Russian Spy. Operazione Bruxelles. Roberto Borzellino. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Roberto Borzellino
Издательство: Издательские решения
Серия:
Жанр произведения: Приключения: прочее
Год издания: 0
isbn: 9785005593689
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fascicolo bensì quello di Luca. Le foto lo ritraevano in situazioni diverse: al parco, al Colosseo o seduto al tavolino di un bar che sorseggiava una bibita. Mentre le osservava con attenzione fu colpito da un particolare: una bellissima ragazza mora, dai lunghi capelli corvini, teneva per mano Luca.

      Era presente in tutte le foto, gli sorrideva teneramente e dagli sguardi languidi si capiva che erano intimi, probabilmente innamorati. Aleksej era felice di poter finalmente vedere il volto di suo fratello ormai adulto e questo fece stemperare la tensione che si era creata nella stanza.

      Restituì le foto a Petrov che le richiuse nel fascicolo.

      «Lei ha perfettamente ragione… io e mio fratello siamo identici. Anch’io avrei difficoltà a capire chi è l’uno e chi è l’altro».

      Petrov colse al volo l’occasione e rincarò la dose.

      «Lei sa che suo fratello vive in Italia… a Roma per la precisione… dove ha intrapreso la carriera militare… esattamente come ha fatto lei… ma solo dall’altra parte della barricata. Quello che ancora non sa è che Luca frequenta il Nato Defence College (NDC in gergo tecnico). È un collegio militare che si occupa della formazione degli ufficiali superiori per attività di alto profilo. Tempo fa questa circostanza ha attirato la nostra attenzione. Da molto tempo monitoriamo suo fratello. Non lo abbiamo mai perso di vista… neppure per un attimo. La scuola è finita e tra due settimane Luca riceverà il suo primo incarico ufficiale nella Nato. Un nostro agente infiltrato ci ha informato che sarà destinato al Joint Warfare Centre (JWC) di Stavanger… in Norvegia».

      «Tutto molto interessante… Petrov… ma io in tutto questo cosa c’entro?», domandò perplesso Aleksej.

      «Lei c’entra eccome… Maggiore!! Dovrà prendere il posto di suo fratello Luca e infiltrarsi nell’alto comando della Nato. È in gioco il futuro della nostra grande Nazione. Questo è quanto. Per adesso non posso riferirle altro».

      Aleksej, che fino a quel momento aveva ascoltato con attenzione, si alzò in piedi di scatto e minacciò Petrov con l’indice della mano destra. «È assurdo!! Io non sarò mai una spia. Dovete lasciare in pace la mia famiglia… lasciare in pace mio fratello Luca. Stiamo ancora soffrendo per il male che ci avete causato e adesso venite a chiedere il nostro aiuto? Farò un casino tale con l’Alto Comando che la smetterete… una volta per tutte… con i vostri giochetti da guerra fredda. Se ancora non l’avesse capito il comunismo è morto e sepolto. Adesso siamo una democrazia e viviamo in pace con l’occidente. Ecco… appunto… lasciateci in pace».

      Aleksej si diresse a grandi passi verso l’uscita ma Petrov gli urlò dietro: «Se vuole che suo fratello Luca viva… non lasci questa stanza… e torni a sedersi. Maggiore Marinetto questo è un ordine!!».

      Aleksej si voltò irato: “Siete proprio dei gran bastardi. In tutti questi anni non siete cambiati affatto. Voi e i vostri metodi stalinisti. Siete delle iene… sanguisughe”.

      «Si sieda Maggiore e non terrò conto delle sue offese. Abbiamo poco tempo per organizzare tutto alla perfezione e litigare non ci aiuterà affatto. Lei deve capire che in ballo ci sono interessi enormi, che vanno al di là di me… di lei… della sua famiglia. È in gioco la sicurezza nazionale… quella del Paese che lei afferma di amare così tanto. È arrivato il momento di dimostrarlo… è arrivato il momento che lei decida da che parte stare. Le consiglio di collaborare senza fare troppe storie. Al nostro prossimo incontro le rivelerò altri particolari della sua missione ma… per adesso… segua il nostro agente che l’accompagnerà alla sua prossima destinazione».

      Premette un pulsante sull’interfono e ordinò perentorio: «Agente Ratcenko, nella mia stanza!!».

      La porta si spalancò ed entrò una splendida ragazza alta, mora, con lunghi capelli corvini. Indossava jeans aderenti e una camicetta bianca, sbottonata strategicamente per mettere in risalto le sue forme perfette. Aleksej la riconobbe subito, l’aveva già vista. Era la donna delle foto, quella che teneva per mano suo fratello Luca.

