E no, Professore! Questa è una iperbole! Una triste iperbole!
(spiccando le sillabe) «Ho sentito – ripeto – d'impazzire anch'io». Mi esprimo con esattezza storica, egregio collega. Mi è accaduto precisamente di avvertire i prodromi di uno squilibrio cerebrale. Se ne meraviglia molto?.. Ci asterremo, per altro, dall'asserire che sia un caso originalissimo. Parecchi squilibrî cerebrali, latenti o flagranti, contristano la famiglia dei psichiatri, e non è mai da escludere la possibilità che un medico di pazzi impazzisca.
(con un lieve sorriso) Ma ella ha i connotati della piú solida e piú resistente saggezza.
L'opinione plebea che molti savi sembrino pazzi e viceversa… non è del tutto infondata.
L'esperienza discerne.
Discerne sempre – me lo consenta – attraverso la stalattite del nostro convenzionalismo. Noi non sappiamo differenziare la follia dalla saggezza che per quei connotati i quali proprio noi abbiamo attribuiti all'una e all'altra.
(turbandosi) Il suo scetticismo inesauribile sconforta e disorienta… E nessuno può esserne piú sconfortato e piú disorientato di me. (Con un distacco di voluta disinvoltura) Ma, Dio buono, non l'ho ancora invitata a sedere. Prego… Prego… Meglio tardi che mai.
… Non m'ero accorto di stare in piedi. Siederò.
(Seggono sul divano.)
(scusandosi) Vivo da un pezzo fuori del mondo. Comincio a perdere le abitudini della buona educazione.
C'è da compiacersene. La buona educazione è ingannevole come il belletto.
E le sue impressioni, dunque?
Non se ne disinteressa neppure dopo che mi sono cosí cordialmente discreditato?
Non è uomo lei da discreditarsi in cinque minuti.
Ma vedrà che altri cinque mi basteranno. Partie remise, a breve scadenza! Le mie impressioni … Devo premettere che, da quando ho avuta la visione chiara della inettitudine in cui mi dibattevo, ho piantata la mia clientela, mi son munito di una valigia e mi son dato a un faticoso tourisme. A cinquant'anni – l'età classica dei lauri e dei riposi accademici – io faccio un modesto viaggio… d'istruzione. Vado attorno per conoscere la clientela altrui e l'altrui esercizio professionale con la speranza d'imbattermi in qualcosa che mi dia un po' di nuovo nudrimento. Ero bene informato dei suoi criterî, emergenti dal libro che ella ha scritto in collaborazione col compianto Paolo Gemmi – un idealista che, morendo di suicidio, non ha di certo corroborato l'Idealismo – e, quantunque io aborrissi ferocemente quei criterî come astrazioni teoriche, varcando la soglia della sua Casa di Salute ho armistiziata la mia ostilità, con una tendenza conciliativa. Mi son detto: «Chi sa!.. Vediamo di che si tratta, de visu et auditu.» E piú mi ha ammansito la sua spontanea decisione di non presenziare i miei colloqui con le ricoverate. I nevrastenici, i nevropatici, gli aberrati, gli alienati, e perfino gli ebeti, alla presenza del medico curante – particolarmente se sia anche il loro benefattore – , serbano, come per un mimetismo servile, un contegno che non corrisponde davvero al loro grado di mentalità. Somigliano – diciamolo pure – alle bestie in cospetto del padrone che le abbia ammaestrate. Sicché, ella eliminava l'esibizione degli effetti effimeri e illusorî. Bellissimo gesto!
Un gesto di rudimentale lealtà.
Ed oltremodo lieto ero che, tutto sommato, un inconsueto ottimismo mi scortasse.
Ebbene?
Mi affretto a dichiararle che i primi scandagli mi hanno pienamente soddisfatto. Riscontravo in quelle menti un assetto singolare, una notevolissima coordinazione nei rapporti col mondo esteriore, uno svolgimento del pensiero abbastanza vicino alla continuità logica. Ma, purtroppo, egregio e caro collega, la insistenza della mia ispezione ha mutati in ortiche i fiori còlti dal mio neo-ottimismo. Dubbi su dubbi!..
Gradirei qualche esempio, Professore.
Piuttosto li riassumo e glieli sottometto in forma interrogativa, con la piú nitida schiettezza. Non sono forse – domando io – irreperibili o dissipati, in quelle menti, i segni della personalità e del libero arbitrio? Convinto di avere piú o meno raddrizzate dieci, dodici, quindici menti, non le ha, forse, ella, invece, soppresse o represse in una specie di uniformità, quasi che le abbia chiuse in tanti astucci simili? E questi risultati non sarebbero forse dovuti… a un potere formidabile della sua volontà, in cui la vecchia scienza riscontrerebbe di leggieri una influenza tutta positivistica e tutta divergente dall'influsso di quell'idealismo che ella, in buona fede, intende di utilizzare?.. Ecco le ortiche, collega.
Se ella, professore, si trattenesse qui una intera giornata, si persuaderebbe che l'uniformità subisce tante variazioni quante sono le mie ospiti. Gli elementi che compongono la loro personalità – l'origine, l'atavismo, il temperamento, le condizioni sociali, le efflorescenze della vita vissuta – si modificano, ma non spariscono. La cura dell'anima vuole e può aspirare a rendere fissa e predominante, in dieci, in dodici, in quindici cervelli una forza direttiva unica che tende a salvarli: non vuole e non può staccarli dalla esistenza individuale, dagli elementi che la compongono. E se ella, trattenendosi qui una intera giornata, mi stesse accanto, si persuaderebbe che questa forza direttiva non è determinata da un potere formidabile della mia volontà, il quale minacci il libero arbitrio come il potere d'un ipnotizzatore, ma sibbene da una dolce disciplina genuinamente educativa che avvia alla bontà, all'orrore per il peccato, alla fraternità cristiana, alle gioie del benessere fornito dalla virtù!
… Una certa dose di haschich, servita a cento mussulmani diversi, discopre ugualmente a ognuno di essi il paradiso di Maometto!.. Ma non badi alle mie divagazioni… e, soprattutto, non pensi che io ardisca di combatterla nelle sue trincere. La malattia dell'autocritica fa dell'«insigne professore Antonio Bernardi» un fantaccino disarmato e sprovveduto di umor bellico. Non rintuzzo, non polemizzo, e, timidamente, mi ritraggo.
Ahimé!.. Sono io indotto a polemizzare! Polemizzo, le garantisco, piú con me stesso che con lei. E polemizzano cosí tutti coloro che temono d'errare. I dubbi da lei esposti trovano un propizio terreno nella mia coscienza, dove… (una densa mestizia lo adombra) ogni dubbio molto facilmente alligna.
(vivace) In altri termini, siamo tra noi meno lontani che non sembri, e ben presto cammineremo a braccetto su una via di mezzo. Ella avrà continuato a sperimentare, io avrò continuato a istruirmi. Saremo – non se ne accori – piú inetti di oggi. Ma auguriamoci che, ciò non ostante, accompagnandoci a vicenda, riesciremo ad affrancarci