Schol. rec. 85c* ἐς μακάρων εὐωχίαν] τοῦτο διχῶς νοεῖται, ἢ ὅτι ἐτελεύτησε καὶ ἀπῆλθε πρὸς τὰς Μακάρων νήσους, αἵτινές εἰσι περὶ τὰ νοτιώτερα μέρη τοῦ Ἑσπερίου Ὠκεανοῦ, ἔνθα ἔλεγον οἱ Ἕλληνες ἀπάγεσθαι τοὺς χρηστοὺς τῶν ἀνθρώπων, ἢ ὅτι ἀποδρὰς σύνεστιν Ἀρχελάῳ τῷ τῶν Μακεδόνων βασιλεῖ, συνευωχούμενος αὐτῷ μετὰ πολλῶν ἄλλων, καὶ διὰ τοῦτο “εὐωχίαν Μακάρων” καλεῖ τὴν ἐν τοῖς βασιλείοις ἀναστροφήν. Reg
Schol. vet. 85a In quale angolo della terra, il disgraziato? — Al banchetto dei beati: parla come di uno che è morto, come avrebbe potuto dire “le isole dei beati”.
Schol. vet. 85b Poiché visse insieme a molti altri presso re Archelao, in Macedonia, fino alla morte, e chiamava “banchetto dei beati” il modo con cui si viveva presso il palazzo del re.
Schol. rec. 83a Questo Agatone era un abile compositore di commedie ed eccellente nello stile. Fu accusato di essere fuggito presso il re dei Macedoni Archelao.
Schol. rec. 85c Questo si può intendere in due modi, o che morì e se ne andò nelle isole dei beati, le quali si trovano nelle zone più meridionali dell’Oceano Occidentale, dove i Greci dicevano che erano portate le persone buone, oppure che, fuggito, vive presso Archelao re di Macedonia, banchettando con lui, insieme a molti altri, e per questo chiama “banchetto dei Beati” lo stile di vita presso il palazzo regale.
Interpretazione
Gli scholl. vett. RVMEΘBarb(Ald) Aristoph. Ra. 85a–b Chantry legano l’espressione μακάρων εὐωχίαν alla tradizione che colloca la residenza dei defunti nelle isole dei beati (vd. test. 8a) e constatano che Dioniso parla di Agatone come di un morto (85a: ὡς περὶ τετελευτηκότος). Lo scoliasta segnala così il tono funerario del richiamo di Dioniso ad Agatone, ma immediatamente dopo chiarisce il vero motivo dell’assenza del poeta: il tragediografo non si trova ad Atene non perché sia morto, bensì a causa del suo trasferimento presso la corte di Archelao, re di Macedonia (vd. anche testt. 5. 15s. 17). Lo scoliasta afferma inoltre (85b) che Agatone soggiornò presso Archelao sino alla propria morte (μέχρι τῆς τελευτῆς), avvenuta presumibilmente prima del 399 a.C., anno del decesso di Archelao:22 una volta partito, il tragediografo non fece più ritorno ad Atene. Lo schol. RVMEΘBarb (Ald) ad 85b continua ricordando come, in Macedonia, il poeta vivesse insieme a ‘molti altri’, da identificare con poeti, artisti e intellettuali che Archelao aveva invitato presso di sé, tra i quali si annoverano Euripide, Timoteo e Cherilo.23 Sembra che il gruppo di persone riunite dal re costituisse una comunità artistico–intellettuale ospitata nel palazzo regale in virtù della politica culturale promossa da Archelao.24 Lo scoliasta chiarisce l’espressione μακάρων εὐωχίαν come metafora dello stile di vita che si teneva alla corte macedone e che diede origine a diversi aneddoti, come il dono della coppa d’oro a Euripide (Plut. apophth.reg. 177a), o il bacio dato da Euripide ad Agatone (vd. test. 15a).