      «Le presento l’agente Irina Borisovna Ratcenko», disse Petrov indicandola con la mano. In quel momento lo sguardo di Irina era tutto per Aleksej. Gli si avvicinò con calma per poterlo osservare meglio e gli accarezzò il volto dolcemente con il dorso della mano. Quando ebbe finito si rivolse verso il suo capo e, con un misto di meraviglia e stupore, esclamò: «Come due gocce d’acqua. Veramente impressionante».

      “Bene signori è tutto. Potete andare. Con lei Aleksej ci rivedremo molto presto. Nel frattempo segua alla lettera le istruzioni dell’agente Ratcenko e tutto andrà per il meglio, per lei e la sua famiglia”.

      Petrov aveva pensato bene di congedarsi dal suo ospite con un’ultima sottile minaccia.

      7

      Usciti dalla stanza Petrov ripose il fascicolo di Luca in un cassetto che chiuse subito a chiave. Poi si diresse verso la libreria, prese un voluminoso libro, lo aprì e dal suo interno estrasse una piccola bottiglia di vodka e un bicchierino di vetro. Quindi si sedette nuovamente alla scrivania affondando nella sua grossa sedia direzionale di pelle nera. Prima si versò da bere e poi chiamò Silvya con l’interfono.

      «Contatti il Generale Sherbakov su una linea sicura», le ordinò categorico.

      «Buonasera Generale Sherbakov. Sono Petrov. Come sta?».

      «Molto bene Petrov. Allora… mi dica… l’operazione Bruxelles procede?».

      «Sì… Generale. Il Maggiore Marinetto è andato via da poco. Collaborerà senz’altro. Ha capito di non avere alternative. Sa benissimo che è a rischio la propria vita e quella di tutta la sua famiglia. Ho cercato di far leva sul suo senso del dovere… sull’onore… sulla Patria… ma la sua reazione è stata esattamente come mi aveva prospettato. Il Maggiore è molto sveglio e furbo e dobbiamo fare molta attenzione. Ma non abbiamo più molto tempo e in questa operazione possiamo servirci solamente lui. Purtroppo il fratello Luca si ostina a non voler collaborare. È un testardo figlio di puttana… così come un altro membro della sua famiglia…, e lei sa benissimo a chi mi sto riferendo: il Generale Andrej Vladimirovic Halikov».

      “Sì Petrov… so benissimo che questo è un grosso rischio… ma Andrej è un vecchio amico di Accademia e si è detto entusiasta di collaborare con lei e la sua squadra per ammorbidire l’irruenza di entrambi i nipoti. Ma è ‘una vecchia volpe’, conosce tutti i trucchi del mestiere. Va tenuto costantemente sotto sorveglianza… così come sua figlia Maria. Comunque… Andrej è una persona concreta e va lusingato con promesse credibili. Lo faccia sentire coinvolto… importante… ma lo tenga lontano dal cuore della missione”.

      «Generale… sappiamo da fonte certa che alla Nato stanno facendo pressione per avere al più presto la nuova arma a radiazione elettromagnetica. Desiderano sperimentarla simulando un attacco in forze. Non sappiamo esattamente quando questo accadrà… ma capisce bene anche lei che non abbiamo tempo per usare i metodi tradizionali con la famiglia Marinetto. Dovrà essere tutto pronto il giorno in cui inizieranno le esercitazioni della Nato. Quest’arma dovrà cadere in nostro possesso oppure essere distrutta. Purtroppo stiamo lavorando molto in fretta…. troppo in fretta anche per i nostri standard».

      «Petrov… lei sa benissimo che dalla riuscita di questa operazione dipende la sicurezza e il futuro della nostra Nazione. Se fallirà metterà a rischio non solo le nostre carriere e le nostre vite… ma la pace del mondo intero. Si ricordi che il Comitato non esiterà a prendere decisioni drastiche se si sentirà minacciato. Il fallimento non è ammissibile».

      «Sono d’accordo con lei sig. Generale. Da questo momento ha ufficialmente inizio l’Operazione Bruxelles. La terrò costantemente aggiornato sugli sviluppi della missione. Se sarà necessario le chiederò di intervenire personalmente con il Maggiore Marinetto. Lui si fida ciecamente di lei. È il suo comandante e con la sua autorità potrà riportarlo alla ragione».

      «Petrov… lei prevede che il Maggiore Marinetto potrà darci seri problemi?».

      «Non lo so Generale. Non è devoto alla causa e alla Patria, ma solo alla sua famiglia. Ho la netta sensazione