Con il vampiro a terra, Ryker gli pestò la testa fino a quando vide la materia grigia fuoriuscirne. Non si preoccupò quindi più del proprio assalitore, e si affrettò da Maurelle. Allontanò un vampiro femmina e diede un calcio nelle palle al maschio, poi si frappose fra Maurelle ed i propri nemici.
I succhia-sangue insistettero. Maurelle si spostò quindi accanto a Ryker e chiamò a sé l’elemento dell’aria. Agitò una mano e costrinse il vampiro maschio a contrastare i forti venti che sollevò. Maurelle avvicinò poi la fiaccola verso il maschio, ma il vento che aveva provocato ne spense la fiamma.
Grazie agli Dei la caverna in quel punto non era completamente buia, quindi nessuno di loro perse l’abilità di vedere gli antagonisti. Ryker cinse il collo del vampiro femmina con un braccio e strinse con forza. Poi le calciò le gambe costringendola a terra, senza allentare la presa attorno al collo di lei. Sfruttò quindi le forze opposte per spezzarle il collo.
La gettò a terra e si voltò verso Maurelle, notando che la ragazza stava accoltellando il vampiro con la punta della fiaccola. La creatura s’accasciò al suolo, inerte. Ryker prese in prestito l’arma improvvisata da Maurelle e la utilizzò per infilzare la succhia-sangue alla gola. Eseguì qualche movimento, e la testa di lei rotolò a terra.
Ryker scosse il legno per liberarsi dei residui di carne e sangue. Ancora disgustato dalla vista, richiamò a sé le fiamme tramite le quali arse la parte sporca della fiaccola.
Brokk raggiunse Maurelle e le cinse le spalle con le braccia. “Che figata, bellezza”.
“Non sono più un fiore appassito. E non lo sarò mai più” la veemenza nelle parole di lei faceva venire i brividi, ma non era qualcosa di sorprendente. Ryker si era accorto che la ragazza aveva una spina dorsale d’acciaio nel momento in cui l’aveva vista entrare nella mensa dell’Accademia. Il Fae non l’aveva mai vista come un fiore appassito. Era la sua forza interiore che lo attraeva. Ovviamente contribuivano anche il suo bellissimo viso ed il suo corpo formoso.
“Ricordami di non farti incazzare” la provocò Daine. “Andiamocene”.
Ryker annuì ed intrecciò le dita con quelle di Maurelle nel dirigersi verso l’uscita. Il ragazzo era colmo d’orgoglio. La sua cuore impavido non era un fiore appassito. Era agguerrita, sexy e determinata. Era la compagna perfetta per il Re dei Fae, e se il ragazzo sarebbe stato abbastanza fortunato, l’avrebbe convinta che se lo meritava.
CAPITOLO CINQUE
A Maurelle vennero i brividi, quindi si strinse le braccia attorno al torso. L’aria della notte era fredda, e non aveva più in circolo l’adrenalina che la riscaldava. Le fogne facevano schifo, e pregava gli Dei di non doverci più fare ritorno.
Non era possibile, e se ne rese conto nel momento in cui il pensiero la raggiunse. Era il loro unico modo di fare ritorno al dormitorio. Non sarebbe tornata disarmata. Avrebbe trovato qualcosa con cui uccidere gli stronzi che popolavano le fogne.
“Mi è sempre stato detto che nelle fogne abita chi è stato cacciato, e che quindi non dovrebbero essere nel loro habitat. Ma tutte le creature che ho incontrato sono a loro agio fra le acque fecali” commentò Maurelle seguendo Ryker lungo la strada.
“Dove pensi che abitassero quelle bestie?” domandò Sol dietro la ragazza.
Quest’ultima si voltò e diede un’alzata di spalle. “In tutto il reame?”
Le labbra di Sol formarono una linea retta, e si accigliò. “No. Sono gli abitanti originari di Bramble’s Edge. Per questo motivo l’area è in forma splendida”.
La ragazza rimase a bocca aperta e sgranò gli occhi. “Per forza che sono incazzati. Ci siamo presi la loro casa”.
“Che cosa dovevano fare i nostri genitori?” Ryker intrecciò le dita con quelle di lei. “Quando i Fae sono stati confinati a Bramble’s Edge non è stato dato loro niente, quindi non hanno avuto altra scelta se non isolare sotto terra chi si rifiutava di collaborare. È una delle prime cose che intendo cambiare”.
