“Faremo del nostro meglio per recuperarlo, signora,” le assicurò. “Ma per quanto riguarda le carte di credito, piuttosto che bloccarle, speravamo di poterle rintracciare nella speranza di poterla catturare nell’atto di usarle. Potrebbe anche tentare di falsificare un numero di documento usando la sua carta d’identità. Ci darebbe il permesso di visionare le sue transazioni e dati finanziari per vedere se ci siano delle anomalie?”
La signora Maines gli lanciò un’occhiata scettica, chiaramente consapevole che la sua richiesta aveva probabilmente un secondo fine.
“Mi pare un po’ invasivo,” commentò.
“È vero,” ammise Ryan. “Vogliamo aprire una rete più ampia possibile in modo da non lasciarci sfuggire nulla. Possiamo ottenere un’ingiunzione se necessario. Ma richiede tempo e temo che nel frattempo la colpevole potrebbe scivolarci tra le dita. Ma se lei firmerà i permessi adesso, possiamo cominciare immediatamente.”
La signora Maines parve ancora in qualche modo poco convinta. Ma nel modo in cui Ryan aveva posto la cosa, un suo rifiuto sarebbe apparso come un intralcio alle indagini sull’omicidio di suo marito. Dopo un momento fu chiaro che aveva deciso che qualsiasi scheletro lui avesse pensato di tenere nascosto, avrebbe dovuto fare un passo indietro per permettere di catturare l’assassino.
“Datemi le carte,” disse in modo brusco.
Ryan, che già aveva la busta pronta, gliela porse. Jessie lo vide combattere contro l’impulso di sorridere, e lei dovette reprimere il proprio desiderio di dargli un calcio.
Era fortunato che Margo Maines non conoscesse le sue espressioni bene quanto le conosceva lei. Le neo-vedove in genere non apprezzavano sorrisini di auto-compiacimento.
CAPITOLO SEI
Jessie stava cominciando a sentire la frustrazione nei confronti di Ryan.
Erano tornati alla centrale, sedevano alle loro scrivanie e sfogliavano i confusi documenti finanziari mentre aspettavano che la squadra tecnica sgrovigliasse le origini della ‘City Logistics’ e scoprisse dove attingesse le sue risorse. Il capitano Decker era a una riunione al quartier generale, il che significava che Jessie poteva ancora evitare l’incontro durante il quale l’avrebbe inevitabilmente messa in guardia di stare alla larga dal caso di Hannah.
Nel frattempo, Ryan aveva avanzato l’idea che Margo Maines stesse fingendo, che avesse scoperto l’avventura del marito e avesse assoldato una donna per farlo fuori, che fosse per vendetta, per l’assicurazione sulla vita o per entrambe le cose. In effetti sembrava essersi fissato su questa supposizione.
“Non mi è sembrata credibile,” insisteva. “Non mi compro la sua ostinazione nel credere che Gordon doveva essere drogato per salire in una stanza d’hotel con un’altra donna. Hai visto il video al bar. Era completamente preso. Margo doveva avere almeno una vaga idea della sua lascivia.”
“Ne sono certa,” confermò Jessie nonostante l’agitazione. “Ma questo non significa che abbia deciso di farlo fuori. Magari semplicemente non era a proprio agio a riconoscere davanti a due persone che aveva appena incontrato che di fronte al suo pessimo comportamento, preferiva chiudere un occhio. Si sa che le mogli lo fanno.”
Jessie tenne la voce stabile in modo che Ryan non capisse quanto quel discorso fosse ancora fresco e vivido per lei. Il suo stesso ex marito Kyle l’aveva tradita per mesi. E anche se i segnali erano dappertutto attorno a lei, Jessie era riuscita comunque a non notarli.
Nei suoi momenti di maggiore onestà con se stessa, riconosceva di averli probabilmente ignorati volontariamente, perché affrontarli avrebbe fatto saltare all’aria il suo matrimonio e la sua vita. Ovviamente questo era successo lo stesso quando Kyle aveva assassinato la sua amante, incolpando Jessie dell’omicidio, e aveva poi tentato di uccidere anche lei. Ma qui non era questo il punto.
