Il Re bello. Aldo Palazzeschi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Aldo Palazzeschi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066069698
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mezzo ai due assistenti spiava mandando da destra a sinistra la testa scheletrita fra le fessure che i due lasciavano operando, e si vide ad un tratto il suo collo lungo, fermo, rigido, uscito fuori dal busto come quello di un pollo automatico che si sia guastato e più non lo possa rientrare, e gli occhi anche parevano usciti dalla testa, senonchè dopo esser rimasto a lungo in quella tensione orribile ne uscì dando un guizzo ed un grido rauco secco che parve essergli, come la corda dell'arco, schiantato il cuore in petto, ma invece delle grandi lagrime ristoratrici gli inondavano le fosse delle guance incartapecorite e gli scendevano giù giù sull'abito gallonato come quelle di un fanciullo.

      Il vecchio, freddo e indurito uomo di governo, per la prima volta piangeva così in vita sua, senza potersi più contenere, e come assalito da follìa si gettò sui cuscini e stretta la bella testa del Sovrano si dette a baciarne la fronte.

      Ma Ludovico XIII ancora mezzo sopito sui cuscini si ritorceva spasimando, mentre il chirurgo lo assisteva e l'infermiera che aveva preso il neonato ne immergeva le fragili membra nel latte caldo, e ne frizionava e profumava le tenere carni delicatamente.

      — Presto! Via! Presto! Le girava attorno palpitante il conte Ercole Pagano Silf scoppiando d'impazienza. — Presto! Via! Via! — ansava il vecchio pestando i piedi come un fanciullo, non potendo più contenersi, — mentre la donna curava ancora il corpicino. — Presto! Via! — E quando fu bene mondo e ravvolto in flanelle e ricoperto in un broccato d'oro, il Gran Maresciallo afferratolo nelle braccia fuggì dalla camera.

      Come per incanto fu spalancato il balcone della Reggia e la porpora cadde, suonarono le campane, squillò alto l'allarme per la nascita del Re. La guardia reale sorpresa fuggì fuori senza il tempo di disporsi, precipitosamente si gettò sul piazzale, ignara di quello che accadeva, ignara della parte che pure in quello che accadeva rappresentava, si schierò al completo in fretta e senza sapere che facesse presentò le armi al Re.

      Esce sul balcone della Reggia ad un tratto il conte Ercole Pagano Silf Gran Maresciallo di Birònia coll'involucro d'oro alto nelle braccia e grida: Eccolo! È lui! È lui! il Re!

      Il popolo che dalle prime ore della mattina s'aggirava torvo dolorosamente assorto nei pressi della reggia, s'adunò sotto al balcone al richiamo inaspettato colla faccia tutta spalancata in su senza potersi rendere in nessun modo ragione di quello che accadeva, senza nulla comprendere di quella scena.

      — È lui! È lui! Urlava il maresciallo a squarciagola tra il frastuono delle campane delle trombe e del movimento delle folle accorrenti. — È lui! Il Re! Popolo di Birònia! Il tuo Re!

      Ma come? Ma che? Ma chi? Chi l'ha fatto? Pareva interrogare ogni faccia. Che cosa era quello che succedeva? Nessuno potendo capire.

      — Il tuo Re! Sì! No! — gridava il Gran Maresciallo cercando di superare colla sua voce la marea montante della folla! Il tuo Re! — E si udiva ancora qualche sua parola a intervalli — Ester! — Sì! No! Che? Chi? — Giuditta! — Dove? Come? Quando? — Giovanna d'Arco!

      Mentre il sole di mezzogiorno irradiando l'involucro d'oro lo faceva risplendere come un astro.

      — Vedi, vedi popolo! — Urlava senza più fiato il Maresciallo, e aperto il broccato e lasciate cadere le flanelle che l'avvolgevano, scoperto il corpicino e apertene le coscine morbide indicando nel mezzo il segno impercettibile, come il pistillo del fiore, quel piccolo segno che aveva amareggiato tutta la sua vita di governatore superando tutti i rumori:-è Ludovico! — urlò.

      Ma dalle vetrate della loggia lo si chiama affannosamente, al che il Maresciallo non risponde, una mano si sporge recando un altro involucro d'oro uguale al primo, egli accorre, un'altra creatura uguale gli viene porta, mentre egli credendo di avere smarrita la ragione si sente vacillare.

      — Sì, maschio, anche questo, gli si grida di dentro. Sua Maestà! Or ora! Senza capire più, agendo come in sogno il Grande Maresciallo afferrò l'altra creatura nell'altra mano e fattosi al balcone urlò:

      — Due! Due Re! Popolo di Birònia! Due Re!

