Чёрный корсар. Уровень 1 / Il Corsaro Nero. Эмилио Сальгари. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Эмилио Сальгари
Издательство: Издательство АСТ
Серия: Легкое чтение на итальянском
Жанр произведения:
Год издания: 1898
isbn: 978-5-17-165853-3
Скачать книгу
proviene dalla Tortue o dalle colonie spagnole.

      – Saranno amici?.. Uhm! Osare avvicinarsi così vicino, quasi sotto i cannoni dei fortini, con il rischio di incontrare qualche squadra di navi da guerra che scortano un galeone pieno d'oro!..

      – In ogni caso, ci hanno visto, Wan Stiller, e non ci permetteranno di scappare.

      La stessa voce di prima, potente e sonora, è risuonata di nuovo nell'oscurità:

      – Chi vive?

      – I Fratelli della Costa! – avevano esclamato.

      Poi uno di loro chiamato Carmaux ha detto:

      – Io riconosco la voce che ci ha portato queste buone notizie.

      – Chi è? – ha chiesto l'altro, che stava remando con grande forza.

      – Solo un uomo tra tutti i valorosi della Tortue potrebbe avvicinarsi così tanto ai forti spagnoli.

      – Chi?..

      – Il Corsaro Nero.

      – Spirito santo!.. Lui!.. Proprio lui!..

      – Che brutta notizia per quel coraggioso marinaio! – ha sospirato Carmaux. – Ed è davvero morto!..

      – Forse sperava di arrivare in tempo per salvarlo dai soldati spagnoli, vero, amico?

      – Sì, Wan Stiller.

      – Ed è il secondo che gli appendono!..

      – Sì, il secondo. Due fratelli, entrambi appesi alla forca maledetta[3]!

      – Si vendicherà, Carmaux.

      – Sì, e noi saremo con lui. Il giorno in cui vedrò quel governatore di Maracaibo essere punito sarà il più bello della mia vita e spenderò i due smeraldi che tengo nei miei pantaloni. Saranno almeno mille piastre che dividerò con i miei compagni.

      – Ah!.. Te lo dicevo io? È la nave del Corsaro Nero!..

      La nave, che poco prima non si riusciva a vedere bene a causa dell'oscurità, si trovava a breve distanza dalla piccola barca.

      Era uno dei velieri utilizzati dai filibustieri della Tortue per cacciare i grandi galeoni spagnoli che trasportavano i tesori dell'America Centrale, del Messico e delle regioni equatoriali. Dodici cannoni sporgevano dalle finestre della nave pirata, minacciando da entrambi i lati, mentre sul ponte superiore si trovavano due grossi cannoni da caccia[4], destinati a spazzare i ponti a colpi di mitraglia. Il legno corsaro si era fermato per aspettare il canotto, ma sulla prua si vedevano, illuminati da una lanterna, dieci o dodici uomini armati con fucili, pronti a sparare al minimo sospetto.

      I due marinai del canotto, arrivati sotto il bordo della nave a vela, hanno preso una corda che era stata lanciata loro insieme a una scala di corda, hanno assicurato l'imbarcazione, hanno ritirato i remi e poi sono saliti sul ponte con agilità sorprendente. Due uomini, entrambi con fucili puntati su di loro, mentre un terzo si avvicinava, illuminando i nuovi arrivati con una lanterna.

      – Chi siete? – ha chiesto loro.

      – Per Belzebù, mio patrono!.. – ha esclamato Carmaux. – Non riconoscete gli amici?..

      – È il biscaglino Carmaux!.. – ha gridato l'uomo con la lanterna. – Come sei ancora vivo, quando alla Tortue ti credevano morto?.. Ehi! Un altro ritornato!.. Non sei tu l'amburghese Wan Stiller?

      – In carne ed ossa[5], – ha risposto.

      – Sei riuscito a scappare anche tu dalla forca?..

      – Eh!.. La morte non mi voleva ed io ho pensato che era meglio vivere qualche anno ancora.

      – E il capo?..

      – Silenzio, – ha detto Carmaux.

      – Puoi parlare: è morto?

      – Banda di corvi![6] Avete finito di gracchiare?.. – ha gridato la voce metallica, rivolta agli uomini del canotto.

      – Tuoni d'Amburgo!.. Il Corsaro Nero!.. – ha borbottato Wan Stiller, con un brivido.

