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Benjamin Bakewell, detto Cake da sempre, aveva una reputazione impeccabile nel mondo culinario. Ogni cuoco stellato e ristorante di lusso lo conosceva. Aveva ricoperto la posizione di maestro pasticcere all’Avalon per tre anni. Le sue celebri torte e pasticcini facevano invidia ai maggiori pasticceri grazie al metodo di Cake, il quale era unico, e che molti tentavano invano di replicare.
Cake era nato nella periferia di Louth, Lincolnshire, una piccola cittadina rurale a quaranta chilometri da Lincoln City. La sua famiglia possedeva una fattoria da 200 acri ai margini della città, dove venivano coltivati il frumento, l’orzo e il luppolo. Il suo soprannome, Cake, gli era stato affibbiato a causa del suo cognome, Bakewell, e del suo amore per la pasticceria. Aveva frequentato la scuola elementare Grimoldby, e mentre gli altri bambini trascorrevano la ricreazione giocando e facendo sport, lui aiutava i cuochi della scuola in mensa.
I genitori di Cake erano sempre stati al corrente del fatto che il figlio avesse come un sesto senso. Era in grado d’individuare tutti gli ingredienti di ogni piatto, e aggiungeva elementi in cui riteneva che il piatto risultasse carente. In tal modo accentuava ed elevava il sapore fino a quando il proprio palato perfetto lo considerava accettabile. Cake non mangiava né maneggiava la carne, il cui odore non conteneva aromi fragranti, la cui consistenza era granulosa e grossolana, e il cui sapore gli faceva venire la nausea. Tollerava certi tipi di frutti di mare, ma solo se erano freschi e moderatamente aromatizzati, come la rana pescatrice o le cape sante, alle quali poteva aggiungere erbe e spezie per mascherarne l’odore e il sapore. Nessuno comprendeva il dono insolito di quel ragazzo, e trascorsero molti anni prima che qualcuno scoprisse la causa del suo palato sopraffino e del suo olfatto iper sviluppato. Solamente Cake era in grado di percepire il profumo e il sapore del mondo dal proprio punto di vista, individuando le fragranze nell’aria. Durante i suoi primi anni a scuola aveva sfruttato il proprio talento unico per estorcere dei dolci e altre golosità dai propri compagni di classe indovinando che cosa avevano mangiato per colazione quella mattina in base all’odore dei loro peti. Crescendo utilizzò tale trucco durante le feste a cui prendeva parte.
Cake trascorse un’infanzia felice con molti amici, anche se le ragazze lo evitavano per la sua tendenza ad annusare l’aria circostante, inclinazione sgradevole. I suoi amici lo ritenevano un passatempo divertente, ma il ragazzo smise di farlo quando la madre gli disse che non era educato, e che un giorno avrebbe avuto bisogno di una ragazza, e annusar loro il sedere non era il modo per far sì che lo trovassero attraente. Cake aiutava alla fattoria durante i raccolti, e il suo periodo preferito dell’anno era la primavera, quando la flora veniva impollinata e sbocciava; gli innumerevoli odori lo facevano andare in estasi. Aiutava anche la madre e la nonna a fare il pane fresco, le torte, i biscotti e i dolci per la famiglia e per i lavoratori della fattoria. Cake concentrava il suo talento unico sulla realizzazione di pietanze dolci e salate, fino a quando queste gli soddisfacevano i sensi. Da giovane Cake si era sentito a casa in cucina, e ridacchiava con voluttà ogniqualvolta tirava fuori dal forno una teglia di dolciumi cucinati da lui. I profumi della confetteria appena sfornata, che facevano venire l’acquolina in bocca, aleggiavano nella calda cucina della casa colonica, e solitamente la nonna di Cake si affrettava dal nipote per vedere che cosa si fosse inventato.
La nonna vide una scintilla negli occhi di Cake quando un giorno il ragazzino le disse “Nonna, un giorno sarò il pasticcere più famoso d’Inghilterra...forse anche del mondo”.
Al che la nonna sospirò e gli rivolse un ghigno. “Si Cake, lo so”.
Aveva accumulato libri e riviste di cucina nel corso degli anni, realizzando ogni torta la cui ricetta era stata pubblicata sui quotidiani, e aggiungendo erbe e spezie che combinava per esaltare il sapore dei piatti, rendendoli unici. A Cake sembrava sempre che alle pietanze mancasse qualcosa, ma la nonna Pearl lo rassicurava dicendogli che un giorno avrebbe scoperto LA SUA spezia perfetta.
Nella sua prima adolescenza Cake iniziò a fare kick boxing. Era alto e snello, e l’arte marziale lo fece diventare muscoloso, ma le sue gambe e braccia restarono pelle e ossa nonostante il duro allenamento.
