“Il mio consulente di facoltà ha presentato la tesi al rettore,” spiegò. “Lui ha prontamente fatto appello a diversi esperti di legge e medici che non ho il permesso di citare, se non riferendomi a loro come a ‘Il Comitato’. Sono stata interrogata per nove ore di fila prima che determinassero che stavo sinceramente lavorando a uno scritto accademico e non a un qualche rapporto o peggio.”
“Sembra entusiasmante,” disse Hosta. Sembrava pensarlo sul serio.
“Sì, sembra. Ma al tempo, terrorizzante era la parola più adatta. Alla fine hanno deciso di non arrestarmi. Dopotutto erano loro ad avere il magazzino psichiatrico segreto non registrato, non io. La scuola ha confermato che non stavo facendo nulla di tecnicamente sbagliato e hanno deciso di non farmi affondare, anche se tutto riguardo alla tesi è stato dichiarato classificato. Il dipartimento ha dichiarato che il mio interrogatorio da parte delle autorità poteva servire come discussione della mia tesi. E ho firmato diversi documenti promettendo di non discutere la questione con nessuno, incluso mio marito, o sarei incorsa in potenziale persecuzione, anche se non hanno mai detto per quale accusa.”
“E allora come mai, signorina Hunt, stiamo avendo questa conversazione?”
“Ho ricevuto una… chiamiamola dispensa speciale. Mi è stato concesso di continuare a seguire il mio corso di studi sulla base di una specifica condizione. Ma per poterla completare, il mio nuovo consulente di facoltà dovrebbe essere per lo meno superficialmente al corrente di ciò che ho scritto. I poteri vigenti hanno guardato ogni facoltà in ogni università nella Contea di Orange e hanno determinato che solo lei possiede tali requisiti. La scuola ha un programma di specialistica in Psicologia criminale diretto da lei. Lei possiede una relazione con il DNR e io ho fatto della ricerca sul campo lì. Lei ce l’ha addirittura come opzione di tirocinio per certi casi in cui gli studenti esprimano interesse e si mostrino promettenti. Lei è la mia unica opzione nel raggio di cinquanta miglia in ogni direzione.”
“Suppongo che dovrei essere lusingato. E se rifiutassi di essere il suo consulente di facoltà?” le chiese.
“Dovrebbe aver ricevuto una visita da parte di un rappresentante del Comitato per affrontare tutto questo… come ciò sarebbe nel suo interesse, ecc. Sono sorpresa che non sia successo. In genere sono piuttosto accurati.”
Hosta pensò un secondo.
“Ho ricevuto diverse email e un messaggio vocale recentemente da un certo dottor Rainer,” disse. “Ma il nome non era familiare, quindi l’ho ignorato.”
“Le raccomando di rispondere al messaggio, professore,” suggerì Jessie. “È possibile che sia uno pseudonimo, magari di qualcuno che lei già conosce.”
“Lo farò. Ad ogni modo, da quanto capisco non dovrò passare attraverso tutti i nodi burocratici per permetterle di svolgere il suo corso pratico al DNR?”
“Farlo lì era la condizione specifica che ho citato prima. È il motivo per cui ho accettato senza tanti problemi il loro accordo di riservatezza,” gli spiegò Jessie, incapace di contenere l’eccitazione nella voce. “Sono quasi due anni che aspetto questo momento.”
“Due anni?” chiese Hosta sorpreso. “Se ha completato la sua tesi da così tanto, non dovrebbe già avere la sua laurea?”
“È una lunga storia che magari le racconterò un’altra volta. Ma per ora, posso pensare di avere la sua autorizzazione a fare il mio corso pratico al DSH-Metro, nello specifico nel DNR?”
“Assumendo che la sua storia sia corretta, sì,” disse mentre raggiungevano la porta del suo ufficio. La aprì, ma non la invitò a entrare. “Ma devo porre la domanda che sorge con ogni studente mi richieda di fare la propria ricerca sul campo qui: è sicura di volerlo fare?”
“Come può chiedermelo, dopo tutto quello che le ho detto?”
“Perché una cosa è leggere della gente che si trova detenuta in quella struttura,” rispose. “Un’altra è interagire con loro. Diventa reale molto velocemente. Dalle redazioni nella sua tesi intuisco che lei conosca i dettagli di alcune persone internate là dentro.”