      Carmaux, alzando la voce, ha risposto:

      – Eccomi comandante.

      Poi un uomo è sceso dal ponte e si è avvicinato a loro, tenendo una mano sulla impugnatura di una pistola alla sua cintura. Era vestito interamente di nero con un'eleganza insolita per i filibustieri del grande Golfo del Messico, che di solito si accontentavano di pantaloni e camicia, prestavano più attenzione alle armi che all'abbigliamento. Portava una giacca di seta nera con ornamenti dello stesso colore, pantaloni di seta nera stretti da una larga cintura decorata, alti stivali e un grande cappello di feltro con una lunga piuma nera che scendeva fino sulle spalle. Quell'uomo aveva un aspetto un po' triste, con un volto pallido e una barba nera. Aveva però lineamenti bellissimi: un naso regolare, due labbra piccole e rosse come il corallo, una fronte ampia solcata da una leggera ruga, due occhi neri che sembravano spaventare anche i più coraggiosi filibustieri di tutto il golfo. I due uomini del canotto, quando l'hanno visto arrivare, si sono guardati con preoccupazione e hanno sussurrato:

      – Il Corsaro Nero!

      – Chi siete voi e da dove venite? – ha chiesto Il Corsaro: si è fermato davanti a loro con la mano sempre sulla pistola.

      – Noi siamo due filibustieri della Tortue, due Fratelli della Costa, – ha risposto Carmaux.

      – E venite?

      – Da Maracaibo.

      – Siete fuggiti dalle mani degli spagnoli?

      – Sì, comandante.

      – A qual legno appartenevate?

      – A quello del Corsaro Rosso.

      Il Corsaro Nero, udendo quelle parole, è trasalito, poi è rimasto in silenzio per un momento, guardando i due filibustieri.

      – Al legno di mio fratello, – ha detto poi, con la voce tremante.

      Ha afferrato bruscamente Carmaux per un braccio e l'ha portato verso la poppa, quasi tirandolo per forza. Arrivati sotto il ponte di comando[7], ha alzato lo sguardo verso un uomo che si trovava in piedi lassù e ha detto:

      – Incrocerete sempre al largo[8], signor Morgan; gli uomini devono restare pronti con le armi e gli artiglieri con le micce accese; mi avviserai di tutto ciò che potrebbe succedere.

      – Sì, comandante, – ha risposto l'altro. – Nessuna nave o barca si avvicinerà senza il Suo consenso.

      Il Corsaro Nero è sceso nel suo quartiere generale, tenendo sempre Carmaux per il braccio, è entrato in una piccola cabina ammobiliata con eleganza e illuminata da una lampada dorata, anche se sulle navi filibustiere era vietato tenere accesa qualsiasi luce dopo le nove di sera, poi ha indicato una sedia e ha detto brevemente:

      – Ora parlerai.

      – Sono pronto a rispondere ai tuoi ordini, comandante.

      Invece di interrogarlo, il Corsaro lo fissava intensamente, con le braccia incrociate sul petto. Era diventato più pallido del solito, quasi livido, mentre il petto si sollevava sotto frequenti sospiri. Due volte aveva provato a parlare, ma poi aveva preferito tacere. Finalmente, facendo uno sforzo, ha chiesto con voce sorda:

      – Hanno ucciso mio fratello, il Corsaro Rosso, è vero?

      – Sì, Comandante, – ha risposto Carmaux, con un sospiro. – Hanno ucciso anche l'altro fratello, il Corsaro Verde.

      Un grido rauco è uscito dalle labbra del comandante. Carmaux l'ha visto impallidire terribilmente e portarsi una mano sul cuore, e sedersi su una sedia, nascondendo il viso con la larga tesa del cappello.

      – Io temevo di giungere troppo tardi, ma mi resta la vendetta. L'hanno fucilato?

      – Appiccato, signore.

      – Sei sicuro di questo?

      – L'ho visto con i


<p>3</p>

la forca maledetta – проклятая виселица

<p>4</p>

cannoni da caccia – кормовые орудия

<p>5</p>

in carne e ossa – собственной персоной / во плоти

<p>6</p>

Banda di corvi! – Воронье!

<p>7</p>

ponte di comando – командный мостик

<p>8</p>

incrociare al largo – прочесывать море