò per altro un vivissimo senso di dispetto nel pensare che don Francesco, il quale sembrava farsi un piacere d'umiliar tutti, ed a cui per allora ella era soggetta, aveva potuto perdonare a donna Livia, che ella odiava, la distruzione della pergamena; sdegnarsi, soffrire delle offese fatte a colei.
Ma perchè invidierebbe la duchessa? Fra poco non l'attendava forse un eguale destino? Migliore anzi: perchè ella comprendeva bene che donna Livia non era felice…. Non avrebbe ella presto uno sposo che l'amerebbe quanto il duca amava sua moglie, e che di più le sarebbe facile dominare, perchè nè orgoglioso, nè ostinato?
Scacciò dunque quel movimento di rabbia, e rispose tranquillamente al duca:
—Ebbene, sì: desidero vivere nel mondo; ma ho temuto, perchè so che una volta consigliaste nostro padre a mettermi in un ritiro.
—La vostra domanda riguarda anche donna Rosalia? chiese il duca ironicamente.
Era un altro rimprovero: e se donna Maria avesse prima dubitato che don Francesco non fosse stato al castello, quelle parole ne l'avrebbero accertata.
Ma, guardando all'avvenire sì ridente per lei, pensò non doversene offendere per allora, e rispose:
—Io non conosco i gusti di donna Rosalia.
—Bene, bene: se mi si presenterà per voi un buon partito, non lo rifiuterò.
Ei non parlava del principe, e donna Maria si decise finalmente a farlo ella stessa.
—Il principe degli Alberi mi ama, disse: egli vi chiederà la mia mano.
—Ah, voi mantenete corrispondenze amorose? domandò allora il duca con una severità piena per altro d'indifferenza.
—Vedevo il principe soltanto quando veniva da nostro padre, e….
—Basta, basta: vi dispenso dal giustificarvi.
Quella specie di sprezzo ferì molto donna Maria; ma si propose rimandare la vendetta a tempo migliore; e senza darsene per intesa:
—Dunque se il principe verrà al palazzo, e mi chiederà se deve sperare, potrò rispondergli affermativamente?
—Sì, sì; ma non colloqui sotto le finestre, non abboccamenti misteriosi; perchè ciò sarebbe