“Alcuni. So che lo stupratore seriale di Bakersfield, Delmond Stokes, è rinchiuso lì. E che si trova lì anche l’assassino di diversi bambini che è stato catturato lo scorso anno da quella poliziotta in pensione. E sono piuttosto certa che ci sia anche Bolton Crutchfield.”
Hosta la fissò come se stesse decidendo se dire o meno quello che stava pensando. Alla fine parve prendere una decisione.
“È lui quello che vuole osservare, vero?”
“Devo ammetterlo, sono curiosa,” disse Jessie. “Ho sentito ogni genere di storia su di lui. Non sono certa di quante siano vere.”
“Una storia che posso assicurarle come vera è che ha brutalmente assassinato diciannove persone in poco più di cinque anni. Che tutto il resto sia vero o leggenda, questo è un dato di fatto. Non se lo faccia mai scappare di mente.”
“Lei lo ha incontrato?” chiese Jessie.
“Sì. L’ho interrogato in un paio di occasioni.”
“E com’è stato?”
“Signorina Hunt, è una lunga storia. Dovrò raccontargliela un’altra volta,” le disse, rigirando su di lei le sue stesse parole. “Per ora contatterò il dottor Rainer e controllerò la sua buona fede. Ipotizzando che tutto vada liscio, la contatterò per organizzare la sua pratica. So che vorrà iniziare presto.”
“Andrei domani se potessi.”
“Beh, sì, potrebbe volerci un po’ di più. Nel frattempo, cerchi di non rimbalzare contro le pareti. Buona giornata, signorina Hunt.”
E detto questo, chiuse la porta dell’ufficio, lasciando Jessie nel corridoio. Lei si voltò per andarsene, e guardando il corridoio poco familiare, si rese conto di essere stata così immersa nella conversazione da non aver prestato attenzione a nient’altro. Non aveva idea di dove si trovava.
Rimase ferma un momento, immaginandosi seduta faccia a faccia con Bolton Crutchfield. Il pensiero la emozionava e allo stesso tempo la terrorizzava. Era da un po’ che voleva parlare con lui, o meglio, che ne aveva bisogno. La possibilità che potesse succedere presto la faceva fremere per l’anticipazione. Aveva bisogno di risposte a domande che nessuno che lei conoscesse aveva. E lui era l’unico che potesse dargliele. Ma non era sicura che l’avrebbe fatto. E anche se avesse voluto, cosa avrebbe potuto chiederle in cambio?
CAPITOLO CINQUE
Jessie era talmente agitata che chiamò Kyle mentre tornava a casa da scuola, anche se sapeva che era sempre impegnato da matti durante il giorno, e che quasi sicuramente non le avrebbe risposto. Questa volta non fu diverso, ma Jessie non poté fare a meno di lasciare comunque un messaggio.
“Ehi, tesoro,” disse dopo il segnale acustico. “Volevo solo farti sapere che il mio primo giorno a lezione è andato estremamente bene. Il professore è un tipo, ma penso di poterci lavorare. E spero di iniziare presto il corso pratico, forse anche già questa settimana se tutto va secondo gli schemi. A dire il vero sono un po’ frastornata. Spero che anche la tua giornata stia andando bene. Ho pensato di preparare una cenetta speciale per noi stasera, soprattutto adesso che abbiamo trovato gli scatoloni con tutte le pentole e le padelle. Dammi il tuo orario stimato d’arrivo per stasera, e ti preparo qualcosa di buono. Potremmo aprire una di quelle bottiglie di vino che abbiamo tenuto da parte e magari iniziare a lavorare sull’allargamento del nostro nucleo familiare. Ok, ci sentiamo presto. Ti amo.”
Si fermò da Bristol Farms sulla strada di casa e spese un occhio della testa per un po’di branzino che programmava di farcire e cucinare intero. Trovò dei broccoletti dall’aspetto invitante e prese anche quelli. Mentre andava alla cassa, vide delle patate novelle, e non se le lasciò scappare.
Era tentata di andare a cercare un qualche dolce da leccarsi i baffi,