Gli scholl. recc. Reg ad 83a. 85c25 riferiscono dell’allontanamento di Agatone da Atene in termini simili agli scholia vetera, ma con una precisazione in più. Lo schol. 83a informa che Agatone κατηγορήθη ὅτι ἀπέδρασε, fu accusato di essere fuggito presso Archelao. ἀποδιδράσκω, da cui l’aoristo ἀπέδρασε,26 ha il significato di ‘fuggire’ solitamente con una sfumatura di segretezza.27 La iunctura di ἀποδιδράσκω e il verbo semplice οἴχομαι si trova, sempre in Aristofane, al v. 196 delle Ecclesiazuse, ἀποδρὰς ᾤχετο, riferito all’oratore in fuga per aver appoggiato davanti all’assemblea la conclusione di un’alleanza, oggetto in seguito del pentimento degli Ateniesi.28 Tornando allo scolio, la subordinata con predicato ἀπέδρασε è dipendente dall’aoristo passivo κατηγορήθη, che può essere interpretato secondo Lévêque in due modi. Lo scoliasta potrebbe affermare che Dioniso signore del teatro accusi il suo servitore Agatone di essersene andato di nascosto, «comme un esclave fugitif».29 L’altra possibilità consiste invece nel leggere lo scolio non in relazione alla finzione scenica, ma come informazione di carattere storico: in tal caso, l’allontanamento di Agatone non sarebbe interamente frutto della volontà del poeta, ma sarebbe la conseguenza di un’accusa di carattere politico, ufficiale o ufficiosa, dovuta alla frequentazione di uomini appartenenti alla fazione oligarchica.30
Lo schol. rec. Reg ad 85c propone due spiegazioni alternative per l’affermazione ἐς μακάρων εὐωχίαν. La prima, fedele alla tradizione funeraria, argomenta che un possibile significato del passo sia ‘morì e se ne andò alle isole dei beati’ (ἐτελευτήσε καὶ ἀπῆλθε πρὸς τὰς μακάρων νήσους). La seconda invece si allinea agli altri scolî al passo e ripropone la notizia della fuga presso Archelao. Sebbene lo schol. rec. Reg ad 85c lasci trasparire l’incertezza dello scoliasta per l’interpretazione da attribuire al passo aristofaneo, gli altri scolî vi leggono un riferimento all’assenza di Agatone da Atene in seguito al trasferimento del poeta in Macedonia presso la corte di Archelao. A ciò si unisce il carattere comico che assume il passo, come dimostrano i paralleli di μακάρων εὐωχίαν (sopra citati) in ambito comico–parodico. Gli scolî confermano dunque l’interpretazione di Rane 83–85 come notizia del trasferimento di Agatone in Macedonia presso la corte di Archelao, testimoniando inoltre la tradizione della permanenza del poeta in questo luogo fino alla propria morte. Si può fissare – come già Lévêque – un terminus ante quem per il decesso di Agatone, avvenuto prima della scomparsa del suo protettore macedone, ossia il 399 a.C. Rimane incerta la possibilità di interpretare la ‘fuga’ da Atene come la conseguenza di un’accusa di carattere politico.
Test. 8c*
Suda α 124 Adler
Ἀγάθων· ὄνομα κύριον. τραγικòς δὲ ἦν· διεβέβλητο δὲ ἐπὶ μαλακίᾳ. Ἀριστοφάνης· Ἀγάθων δὲ ποῦ ‘στιν; ἀπολιπών μ’ οἴχεται. ποῖ γῆς ὁ τλήμων; ἐς μακάρων εὐωχίαν (Ra. 83–85). οὗτος ὁ Ἀγάθων ἀγαθὸς ἦν τὸν τρόπον, ποθεινὸς τοῖς φίλοις καὶ τὴν τράπεζαν λαμπρός. φασὶ δὲ ὅτι καὶ Πλάτωνος Συμπόσιον ἐν ἑστιάσει αὐτοῦ γέγραπται, πολλῶν ἅμα φιλοσόφων παραχθέντων. κωμῳδιοποιὸς Σωκράτους διδασκαλείου. ἐκωμῳδεῖτο δὲ εἰς θηλύτητα.
Agatone: nome proprio. Era un poeta tragico; era accusato di mollezza. Aristofane: «E Agatone, dov’è? Μi ha abbandonato e se n’è andato. In quale angolo della terra, il disgraziato? Al banchetto dei beati» [Ra. 83–85]. Questo Agatone aveva un’indole nobile, era caro agli amici e dava splendidi banchetti. Dicono poi che il Simposio