Il codice di Perelà. Aldo Palazzeschi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Aldo Palazzeschi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066069681
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a quelle di tutti gli altri uomini?

      — Ecco!

      — Ora sì! Vi ci hanno nascosto!

      — Quelle tre vecchie avevano il loro segreto.

      — Ma è lampante, quella di non voler far sapere il loro nome....

      — Eppoi di non volerne parlare.

      — Allora, sotto l'azione del fuoco, io sarei giorno per giorno lentissimamente carbonizzato, trasformato nel lungo volgere degli anni, fino a rimanere intatto ma di compattissimo fumo. Fu questa la più accurata purificazione che il fuoco abbia mai compiuta sopra la carne?

      — Purificazione!

      — Purificazione!

      — Purificazione!

      — È così, è così.

      — Ma sì, sì è così.

      — La purificazione!

      — Sarà stato un loro amante, di quelle tre vecchie, e loro per lavarlo dal peccato....

      — Ma che amante d'Egitto!

      — Quanti anni avevano le vecchie?

      — Cento!

      — Accidenti!

      — E voi quanto siete rimasto nel vostro utero nero?

      — L'ha detto, trent'anni circa.

      — E a settant'anni avevano un amante?

      — Eppoi, un amante in tre?

      — Erano tanto vecchie!

      — State pur certo signor Perelà, lassù vi ci avevano nascosto uomo tale e quale voi siete, a furia di star sul fuoco siete diventato di fumo, la cosa è naturalissima, se bruciamo qualcosa vediamo che si carbonizza e dopo se ne va in fumo.

      — Ma il fumo ti va per l'aria.

      — Ma siccome quel camino era otturato alla sommità non poteva andar per l'aria; mi sembra tanto naturale.... Ma vi pare, ammassato, costruito di fumo? Il germe di un uomo ci doveva pure essere alla cima del camino! L'utero, nero o bianco, ha bisogno di un seme per generare.

      — E il seme per un camino è il fumo!

      — Ma nossignore che lui è un uomo! State sicuro signor Perelà, ci foste messo tale e quale voi siete, e potete avere appunto trentadue in trentatrè anni, che cosa ne dite?

      — Sì, sì.

      — Mi pare ne dimostri di più.

      — Sì, dimostrerà tutto quello che voi volete, ma non li può avere.

      — Tanto ha vissuto uomo e tanto gli ci è voluto....

      — Per purificarsi.

      — Infatti! Trentatrè anni di peccato ne vogliono trentatrè di penitenza.

      — Allora ne ha sessantasei!

      — Vuoi finirla, mondo ladro?

      — Voi siete, signor Perelà, un uomo purificato, e questo vi renderà ai nostri occhi un essere di privilegio ed eccezionale.

      — Chi sa il Re come ne godrà!

      — Come sarà contenta la Regina!

      — Due di voi vadano subito da Sua Maestà che attende con ansia, ditegli che l'uomo lo abbiamo visto, toccato e interrogato, è veramente di fumo, è un gran gentiluomo, e non c'è nulla da temere. Che stia pure tranquillo, poi gli daremo ogni utile spiegazione. Il tutto si spiega assai più facilmente e naturalmente di quello che a prima vista possa sembrare. Presto, andate andate.

      — E dunque eccoci, bravo bravo signor Perelà vi faremo preparare subito l'appartamento, e per tutto quello che potrà occorrervi non avrete che da dimandare.

      — Certo certo, non può essere altrimenti foste messo lassù, per quale ragione bene non si sa, gli stessi vostri abiti ce lo rivelano.

      E forse avremo in seguito la rivelazione completa della vostra vera ragione. Certamente.

      Abbiate la compiacenza di girarvi. Ecco.... probabilmente sarete uno spagnolo.

      — O un francese.

      — È un francese.

      — Ma che francese!

      — Se fosse francese si sentirebbe.

      — Sembra un moschettiere.

      — Ma che moschettiere!

      — È un cavaliere scappato dalla rivoluzione, si vede dal costume.

      — Sì sì, è un moschettiere!

      — È scappato dalla rivoluzione.

      — E vi sembrano gli stivali della rivoluzione quelli?

      — Ma quelli gli ha trovati caro mio, gli ha trovati stamani prima di venir via dal suo luogo, lassù....

      — Che c'entrano con lui! Non sono già di fumo!

      — Quelle sue vecchie signore glie li hanno fatti fare ultimamente da un ottimo calzolaio, sono precisi a quelli di tutti i nostri ufficiali.

      — Al taglio mi sembrano del calzolaio di mio fratello.

      — Vedete che lo sapevano! Cosa se ne facevano tre vecchie di un paio di stivali?

      — Signor Perelà finite il racconto, come vi decideste a lasciare il vostro nascondiglio?

      — Tre giorni or sono io sentii spegnersi sotto a me la cantilena, attesi, non udii più la voce adorata delle mie vecchie, dopo, anche il fuoco si spense là sotto, e tutto attorno a me divenne freddo e silenzioso. Le mie membra perderono gradatamente la loro immobilità, incominciarono ad agitarsi. Attesi trepidante. Dove erano andate Pena, Rete, Lama? Perchè mi avevano lasciato solo? Mi avevano abbandonato? Per sempre forse? Io mi agitava, mi attorceva in uno spasimo terribile, quel luogo mi era divenuto insopportabile, e mi svoltolavo da ogni parte come un globo di una materia divenuta estranea in un organo umano. Puntai le mani alle pareti, e poggiandomi colla schiena e puntando le ginocchia, riuscii a scendere giù, dove il camino si allargava, lì incominciavano gli anelli di una catena, a quella mi aggrappai e discesi giù giù fino a terra. Sotto c'era ancora l'ultima cenere e attorno al camino tre poltrone vuote, un grosso libro a terra chiuso. Dove io avevo posato i piedi, accanto, un paio di bellissimi stivali lucidi, questi. Io che mi sentiva così estraneo alla terra e attratto ancora alla sommità del camino, infilai inconsciamente le gambe in quelli stivali, e allora soltanto mi sentii sicuro, dritto, piantato, capace di poterci restare, lasciai la catena e incominciai a camminare. Corsi per tutte le sale della villa, vuote, non un mobile, non una persona, non un segno di vita! Gridai fino a lacerarmi la gola: Pena! Rete! Lama! Nessuno! Urlai come un folle, piansi, mi disperai, e quando credetti che tutto per me fosse finito, che la mia vita fosse finita, mi trovai alla porta della villa. La porta era aperta, si estendeva davanti polverosa la via provinciale che mena a questa città.

      Sapevo tutto, come il cieco, senza avere mai veduto nulla. Mille storie di uomini, senza sapere preciso come gli uomini fossero, tutti i nomi delle cose, senza sapere quali fossero le cose che a quei nomi corrispondevano, come il cieco cui sia donata per incanto la luce. Io dovevo ora vedere.

      — La reggia è circondata di popolo, tutti vogliono sapere, vogliono vedere, conoscere Perelà.

      — Si sa già dovunque il suo nome!

      — Molti dicono di averlo visto passare, vogliono ad ogni costo vederlo.

      — Il popolo fa ressa alla porta!

      — Tutte le dame della capitale hanno telefonato per assumerne informazioni.

      — Il Re ha ordinato che Perelà sia ospitato con ogni onore come si conviene ad un principe reale.

      — La Regina annunziò che lo riceverà in udienza particolare.