La psicologia metafisica dà generalmente un valore minimo all’analisi empirica, e alla causate connessione dei processi psichici. Considerando essa la psicologia parte della filosofia metafisica, suo intento principale è di giungere a una determinazione dell’“essere dell’anima„, la quale si accordi colla complessa concezione universa del sistema metafisico, in cui rientra la psicologia. Posto il concetto metafisico dell’anima, si cerca da questo derivare il vero contenuto dell’esperienza psicologica. Il carattere, per cui la psicologia metafisica si differenzia dall’empirica, è, che quella non deriva i processi psichici da altri processi psichici, ma da un sostrato tutt’affatto diverso, o dagli atti di una speciale sostanza animica o dalla proprietà e dai processi della materia. E secondo la natura attribuita a questo sostrato la psicologia metafisica dà luogo a due indirizzi. La psicologia spiritualistica considera i processi psichici come effetti di una speciale sostanza psichica, la quale è ritenuta o essenzialmente diversa dalla materia (sistema dualistico), o a questa di natura affine (sistema monistico o monadologico). La tendenza metafisica che è a base della psicologia spiritualistica, sta nell’ ipotesi di un’essenza soprannaturale dell’anima e nello sforzo di conciliare questa ipotesi coll’altra dell’immortalità, cui talora si collega anche l’ipotesi più spinta di una preesistenza. La psicologia materialistica riconduce i processi psichici allo stesso sostrato materiale che la scienza della natura pone ipoteticamente a spiegazione, dei fenomeni naturali. Secondo questa psicologia i processi psichici sono, come i processi fisici della vita, legati ad aggruppamenti di elementi materiali; aggruppamenti che sorgono durante la vita individuale, e col finire di questa si dissolvono. La tendenza metafisica di questa psicologia sta nella negazione dell’essenza soprannaturale dell’anima, affermata invece dalla psicologia spiritualistica. Ma con questa si identifica, in quanto non cerca l’interpretazione dell’esperienza psicologica in sè stessa, ma vuole derivarla da processi ipotetici di un sostrato metafisico.
2. Dalla lotta contro quest’ultimo indirizzo è nata la psicologia empirica. Essa dove è conseguentemente svolta, si sforza di ricondurre i processi psichici a concetti che sono direttamente desunti dalla connessione di questi processi, o di giovarsi di processi ben determinati e semplici per derivare dal loro cooperare altri processi più complessi. Le basi di una tale interpretazione possono essere molteplici e però anche la psicologia empirica dà luogo a diversi indirizzi, i quali si possono generalmente distinguere per due ragioni. La prima si riferisce al rapporto della esperienza interna all’esterna e alla posizione che le due scienze sperimentali, la scienza della natura e la psicologia, prendono l’una rispetto all’altra. La seconda si riferisce ai fatti o ai concetti loro, dai quali si prendono le mosse per l’interpretazione dei processi. Ogni trattazione concreta della psicologia empirica rappresenta nello stesso tempo un indirizzo della prima e uno della seconda maniera.
3. Secondo questa concezione generale della natura dell’esperienza psicologica stanno in opposizione quelle due tendenze psicologiche, delle quali già si trattò più sopra (§ 1) a causa della loro importanza decisiva per la determinazione del còmpito della psicologia: la psicologia del senso interno, e la psicologia come scienza dell’esperienza immediata. La prima, tratta i processi psichici come contenuti di un dominio speciale dell’esperienza, coordinato all’esperienza naturale fornitaci dai sensi esterni, ma da essa assolutamente diverso. La seconda non riconosce una differenza reale fra l’esperienza interna e l’esterna, ma vede tale distinzione solo nella diversità dei punti di vista, dai quali quell’esperienza, unica in sè stessa, viene considerata.