“Magari non era a suo agio nel rivelare che l’aveva tradita perché provava imbarazzo,” le concesse Ryan. “O forse sapeva che ammetterlo le avrebbe concesso un movente.”
Jessie non voleva accantonare la sua teoria. Non era una follia. E lui era stato in questo campo molto più a lungo di lei. Ma pareva ignorare alcuni altri importanti dettagli.
“Lascia che ti chieda questo,” gli disse. “Se questo fosse un omicidio commissionato, perché non optare per due pallottole alla testa? È molto più rapido e sicuro.”
“Magari Margo Maines sapeva che alla fine i dettagli sarebbero saltati fuori. Suo marito sarebbe stato svergognato e lei sarebbe diventata la moglie martire. Avrebbe ottenuto appoggio a fiumi e nessun sospetto.”
“Questo spiega la cosa dal suo punto di vista, ma non da quello del killer,” ribatté Jessie. “La donna che l’ha ucciso si è presa il suo tempo. Anche se le fosse stato richiesto di far apparire volgare la scena, avrebbe potuto entrare e uscire in quindici minuti. È rimasta là dentro il doppio del tempo. Si è soffermata. Non è il lavoro di un professionista. E avrebbe potuto limitarsi a drogarlo e lasciarlo a se stesso. Un politico drogato, nudo e morto ritrovato in una stanza d’albergo è di per sé già piuttosto imbarazzante. Perché anche lo strangolamento? No. A me sembra una cosa personale.”
Ryan rimase seduto per un po’ a meditare. La discussione a quanto pareva aveva avuto un certo impatto. Il livello di frustrazione di Jessie calò di una tacca.
“Buon punto. Non ci avevo pensato dal punto di vista del killer.”
“Sì, vabbè, tu non sei il profiler,” gli rispose, canzonandolo leggermente.
Lui la mandò giocosamente a quel paese, ma poi un luccichio negli occhi le fece capire che gli era venuta in mente una nuova teoria.
“E questa?” iniziò. “Magari la donna era la sua amante. Poteva essere che non sapesse che era sposato, o magari lui le aveva promesso che avrebbe lasciato la moglie per lei. Ad ogni modo, prima di ieri notte ha scoperto che lui la stava prendendo per i fondelli e si incazza. Quindi decide di prendersi una piccola vendetta. Lo ammazza nell’intimità. Quindi ottiene tutto: vendetta sull’uomo che l’ha usata, un’occasione di distruggere la sua reputazione e come fortunato colpo extra, la moglie perde il suo marito di successo.”
“Questa idea mi piace più dell’altra,” gli concesse Jessie.
Proprio allora Camille Guadino del team tecnico si avvicinò a loro con delle carte in mano e un sorriso mesto in volto. Appena uscita da scuola, era la giovane dell’unità, e a lei venivano assegnati i compiti più noiosi.
“Uh-oh,” disse Ryan guardandola. “Non dirmi che stai per darci reali prove da seguire invece di continuare a girare a vuoto attorno a infinite trame di teorie.”
“Mi scusi, detective, ma sì,” disse lasciando cadere una cartella sulla sua scrivania. “Prove vere e appena sfornate pronte per lei.”
“Che cos’hai, Guadino?” le chiese Jessie.
“Ci è voluto un po’, ma alla fine abbiamo capito che cos’è la City Logistics.”
“Appassionati della programmazione urbana?” la canzonò Jessie.
“Quasi,” rispose la Guadino. “È un’azienda di consulenza che offre feedback e consigli su questioni di miglioria urbana.”
“Che diavolo significa?” chiese Ryan.
“Significa che è molto vicino a quello che sospettavate voi. È una società di facciata guidata da un avvocato e di proprietà di una società di facciata che ha fatto il lavoro per uno stratega associato – come dicevate voi – con Gordon Maines.”
“Cosa significa tutto questo bla bla bla per noi?” chiese Ryan.
“Significa che, tagliando corto, Maines aveva accesso al conto di un’impresa con oltre duecentottanta migliaia di dollari dentro. Pare che qualcuno al bancomat che si trova nell’hotel Bonaventure abbia prelevato duemila dollari in contanti mentre Maines era lì.”
Jessie e Ryan si scambiarono un’occhiata che confermava che le teorie che avevano discusso negli ultimi dieci minuti erano ora probabilmente