Maurelle gli strizzò la mano silenziosamente come ad offrirgli il proprio supporto. Non avevano mai parlato di ciò che avrebbe fatto quando sarebbe finalmente salito sul trono. Parte di lei dubitava che sarebbe mai successo. Chi si trovava al potere avrebbe fatto di tutto per mantenere lo status quo.
La ragazza non riusciva a digerire il fatto che Ryker fosse in pericolo. Quando si sarebbe rivelato si sarebbe fatto subito dei nemici. Maurelle era cosciente del fatto che non le convenisse cercare di dissuaderlo dall’impossessarsi del proprio titolo e reclamare Mag Mell, quindi la Fae avrebbe fatto in modo che Brokk, Sol e Daine l’avrebbero affiancato in ogni momento.
Era stata a Bramble’s Edge di notte solamente un paio di altre volte. Non abbastanza per abituarsi al modo in cui le cose vi accadevano. Era ancora scioccata dal brulicare di attività notturna, ma ciò le faceva pensare al modo in cui i suoi genitori le avevano descritto la vita prima della guerra.
“Saremo tutti al tuo fianco quando lo farai” le promise Maurelle quando raggiunsero la rampa di scale che portava al locale della Peridun.
“Non riesco a credere che sto per entrare qui. Sono cresciuto con le storie di questo luogo che sembra essere infestato” ammise Daine, gli vennero i brividi.
“Ohhh” Maurelle strillò con fare emozionato, poi lasciò andare la mano di Ryker in modo da unire le proprie. “Ho sempre voluto vedere un fantasma. Si dice che abbiano le migliori ricette per la pasta frolla”.
Ryker ridacchiò con lei, il che fece innamorare ulteriormente la ragazza. “Pasta frolla, cuore impavido?”
“Certo. È deliziosa ed è anche meglio con il budino alla banana” scherzò prima di dirigersi alla porta.
Similmente alla prima volta in cui era stata al negozio, il cuore di Maurelle prese a battere all’impazzata quando vide la porta nera. Le rune sul serramento brillavano di blu come al solito, rappresentando l’unica fonte di luce sotto al balcone dell’appartamento sovrastante.
Ryker le passò oltre, il braccio di lui le accarezzò il fianco, facendole desiderare ancora di più il maschio. Non era il momento giusto per farsi sopraffare dagli ormoni. Quando si aprì la porta la Fae venne raggiunta da una zaffata di un familiare odore di fumo misto legno ed aghi di pino. La ragazza guardò dietro di sé, domandandosi se l’aroma sortisse il medesimo effetto sugli altri ragazzi come ne aveva su di lei.
Sfortunatamente nessuno dei due tradì alcuna sensazione. Avrebbero potuto vincere tantissimi soldi al gioco di carte degli umani chiamato poker. Maurelle fu la prima ad entrare, ed i ragazzi la seguirono.
Fu proprio quando Maurelle li ritenne padroni delle loro emozioni che udì qualcuno trasalire dietro di sé. Aveva avuto la stessa reazione quando aveva visto la Peridun per la prima volta. I lunghi capelli neri di quest’ultima erano acconciati in trecce, e sulla sua carnagione olivastra del viso troneggiava un sorriso. Maurelle notò nei suoi occhi azzurro chiaro la magia della creatura. I tatuaggi sul viso di lei aggiungevano mistero all’idea della Peridun.
Maurelle la riteneva accattivante e bellissima. Il cappello sulla testa di Shineah tintinnava con ogni movimento di lei. Quella volta però il capo d’abbigliamento era di color viola scuro, ma descriveva la medesima forma di sempre. Altri ciondoli di argento penzolavano a lato della testa di lei, e sulla sua tempia sinistra troneggiava un osso.
“Cosa ti porta al mio negozio quest’oggi, giovane Re?” domandò Shineah nell’oltrepassare il tavolo di metallo. La donna indossava un vestito di lana che le scivolava attorno al corpo e finiva a terra.
Il sorriso a mille watt che aveva catturato il cuore di Maurelle si allargò sul volto di Ryker quando il ragazzo portò una mano sulla spalla della Peridun. “Abbiamo ancora bisogno della tua assistenza, Shineah”.
“Vedo