13 Zur Alphabetisierung und zum Schulwesen vom 16. bis ins 19. Jahrhundert vom Hochstift Trient über das Aostatal bis ins Tessin vgl. insbesondere Maurizio PISERI (Hg.), L’alfabeto in montagna. Scuola e alfabetismo nell’area alpina tra età moderna e XIX secolo, Milano 2012.
14 Vgl. CHARTIER, Lesewelten, S. 18 f.
15 Vgl. SCHNEIDER, Frühe Neuzeit, S. 749 f.
16 CHARTIER, Order, S. VIII.
17 Genau diesem Thema war eine Tagung 2014 in Pisa gewidmet; der alpine Raum fand hierin keine Berücksichtigung: Ludovica BRAIDA/Siliva TATTI (Hg.), Il Libro. Editoria e pratiche di lettura nel Settecento (Biblioteca del XVIII secolo 29), Rom 2016.
18 Der Begriff stammt von Rolf ENGELSING, Die Perioden der Lesergeschichte in der Neuzeit. Das statistische Ausmaß und die soziokulturelle Bedeutung der Lektüre. In: Archiv für Geschichte des Buchwesens 10 (1970), Sp. 945–1002. Aufgegriffen haben ihn u. a. Reinhard WITTMANN, Gibt es eine Leserevolution am Ende des 18. Jahrhunderts? In: CHARTIER/CAVALLO (Hg.), Die Welt des Lesens, S. 419–454; Reinhard SIEGERT, Theologie und Religion als Hintergrund für die „Leserevolution“ des 18. Jahrhunderts. In: Hans Edwin FRIEDRICH/Wilhelm HAEFS/Christian SOBOTH (Hg.), Literatur und Theologie im 18. Jahrhundert. Konfrontationen – Kontroversen – Konkurrenzen (Hallesche Beiträge zur Europäischen Aufklärung), Berlin/New York 2011, S. 14–31 und auch TSCHOPP, Umrisse, S. 155. Auch Hans-Martin Gauger lässt mit dem 18. Jahrhundert die „moderne Lesekultur“ beginnen, zumal nun „ein wirkliches Lesepublikum“ entstand, vgl. GAUGER, Kulturen, S. 38. SCHNEIDER, Frühe Neuzeit, S. 760, weist auf die Schwierigkeit der eindeutigen Festlegung auf derartige Zäsuren hin (die allerdings wohl in der Geschichtswissenschaft ganz allgemein für Fragen der Periodisierung zutrifft).
19 Vgl. CHARTIER, Lesewelten, S. 9 und 18 f.
20 Vgl. Peter ANDORFER, Die Weltbeschreibung des Leonhard Millinger. Ein Schlüssel zum Weltbild eines Bauern um 1800, ungedr. Diss. Universität Innsbruck 2015 sowie die Edition der Weltbeschreibung: DERS. (Hg.), Die Weltbeschreibung des Leonhard Millinger (Editiones Electronicae Guelferbytanae 12) Wolfenbüttel 2013, URL: http://diglib.hab.de/edoc/ed000223/start.htm [10.06.2020].
21 Alfred Messerli weist darauf hin, dass Quellen, die entsprechende Einblicke in die „individuelle Aneignung von Lektüre“ erlauben, zwar sehr aufschlussreich, zugleich jedoch überaus selten sind. Vgl. Alfred MESSERLI Leser, Leserschichten und -gruppen, Lesestoffe in der Neuzeit (1450–1850). Konsum, Rezeptionsgeschichte, Materialität. In: RAUTENBERG (Hg.), Buchwissenschaft in Deutschland, Bd. 1: Theorie und Forschung, Berlin/ New York 2010, S. 443–502, hier S. 449. Als Beispiel für die Freiheit der Leser*in zieht er die von Carlo Ginzburg verfasste mikrogeschichtliche Pionierstudie zum friaulischen Müller Domenico Scarletta, genannt Menocchio, heran, in der Ginzburg eine „angriffslustige Originalität“ („aggressiva originalità“) konstatiert, mit der sein Protagonist Bücher las bzw. rezipierte. Vgl. MESSERLI, Leser, S. 447 f. sowie Carlo GINZBURG, Der Käse und die Würmer. Die Welt eines Müllers um 1600, aus dem Italienischen von Karl Hauber, Berlin 62007, S. 61 [orig.: Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500, Turin 1976, S. 40].
