Parrocchie | Coorte degli sposi | |
1838–1844 | 1855–1860 | |
Perloz | 72,6 | 67,6 |
Lillianes | 87,9 | 83,3 |
Fontainemore | 90,0 | 92,9 |
Gaby | 53,8 | 85,7 |
Issime | 90,0 | 93,9 |
Gressoney St. Jean | 100,0 | 95,0 |
Gressone La Trinité | 100,0 | 83,3 |
Tab. 8: Alfabetismo maschile nelle parrocchie della Valle di Gressoney.
Se ci spostiamo nella Valle di Gressoney (tabella 8) notiamo che è la dimensione linguistica a giocare un ruolo prioritario, per quanto non si possa fare a meno di rilevare che gli insediamenti walser privilegiano una collocazione tra media e alta valle.
Come già segnalato, attraverso gli atti di battesimo è stato possibile risalire alla professione di buona parte degli sposi. L’elaborazione dei dati ricavati è offerta in sintesi (il livello è il settore professionale) nelle tabelle 9 e 10 (i valori tra parentesi indicano la percentuale degli addetti al settore professionale).
Non si è proceduto ad analizzare la distribuzione dell’alfabetismo femminile per settori professionali in quanto le spose tendono a dichiarare attività domestiche (in genere cucitrice, più raramente ricamatrice). In casi meno frequenti indicano la professione del padre (in genere se questo è un agricoltore) oppure non dichiarano alcuna professione. Ne deriva che le professioni femminili non sono in grado di riflettere l’incidenza della struttura professionale sull’alfabetismo e le sue dinamiche all’interno della stessa. Il fenomeno non è proprio della Valle d’Aosta ma si ripresenta in tutti gli studi sull’alfabetismo tra età moderna e Ottocento.
Tab. 9: Alfabetismo maschile professioni (1838–1844).
Tab. 10: Alfabetismo maschile professioni (1855–1860).
Entrambe le tabelle permettono di evincere il ruolo giocato dalla struttura professionale nella determinazione dei livelli di alfabetismo. In entrambi gli anni campionati emerge una nitida correlazione positiva tra presenza delle attività secondarie e alfabetismo. Dove il secondario presenta valori contenuti (inferiori ai 10 punti) e il primario chiude di fatto gli orizzonti professionali, come nella Plan, l’alfabetismo presenta valori inferiori. Dove il secondario assume un ruolo centrale nell’attività economica, come nelle medie e alte valli e, soprattutto, nella comunità walser, l’alfabetismo conosce importanti progressi. Non solo, il ruolo economico del settore professionale incide sui movimenti interni dei suoi livelli di alfabetismo tra le varie aree. Dove il secondario ha un ruolo marginale, come nella Plan, i livelli di alfabetismo degli artigiani e degli addetti alle manifatture (quest’ultimi in realtà assai pochi in tutta l’area studiata) presentano valori contenuti. Addirittura, tra i due gruppi campionati, gli alfabeti del secondario del fondovalle sono in decisa riduzione e offrono un indice dimezzato e in controtendenza rispetto alle dinamiche degli altri settori. Un fenomeno in parte riconducibile allo scarso numero di addetti che non permette un’adeguata regressione verso la media del dato statistico. Se escludiamo Verres, le attività secondarie della Plan sono indirizzate a soddisfare una domanda locale e, in gran parte, dipendente dalle esigenze dell’agricoltura.
L’alfabetismo del secondario mostra tutt’altro comportamento allorché assurge un ruolo importante nell’economia locale. Nella Valle di Gressoney e nella Valle d’Ayas, gli addetti al secondario sono ampiamente alfabeti, assai più dei loro omologhi di fondovalle. Ci imbattiamo in attività artigianali destinate a proiettarsi su mercati distanti dalle valli anche quando investono produzioni semplici ma di largo consumo, come gli zoccoli dei sabotier della Valle d’Ayas. Una commercializzazione resa possibile dall’emigrazione stagionale. Oltre a permettere la commercializzazione delle produzioni artigianali delle valli, l’emigrazione giocava un ruolo fondamentale nel riequilibrare il rapporto tra popolazione e risorse alimentari entro un’agricoltura di sussistenza. Originate da una mera esigenza di sopravvivenza, le attività secondarie e l’emigrazione potevano sviluppare specializzazioni altamente qualificate. Come abbiamo visto questa caratteristica è meno presente in Valle d’Aosta rispetto ad altre realtà alpine, tuttavia appartiene alla comunità walser. I walser sono muratori e carpentieri apprezzati, forgiatori, orologiai e, se ci spostiamo sul terziario, mercanti.27 La specializzazione introduce un altro fattore positivo di alfabetismo che permette agli artigiani e ai mercanti walser di superare la soglia dell’alfabetismo universale.
Conclusioni
“Non trovo gigli e rose a Viareng, ma spine e triboli, difficoltà e contrarietà, le lacrime mi stanno meglio del sorriso. Incominciai le lezioni con otto bambini, adesso ne ho dieci. Un ragazzo che legge molto male e nove altri, maschi e femmine che non conoscono le lettere, non sanno distinguere la mano destra dalla sinistra, né contare fino a cinque, e per disgrazia ancora non ci intendiamo, io non li capisco per niente e non so di qual linguaggio servirmi per far loro intendere qualche cosa. Alla sera poi […] faccio la scuola serale. Vi sono uomini e donne, giovini e giovane dall’età di quattordici anni fino ai sessant’anni. Leggono tutti malissimo ma pure m’intendono un po’ meglio dei primi. Tra il giorno e la sera ho circa una ventina di scolari e poi i curiosi. Alle volte mi perdo di coraggio […] Soliti al culto sono sette o otto, diversi leggono la Bibbia, ma temono ancora di mostrarsi. Dacché sono a Viareng i preti di Champ De Praz e Di Mont Jové non cessano di tuonare contro la maestra protestante, ed hanno mandato due uomini per avvertire i parenti di non mandarmi i loro figli alla scuola […] Giunta a Viareng quanto fui delusa nelle mie speranze. Dopo tanto aspettare credevo di trovare la casa abitabile, invece trovai nella scuola una certa macchina di banco che non so chi l’abbia inventata e altrove le pareti nude a l’eccezione di un letto con un saccone di foglie […] e non si trova niente qui e nessuno che vi possa dare una minestra convenevole, niente ed è tutto detto […] ho già molto speso per non avere ancora le cose indispensabili e sono senza denaro e non ardisco più domandare ai genitori e a lei mi vergogno di domandare prima che il trimestre sia compiuto, tuttavia se mi volesse fare questo favore gliene sarei riconoscente assai […] Sign. Presidente, non dimentichi l’opera che si comincia a Viareng. Dio è potente e può di queste pietre far diventare dei figli di Abraam. (18-12-1874)”28
La lettera di Louise Jourdan Malan, maestra valdese incaricata dal Provveditorato agli studi di Torino a tenere la cattedra della scuola elementare di Viering, frazione di Champdepraz, ci riporta alle critiche dei liberali valdostani verso le scuole di villaggio e induce a porci degli interrogativi sulla reale competenza alfabetica celata dietro la firma di un atto matrimoniale. Forse i liberali avevano ragione: nelle scuole di villaggio gli studi non andavano oltre il catechismo e il tracciare meccanicamente la propria firma; circostanza che darebbe forza non solo agli allora critici delle scuole di villaggio ma anche agli attuali critici delle metodologie quantitative di analisi dell’alfabetismo fondate sulla firma.29
La realtà è più complessa. La difficile convivenza tra la maestra Malan e gli abitanti di Viering è frutto dell’incontro