Cake era un bel ragazzo dal viso magro, gli occhi nocciola e i capelli corti e castani. Assomigliava a un giovane Kevin Costner, anche se la sua figura allampanata e bizzarra faceva sì che avesse più tratti in comune con il pagliaccio Coco. In adolescenza le ragazze iniziarono a notarlo, a quel punto aveva smesso di annusarle.
La sua famiglia diede per scontato che una volta terminata la scuola avrebbe continuato il mestiere di famiglia, diventando un agricoltore. I sogni e le ambizioni di Cake erano però lontano dal mondo di famiglia, dato che il ragazzo voleva frequentare la scuola di cucina. I suoi genitori glielo proibirono e gli offrirono un compromesso. Avrebbe potuto fondare un piccolo forno insieme alla madre e alla nonna; loro tre avrebbero cucinato mentre le sorelle di Cake avrebbero venduto i loro prodotti a Louth e nei dintorni. Cake accettò tale compromesso, sapendo che ciò avrebbe implicato lunghe ore in cucina, sacrificando gli allenamenti di kick boxing; ma la pasticceria era la sua passione. Suo nonno concesse loro di cucinare in un vecchio capanno, e acquistò due forni a gas di seconda mano oltre all’ampio piano di cottura AGA. La famiglia comprò un’impastatrice e altre attrezzature, oltre a scaffali, frigoriferi e unità di conservazione come da istruzioni di Cake, realizzando una pittoresca pasticceria rurale. Il padre aveva ceduto loro una Land Rover della fattoria affinché lui e le sorelle girassero per la cittadina in cerca d’industrie e negozi che acquistassero i loro prodotti. Cake fece in modo che il menù fosse semplice. Amava sperimentare, ma la famiglia decise che i filoni di pane, i panini, le baguette, le torte e le crostate sarebbero state sufficienti.
L’attività di Cake aveva inizio dopo il raccolto. Cucinavano di prima mattina, e il primo lotto usciva dal forno alle 6. Le sorelle svolgevano le consegne prima di andare a scuola, e Cake cucinava e consegnava ulteriori lotti durante il giorno. Si trattava di una routine che funzionava bene, e presto vennero sommersi di ordini. Il business della panetteria divenne un’entrata extra molto redditizia per la fattoria. Cake era felice, ma non si sentiva realizzato. Più leggeva riviste di cucina che trattavano di nuove tecniche e ricette create in ampie panetterie, ristoranti e hotel, adulando grandi chef, più Cake bramava una vita prestigiosa.
Una calda mattina d’estate, mentre Cake stava sfornando una partita di panini croccanti, ricevette una telefonata da Bill, il proprietario del pub ‘Rising Sun’.
“Giorno Cake” disse Bill “Un mio cliente vorrebbe parlarti. Potresti venire qui?”
“Che cosa vuole?” Domandò Cake.
“Non lo so, vieni qui e parlagli, così lo scoprirai” disse Bill, sembrava vago.
Cake, incuriosito, guardò l’orologio e disse “Okay Bill, dammi più o meno venti minuti”. Quindi si cambiò, togliendosi la divisa bianca da fornaio, e guidò fino in città.
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Una volta al Rising Sun, Cake si diresse da Bill, il quale gli sorrise e gli disse del cliente. “Il primo giorno ha mangiato il tuo sandwich gourmet con una fetta di Gateau, e oggi ha ordinato diversi sandwich e fette di torta. L’ho visto prendere un assaggio di tutti i piatti, assaporarli, avvolgerli in un tovagliolo e sistemarli in un borsone”. Bill si grattò il mento prima di proseguire “Oggi mi ha chiesto chi mi forniva i prodotti da forno, e quando gli ho detto che si trattava di un fornaio locale si è presentato e ha insistito affinché potesse parlarti. Non ti avrei disturbato, ma sostiene di essere famoso, anche se non l’ho mai sentito nominare”.
“Che strano” disse Cake corrucciandosi “Come si chiama?”
Bill ci pensò e disse “Jimmy qualcosa...mi sono dimenticato il cognome, ma è seduto là” indicò l’uomo che si era accomodato a leggere il quotidiano.
Cake raggiunse l’uomo, il quale lo sbirciò da dietro al giornale e gli sorrise. Posò il periodico sul tavolo accanto e chiese a Cake di accomodarsi. Il ragazzo trasalì, e sembrò sorpreso quando riconobbe l’uomo. Aveva letto degli articoli su di lui nella rivista British Bakery, ed era al corrente del prestigio che circondava il piccolo individuo stempiato dal viso tondo.