22 Vgl. z. B. WITTMANN, Geschichte.
Editoriale
“Dopo lo sviluppo del linguaggio umano e l’introduzione di complessi sistemi di scrittura, una terza rivoluzione mediatica ha coinciso con l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo”: così si esprime Reinhard Wittmann, uno dei protagonisti negli ultimi decenni della ricerca in lingua tedesca sulla storia del libro e della lettura.1 E certamente all’invenzione di Johannes Gensfleisch (zur Laden zum Gutenberg) non sono mai mancate valutazioni e giudizi altrettanto perentori. Ad essa è stato attribuito il valore di cesura epocale, basti pensare alla tanto citata espressione con cui Goethe divide “la storia del mondo e dell’arte” in una fase precedente e una successiva all’invenzione dell’arte della stampa.2
Eppure le molteplici conseguenze di quella che in fondo era solo una nuova (certamente geniale) soluzione tecnica, capace di accelerare drasticamente la riproduzione degli scritti, risultano a stento comprensibili nella loro portata. Tra queste conseguenze rientrano, ad esempio, l’ampliamento della diffusione e della registrazione delle informazioni, il cambiamen-to della cornice generale della gene si delle conoscenze dentro spazi di dibattito “virtuali” assai più ampi di prima (che fungono anche come arena per l’azione politica) nonché i profondi effetti sulla storia della mentalità. Tutte le analisi scientifiche, a prescindere da quale dei diversi aspetti di questa rivoluzione si occupino, hanno comunque alla base una costante a priori, anche se non sempre esplicitamente formulata: l’indiscussa convinzione che questi prodotti stampati – dai volantini alle opere in più volumi, dai trattati scientifici ai testi sacri, giuridici e scolastici fino alle relazioni politiche e alla letteratura di intrattenimento – siano dotate di un intrinseco potere:3 quello di modellare la percezione dei loro consumatori, anzi di intere società, della cui realtà sarebbero parte costitutiva.4
Come sostiene Silvia Serena Tschopp (riprendendo Roger Chartier), una storia della lettura non può certo esaurirsi in una descrizione dei materiali di lettura. L’obiettivo prioritario si è da tempo decisamente spostato sull’indagine riguardante la percezione e la ricezione di ciò che veniva letto. Riferendosi allo stato della ricerca storica sulla lettura, nel 2014 l’autrice lamentava ancora la mancanza di studi sistematici sulle abitudini di lettura del passato e sulle loro implicazioni, caratterizzandoli allo stesso tempo come un campo di lavoro “ambizioso” e minato da una serie di incertezze metodologiche. Secondo Tschopp, la lettura rimarrebbe pur sempre “parzialmente illeggibile”.5 Prescindendo da questi limiti metodologici, è comunque possibile proporre l’analisi di numerose questioni relative alla storia del libro e della lettura. Il presente numero raccoglie una selezione di possibili approcci a questo insieme di temi, di per sé molto eterogenei.6
Le questioni fondamentali nel campo della ricerca storica sulla lettura possono essere ripartite in tre grandi aree tematiche.7 Un punto di partenza coincide con le “condizioni che rendono possibile la lettura”. Tschopp le individua nell’esistenza di un mercato per le opere di lettura e in sufficienti risorse in termini di formazione, di tempo e di disponibilità economica. La seconda prospettiva riguarda il “significato che in un determinato momento storico viene attribuito alla lettura”, in altre parole la decisione di leggere o meno. In tal senso, ad esempio, sono rilevanti i diversi parametri socio-economici,