“Devo chiederti di aumentare le tue ore di lavoro. Abbiamo moltissimi impegni da rispettare. Non preoccuparti, sarai ricompensata generosamente. Possiamo parlare di un aumento non appena le cose si saranno calmate un po’, ma per ora dobbiamo cavalcare l’onda, va bene?”
“Che onda?” chiese lei, accigliata.
“La stampa ha saputo di questa faccenda. Adorano la Guru del Romanticismo. Tutti vogliono incontrare la persona reale dietro le storie. È tutta la mattina che ricevo chiamate da talk show che ti vogliono nei loro spettacoli, è per questo che sto usando la mia linea privata; non voglio occupare il numero dell’ufficio.”
Keira scosse la testa e si strofinò la fronte come per allontanare le sue perplessità. “Dici sul serio?” chiese. Come al solito, il suo primo istinto fu il timore. Dove Elliot vedeva un’opportunità, lei notava i fari e lo scrutinio della gente.
“Non scherzo mai quando si tratta del Viatorum,” rispose Elliot. “Puoi venire in ufficio il prima possibile? Abbiamo moltissime cose da fare. Heather sta organizzando il tour promozionale in questo preciso momento.”
Lei era senza parole per la sorpresa. Non sembrava che avesse molta voce in capitolo, e forse era meglio così. Se il suo istinto le diceva di scappare via, forse significava che doveva mettersi alla prova. Non c’era modo migliore per diventare indipendente che ritrovarsi da sola davanti a tutto il mondo con la sua storia! Oltretutto, se avesse mai voluto licenziarsi dalla rivista e farcela da freelance, sarebbe stato più facile avendo già molti fan e visibilità, piuttosto che senza.
E pensò anche con una certa malizia che le sarebbe stato utile come leva per farsi pagare di più andando avanti.
“Sto arrivando,” disse a Elliot.
Chiuse la telefonata e si alzò dal materasso, avvicinandosi in fretta alla valigia che conteneva ancora tutti i suoi vestiti. Non avendo cassettiere o un armadio dove mettere le sue cose, la sera prima aveva deciso di non prendere altre scatole da casa della madre. Era meglio aspettare di aver acquistato mobili con Bryn. In quel momento però se ne pentì un po’. Non aveva niente di davvero professionale da mettere. Anche se stava andando al suo solito ufficio e alla sua solita scrivania, con i colleghi di tutti i giorni, voleva presentarsi meglio di quanto non facesse di norma. Magari quella sera avrebbe anche preso qualche oufit nuovo, oltre che i mobili.
Una volta pronta, fece per uscire di casa, ma non aveva ancora aperto la porta che il suo cellulare prese a squillare per l’arrivo di messaggi dalla famiglia e dagli amici. Dovevano aver iniziato la giornata e avevano notato la sua presenza sui social media.
Quando sei diventata famosa? era il messaggio di Shelby.
Sorellina, sei diventata una celebrità! le aveva mandato Bryn. Seguito da: Sarà meglio che tu non mi metta in ombra al mio matrimonio!!
Keira sorrise tra sé e sé man mano che i messaggi continuavano ad arrivare.
Quindi è questo che sbagliavo? Avrei dovuto usare ‘il metodo scandinavo?’ le aveva scritto Maxine.
L’amore scandinavo sembra fantastico, ma un giorno o l’altro voglio dei nipotini, cara, quindi sarà meglio che ti impegni almeno un po’, diceva Mallory.
Roteò gli occhi e ridacchiò da sola.
Persino Felix le aveva mandato un messaggio per sostenerla, anche se lei sospettava che non avesse profili di social media e che glielo avesse chiesto Bryn.
Sorrise tra sé e sé mentre schizzava fuori dall’appartamento e correva verso la metropolitana.
“Ehi! Guru del Romanticismo!” gridò qualcuno.
Si voltò e vide il venditore di caffè nel suo furgoncino.
“Ho preparato il tuo drink! Un macchiato al caramello!”
Agitava una tazza di caffè extra-grande verso di lei. Keira sorrise e andò a prenderla.
“Grazie,” disse ridendo e infilando una mano in tasca alla ricerca dei contanti.