      Guardava in sul principio ognuno smarrito verso l'alto senza potere capire in alcun modo che accadesse, in quell'immane frastuono senza farsi una possibile ragione di ciò che accadeva.

      — Due Re? Chi erano? Chi li aveva fatti? Chi li doveva fare? A chi appartenevano?

      Ma afferrato poi da quel delirio che dal balcone scendeva e invasolo tutto — Evviva! Evviva! — si pose a gridare intero il popolo, come vivesse un sogno. — Evviva! Evviva! — Tra gli squilli delle trombe i doppî delle campane le note dell'organo gli scoppi dei mortaretti — Evviva! — Quasi aspettandone un terzo uguale ai primi due — Evviva! — E alle facce che giungevano interrogando: di dove sono venuti? — Il Gran Maresciallo alzati i due corpi nudi nelle mani e alte le braccia verso il cielo urlò ancora. Di lassù! — E l'urlo di tutto un popolo s'alzò allora verso il cielo.

       * * *

      Per quanto la situazione venisse poco alla volta chiarita essa rimase sempre in un'atmosfera di leggenda e di mistero.

      Il Re Ludovico XIII fu dichiarato creatura fuori del sesso, e al disopra di ogni umanità, venuto sopra la terra solo per salvare un paese giusto dalla rovina. Esso si dileguò dopo il miracolo, nessuno n'ebbe più nuova, e certamente salì al cielo.

      Il suo regno fu chiamato «il Regno Santo» o anche «il Regno della Vergine» e ancora: «il Regno del Miracolo». Ne seguì il regno dei Gemelli che si chiamarono Ludovico XIV, e Ludovico XIV e Mezzo, per il qual modo la costituzione non venne toccata d'una virgola sola. I Gemelli regnarono in maniera tanto mai esemplare, e furono così fratelli come un solo uomo, col vantaggio che l'uno temendo e rispettando il giudizio dell'altro ognuno si mostrò sempre tanto cauto e pieno di riserbo che il più grande equilibrio ne risultò dall'unione.

      E fu per questa giustizia detto il regno della bilancia, e con una bilancia appunto si usò simbolizzarlo.

      Essi ebbero poi due spose belle, forti, che si sedettero maestosamente e piene di grazia al loro fianco sulla piazza dei Settantasette dove solamente il baldacchino fu dovuto ingrandire un poco, senza ledere per questo un pelo soltanto la grandezza e l'autorità di Ludovico il Grande che sì fieramente dall'alto del suo cavallo il tutto vigilava. Ebbero insieme ventisette figliuoli, diciotto dei quali maschi e fu assicurato così per un millennio il regno alla dinastia dei Ludovichi. Per le lontane e più luminose capitali d'Europa visse e vagò una certa contessa Marina Del Pioppo, che tenne vita simpaticamente libera, e un poco licenziosa dicono i peggiori critici sociali, la bellissima donna suscitò profonde e folli passioni in molte anime e febbri in molti corpi, alla bellezza essa accoppiava una maniera così aristocratica da doversi dubitare qualche volta, pure ignorando sempre quali fossero i suoi precisi natali, ch'ella discendesse da qualche gran sangue, pure nessuno avrebbe mai osato pensare o intravedere in quella bellissima donna, una spodestata Regina, nè, tanto meno, un Re assoluto.

      Si sa infine, che una notte, anzi, nelle primissime ore del mattino circa un mese dopo il Miracolo dei Gemelli, ad una stazione di frontiera in Birònia, erano discese da una misteriosa vettura due figure aristocratiche. Le persone di servizio non tardarono a riconoscere nel vecchio signore il Conte Ercole Pagano Silf Gran Maresciallo di Birònia, seppure in incognito e vestito in borghese e a capo scoperto, gli si inchinarono dinanzi. Nessuno potè però fare accertamenti a carico della signora, bellissima di figura, ma alla quale un velo troppo fitto cuopriva interamente la faccia. I due aspettando il passaggio del treno, parlavano assai intimamente e con affetto e al momento di salutarsi volarono per l'aria delle parole presso a poco come queste: — Eh! ci volevo proprio io, Maresciallo, per salvare la Patria, e un poco anche voi, sì, vecchia trappola. — Alzato quindi il velo fin sopra la bocca la bella signora posò la sua faccia fresca su quella rugosa e dura di lui, e lo baciò come si bacia il vecchio e caro padre.

       Indice

      — È come un grosso lupino d'oro con la sua campanellina che lo tiene infilato