15. Anche le sensazioni cromatiche costituiscono, quando si abbia riguardo solo alla loro qualità, un sistema ad una dimensione. Ma questo, a differenza del sistema delle sensazioni pure di chiarore, ha la proprietà di ricorrere in sè stesso; infatti da qualsiasi punto si parta, si ritorna sempre a poco a poco ad una qualità di maggiore differenza, e poi da questa di nuovo a qualità di minore differenza, ed infine al punto di partenza. Lo spettro dei colori che si ottiene dall’incidenza del raggio solare su un prisma o che si osserva nell’arco-baleno, presenta già questa proprietà, benchè non appieno. Se si parte dal limite rosso di questo spettro, si riesce dapprima all’aranciato, poi al giallo, giallo-verde, verde, verde-bleu, bleu, indaco, infine al violetto, il quale ultimo è di nuovo più simile al rosso di tutti gli altri colori che stanno tra il rosso e il violetto, ad eccezione di quello che è più vicino al rosso, dell’aranciato. La ragione, per cui questa linea dei colori dello spettro non ricorre completamente in sè stessa, sta evidentemente nel fatto che essa non contiene tutti i colori corrispondenti alle nostre sensazioni; mancano nello spettro le gradazioni purpureo-rosse, che fisicamente si ottengono mescolando i raggi rossi e violetti. Se con questa mescolanza s’integra la serie dei colori dello spettro, il sistema delle sensazioni reali dei colori è completo e forma una linea che ritorna al proprio punto di partenza. Ma non è a credere che questa proprietà provenga dal fatto, che lo spettro dei colori offra realmente alla nostra osservazione in modo approssimativo quel ritorno. Piuttosto è possibile ottenere il medesimo ordine delle sensazioni, anche quando oggetti colorati, mescolati in qualsiasi modo, vengano ordinati secondo la loro affinità soggettiva del colore; persino fanciulli, che non hanno mai osservato con attenzione uno spettro solare o un arcobaleno, epperò possono cominciare questa serie così col rosso come con qualsiasi altro colore, la costruiscono sempre nello stesso senso.
Quindi il sistema delle qualità cromatiche pure dev’essere definito come un sistema ad una dimensione, non in linea retta, ma ricorrente in se stesso; geometricamente può essere rappresentato nel modo più semplice da una circonferenza. Siccome in questo sistema da ogni dato colore, per piccole e graduali variazioni della sensazione, si giunge dapprima a colori simili a quello, poi ad altri da quello diversissimi, e infine di nuovo ad altri in altra direzione pure simili ad esso, necessariamente ad ogni qualità cromatica corrisponde una cert’altra qualità, che equivale al massimo delle differenze sensibili. Questo colore può essere detto colore contrario, e quando si rappresenti il sistema dei colori mediante una circonferenza, due colori contrari trovano posto alle due estremità di uno stesso diametro. Colori contrari sono, ad es., rosso-porpora e verde, giallo e bleu, verde-chiaro e violetto e così via, cioè essi sono le più grandi differenze qualitative sensibili.
La qualità delle sensazioni, che ci è data dall’ordine stesso del sistema dei colori, è detta anche, con una espressione metaforica tolta a prestito della qualità dei toni: tono dei colori, per distinguerla dalle altre determinazioni qualitative. In questo senso i semplici nomi dei colori rosso, aranciato, giallo, ecc., indicano semplici toni di colori. Il cerchio dei colori è una rappresentazione del sistema dei toni dei colori, fatta astrazione da tutte le proprietà che ancora si aggiungono alla sensazione. Infatti la sensazione di colore possiede ancora due proprietà, delle quali l’una diciamo grado del colore o anche saturazione, l’altra chiarore. Di queste due proprietà il grado del colore è speciale alle sensazioni di colore, mentre il chiarore è comune colle sensazioni acromatiche.