“Offro io,” la interruppe lui facendole l’occhiolino. “Basta che racconti a tutti che compri il caffè da Bobby, okay?”
“Lo farò,” gli assicurò Keira, accettando la bevanda.
Come vantaggio portato dalla pubblicità, il caffè gratis era eccellente.
Si allontanò a grandi passi, con la tazza in mano, e si diresse verso la stazione della metro. Finalmente trovò il tempo per ricontrollare il telefono e vedere con i suoi occhi che cosa stava leggendo il resto del mondo su di lei. Su tutti i suoi social media c’erano commenti positivi sull’ultimo articolo, migliaia e migliaia di messaggi di donne che erano state ispirate e incoraggiate dalle sue storie. Molte erano state ridicolizzate per aver rotto i loro fidanzamenti, avevano perso innamorati per colpa del lavoro, della distanza, e per via di contrasti sul denaro e sulla carriera. Lei non sapeva che così tante persone si sentissero isolate dalla loro sfortuna in amore, e di aver inavvertitamente creato una comunità dove erano riuscite ad aprirsi e a condividere le loro esperienze.
Quando aprì la sua mail di lavoro, rimase sconvolta scoprendo che alcuni giornalisti erano riusciti a contattarla direttamente, invece di passare attraverso Heather o la segreteria del Viatorum, e dal gran numero di richieste di partecipazione e di consigli.
Un concetto si ripeteva nella maggior parte dei messaggi: il metodo scandinavo. Tutti si comportavano come se avesse inventato la ruota, ma lei non voleva prendersi il merito per qualcosa che aveva solo osservato. Non aveva mai avuto l’intenzione di iniziare una moda o di diventare famosa.
A bordo del vagone sobbalzante, quasi non riusciva a credere a quello che stava leggendo, o a quello che stava succedendo. Era commossa e sopraffatta.
E a rendere quella mattina ancora più emotiva, le era arrivato anche un messaggio da Milo. Non esitò un secondo prima di aprirlo.
Grande articolo! Sono molto fiero di te!
Sorrise dentro di sé. Non per aver reso fiero Milo, anche se era felice che il suo articolo gli fosse piaciuto, ma perché per la prima volta dopo aver incontrato un uomo e averlo lasciato, non si sentiva il cuore a pezzi leggendo un suo messaggio.
Subito gli rispose: Grazie! Sono un po’ presa al momento, ma dobbiamo sentirci presto.
Poi continuò il suo viaggio in metro fino al lavoro, con la mente in subbuglio per l’emozione.
Keira entrò in ufficio e lo trovò in preda al caos più totale. I telefoni squillavano in continuazione e la gente correva da una parte all’altra della sala open space. Elliot uscì subito dal suo cubicolo, con un gran sorriso sul volto, e trascinò Keira in sala conferenze prima ancora che lei riuscisse a tirare il fiato.
Entrò e scoprì che la sala era piena di persone sconosciute.
“Uh… buongiorno,” disse con esitazione, mentre Elliot spostava una sedia per lei.
“Keira, è fantastico incontrarti,” disse un uomo dai capelli castano ramato. “Sono Rick, il tuo nuovo addetto stampa. Questa è Sally.” Indicò una donna dai ricci stretti e le labbra rosso fuoco seduta accanto a sé. “È la mia assistente e si occuperà del tuo calendario.”
“Piacere di conoscervi,” disse la giovane scrittrice, stringendo a turno le mani di tutti. “E gli altri?”
“Il tuo nuovo team editoriale!” annunciò soddisfatto Elliot, spalancando le braccia.
“Team?” chiese lei. Fino a quel momento era stata Nina la curatrice editoriale del Viatorum, e quando la situazione si era fatta più impegnativa le era stato assegnato un gruppo di stagisti ad assisterla, ma niente di quel genere, niente di professionale. Si accorse allora che l’amica mancava all’appello. “Dove è Nina?”
“Alla sua scrivania,” rispose Elliot, con semplicità, come se fosse una domanda bizzarra da fare.
“È sempre lei l’editor, vero?” insistette per sapere.