Di queste due forme della psicologia empirica la prima è la più antica. Essa è sorta dall’aspirazione di affermare l’indipendenza, dell’osservazione psicologica contro le usurpazioni della filosofia della natura. E poichè essa per la sua tendenza vuole coordinate la scienza della natura e la psicologia, crede essere gli eguali diritti di queste due scienze fondati innanzi tutto sulla generale diversità dei loro oggetti e delle forme della percezione di questi oggetti. Questa veduta ha influito in doppio senso sulla psicologia empirica: in primo luogo perchè favorì l’opinione che la psicologia abbia bensì a servirsi di metodi empirici, ma questi siano, come i dati dell’esperienza psicologica, fondamentalmente diversi da quelli della scienza della natura; in secondo luogo perchè essa si sforzò di stabilire qualche nesso fra quei domini dell’esperienza, già presunti diversi. Sotto il primo rispetto, la psicologia del senso interno fu appunto quella che coltivò il metodo della pura introspezione (§ 3, 2). Per la seconda considerazione, l’opinione di una differenza fra i dati fisici e psichici della esperienza ricondusse dì necessità alla psicologia metafisica. Infatti da questo punto di vista, per la natura stessa della cosa, le relazioni dell’esperienza interna all’esterna o i così detti “rapporti tra il corpo e l’anima„ potevano essere spiegati solo mediante ipotetici principi metafisici. Tali principi metafisici non potevano far a meno di influire anche sulla ricerca psicologica, sì che essa fu inquinata di sussidiarie ipotesi metafisiche.
4. Dalla psicologia del senso interno si distingue essenzialmente quella concezione, che definisce la psicologia come “scienza dell’esperienza immediata„. Questa infatti, ritenendo essere l’esperienza interna ed esterna non parti diverse, ma diversi modi di considerare una sola e medesima esperienza, non può riconoscere una precipua differenza fra i metodi della psicologia e della scienza naturale. Questo indirizzo psicologico ha prima di tutto cercato di stabilire i metodi sperimentali che devono compiere un’analisi esatta dei processi psichici; analisi che, tenuto conto del mutato punto di vista, è analoga a quella di cui le scienze naturali fanno uso nella spiegazione dei fenomeni della natura. Di più questo indirizzo mostra che le singole scienze dello spirito, le quali hanno ad oggetto i processi psichici concreti o le creazioni psichiche, si trovano tutte sul medesimo terreno di una scientifica considerazione dei dati immediati dell’esperienza e dei loro rapporti coi soggetti agenti. Donde, come conseguenza necessaria, l’analisi psicologica dei prodotti più generali dello spirito: la lingua, le rappresentazioni mitologiche, le norme dei costumi, dev’essere considerata come un sussidio all’intelligenza dei processi psichici più complessi. Questa concezione sta pertanto, riguardo al metodo, in più stretto rapporto con altre scienze: come psicologia sperimentale colle scienze naturali, come psicologia sociale[3] colle più speciali scienze dello spirito.
Finalmente, considerando in tal modo la psicologia, si viene ad eliminare completamente la questione sui rapporti degli oggetti psichici ai fisici. Ambedue non sono veramente oggetti diversi, ma uno stesso contenuto, il quale è considerato una volta nella ricerca della scienza naturale mediante l’astrazione del soggetto, e l’altra nella ricerca psicologica in relazione alla sua costituzione immediata e ne’ suoi rapporti totali al soggetto. Tutte le ipotesi metafisiche sulle relazioni intercedenti fra gli oggetti psichici e fisici, sono, considerate da questo punto di vista, soluzioni di un problema che si agita attorno ad una questione falsamente posta. Se la psicologia deve nella connessione dei processi psichici, in quanto questi sono dati immediati dell’esperienza, rifuggire dal soccorso di ipotesi metafisiche, essa può nondimeno — poichè esperienza esterna ed interna sono due punti di vista integratisi a vicenda di una sola od identica esperienza — ritornare, sovratutto dove la connessione dei fenomeni psichici presenta lacune, a considerare fisicamente gli stessi processi, per vedere se mediante questo nuovo punto di vista, diverso e preso dalla scienza naturale, si possa ristabilire quella continuità che si credeva mancasse. Il medesimo varrà poi, ma in senso inverso, anche per quelle lacune che si presentano nella catena delle nostre conoscenze fisiologiche, potendo questa venir completata con anelli, fornitici da una trattazione dell’esperienza dal punto di vista puramente psicologico. Sulla base di una tale concezione, che pone le due forme di conoscenza nel loro giusto rapporto, è possibile che non soltanto la psicologia porti a piena esecuzione il proposito di essere scienza sperimentale, ma che anche la fisiologia diventi vera scienza sussidiaria della psicologia; come dall’altra parte la psicologia è con eguale diritto una scienza sussidiaria della fisiologia.
5. Riguardo alla seconda delle suaccennate (2) partizioni fondamentali, cioè riguardo ai fatti o concetti posti a base della ricerca psicologica, si possono ancora distinguere due indirizzi della psicologia empirica, i quali sono, generalmente parlando, due gradi di sviluppo successivi della interpretazione psicologica. Il primo corrisponde ad una