16. Per grado del colore o saturazione s’intende la proprietà della sensazione di colore di pervenire per qualsiasi passaggio a sensazioni acromatiche; cosicchè continui passaggi sono possibili da ogni colore ad ogni grado della serie delle sensazioni acromatiche, al bianco, al grigio, al nero. L’espressione “saturazione„ è qui presa dal modo consueto di dimostrare oggettivamente questi passaggi, cioè dalla saturazione di una soluzione incolore con sostanze colorate. Potendosi pensare per ogni possibile stato di un colore per quanto saturato, uno stato ancor più saturato dello stesso tono, e indicando una sensazione acromatica il punto estremo in una serie di saturazioni sempre decrescenti di un qualsiasi colore, il grado del colore può essere considerato come una determinazione che spetta a tutte le sensazioni di colore, o per la quale il sistema delle sensazioni di colore è portato nello stesso tempo in immediata connessione con quello delle sensazioni acromatiche. L’insieme dei gradi di colore che si presentano come passaggi da un certo colore a una certa sensazione acromatica, bianca, grigia o nera, — quando si pensi rappresentata la sensazione acromatica da un punto, il quale coincida col punto medio del cerchio dei colori, — potrà essere espresso da quel raggio del cerchio che collega quel punto di mezzo con quel certo colore. Immaginiamo ora rappresentati in tal modo nello spazio i gradi di saturazione di tutti i colori, gradi corrispondenti ai continui passaggi ad una certa sensazione acromatica; allora il sistema dei gradi così ottenuto assume la figura di una superficie di cerchio, la cui periferia corrisponde al sistema dei toni semplici dei colori, e il cui centro a quella sensazione acromatica, alla quale sono ordinati i diversi gradi dei colori. Quindi, partendo da qualsiasi punto del continuo lineare delle sensazioni acromatiche, è sempre possibile costrurre un sistema dei gradi dei colori, purchè si osservi questa sola condizione, che il bianco non sia troppo chiaro o il nero troppo oscuro, altrimenti sparirebbero le differenze di saturazione e dei colori. Ma sistemi di saturazione, che sieno ordinati per diversi punti del sistema acromatico, possiedono sempre diversi gradi di chiarore. È possibile costrurre un sistema puro di gradi dei colori sempre solo per un unico determinato grado di chiarore, cioè, coincidendo il sistema delle sensazioni acromatiche con quello delle sensazioni pure di chiarore, per un solo punto del continuo delle sensazioni acromatiche. Quando questo sia stato fatto per tutti i punti possibili, il sistema dei gradi dei colori è completato da quello dei gradi di chiarore.
17. Il chiarore è una proprietà che spetta con eguale necessità tanto alle sensazioni cromatiche quanto alle acromatiche; ed è tanto in quelle quanto in queste proprietà insieme qualitativa e intensiva. Partendo da un certo grado di chiarore, ogni sensazione colorata, di cui si faccia crescere il chiarore, viene accostandosi nella sua qualità al bianco, mentre nel tempo stesso ne cresce l’intensità; e quando se ne faccia diminuire il chiarore, essa si avvicina nella sua qualità al nero, mentre nel tempo istesso se ne indebolisce l’intensità. I gradi di chiarore di ogni singolo colore formano un sistema di qualità intensive analogo alle sensazioni acromatiche e alle sensazioni pure di chiarore, solo che al posto dei gradi qualitativi acromatici che si muovono tra il nero e il bianco, qui sono entrati i corrispondenti gradi di saturazione. La nuova serie presenta dal punto della maggior saturazione due direzioni opposte di diversa saturazione: la positiva nella direzione del bianco, che è connessa intensivamente coll’aumento della sensazione, e la negativa nella direzione del nero, cui corrisponde una diminuzione della sensazione. Come estremi delle due graduazioni delle saturazioni, si dànno da una parte la pura sensazione bianco, e dall’altra la pura sensazione nero, delle quali quella rappresenta un massimo e questa un minimo dell’intensità della sensazione. In tal guisa bianco e nero indicano egualmente