Il Re bello. Aldo Palazzeschi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Aldo Palazzeschi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066069698
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       Aldo Palazzeschi

      Il Re bello

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066069698

       L'ANIMA

       L'INGEGNERE

       L'ANGELO

       TRE DIVERSI AMICI E TRE LIQUIDI DIVERSI

       PICCOLO GIOIELLO SENTIMENTALE

       PER UNA BELLA DONNA (COMMEMORAZIONE)

       LA BOMBA

       IL BORSAIOLO

       ALLA MORTE NON SI SFUGGE

       LE DUE FAMIGLIE

       IL MENDICANTE

       IL GOBBO

       LA VEGLIA

       INDUSTRIA

      — Sua Maestà la Regina attende.

      Il conte Ercole Pagano Silf, gran Maresciallo di Birònia, dette queste parole rimase fermo nel mezzo della sala, sotto l'immensa scintillante lumiera veneziana, considerando la persona del Re.

      Ludovico XII, Re di Birònia, alzatosi in piedi incominciò a camminare assalito da una palese agitazione, da un tremito nervoso. Andava e veniva davanti alla specchiera della consolle, acciuffandosi gli enormi baffi orizzontali, neri e ferrigni, fulminando sè stesso coi terribili occhi rotondi dilatati, inarcando le spalle, spingendo in avanti il petto robustissimo, aggiustandosi dipoi la giubba azzurra gallonata d'oro. — Come a vent'anni — pensava Ludovico XII — peggio assai che a vent'anni, io mi sento oggi più impaziente e imbarazzato di allora.

      — Tutto è pronto? — chiese il Re.

      — Tutto, Maestà.

      — Fu pensato a tutto?

      — A tutto.

      Voleva Ludovico XII domandare se già la preghiera nella cappella Reale fosse incominciata ma non osava, non intendeva palesare di ammettere soverchia importanza a quel fatto soprannaturale, e non avrebbe voluto dopo rimproverarsene il torto. Era convinto che Dio, lo avrebbe meglio esaudito direttamente che per mezzo del prelato di corte, ma siccome altra volta ciò non era accaduto voleva che la formalità fosse adempiuta.

      E il conte Ercole Pagano Silf, al quale nulla sfuggiva del pensiero del Sovrano, comprese.

      — Monsignore vicario già da mezz'ora è genuflesso dinanzi all'altare acceso, dall'alba di stamane le Orsoline alzano al cielo la loro invocazione, Monsignora Superiora delle Clarisse fece eseguire il digiuno di preparazione, e nella cattedrale fu adempiuto il triduo solenne, al grido di tutte le vergini e le madri di Birònia.

      — Andiamo — disse il Re interrompendolo bruscamente.

      Il gran Maresciallo aprì la porta e, passato il Sovrano, lo seguì a capo basso per il lungo e deserto corridoio della Reggia.

      Giunti ad una porta si fermò il Re, il gran Maresciallo l'aprì, entrò, e fattosi a un passo dalla soglia annunziò:

      — Sua Maestà il Re.

      Nel mezzo di quella camera tappezzata di seta azzurra a gigli d'argento, cadente di ampi ricchissimi cortinaggi, cordoni e galloni, sopra una chese longue, sorretta da innumerevoli cuscini la Regina Sofia Clementina di Birònia era distesa, cerea, quasi dormente. All'annunzio aprì gli occhi con quel terrore rassegnato ch'hanno i moribondi davanti al sacerdote che porge loro gli ultimi conforti per l'ignoto viaggio, e li richiuse quasi subito stancamente sopita.

      Il conte Ercole Pagano Silf si ritirò, chiuse cautamente la porta, restò un momento a capo basso, si dette a girellare su e giù per il corridoio, e fermandosi davanti ad una finestra e levando in alto la testa e le braccia parve volesse dire: — Signore, esaudiscilo!

       * * *

      Ludovico XII Re di Birònia, Re assoluto, tipo straordinariamente forte di soldato, aveva da poco varcati i quarant'anni, e regnava da dodici sul trono di Birònia. Era adorato dal suo popolo che vedeva in lui degnamente e fedelmente rispecchiata secondo quella tradizione la grandezza, simbolica ormai, di Ludovico il Grande di Birònia che quattrocento anni prima aveva riunito il Regno, dichiaratane l'indipendenza, fissatane la costituzione.

      Quando Ludovico XII passava fra le turbe riverenti e si volgeva da destra a sinistra coi tremendi baffi orizzontali e gli occhi sgranati, terribile, lanciando sguardi da sgherro d'operetta, le folle protese a capo chino e scoperto se ne sentivano invase beatamente e possedute tutte.

      — Come gli è grande!

      — Come Lui — ognuno diceva e pensava. — I baffi, gli occhi, la persona tutta!

      — Come gli è Re!

      — Che garbo da Sovrano!

      — Quanta maestà!

      Sarebbero stati tutti ben volentieri ventiquattro ore digiuni per offrire a lui un pranzo di gala, e si sarebbero sentiti tutti pieni, e se taluno avesse toccato un filo d'erba solo in Birònia non un cittadino sarebbe rimasto indietro d'un passo al suo Re per difenderlo.

      Era il Regno della Birònia come una patriarcale famiglia.

      Vicino alla figura fortissima del Re eravi quella della Regina, pallida e sofferente da varii anni per una nevrosi cardiaca che le si andava aggravando ogni dì, e la faceva rimanere sempre colla bocca aperta come i pesci.

      Raramente essa poteva mostrarsi al popolo così malata com'era, ma quando nelle grandi solennità dello Stato vi era costretta e gli compariva boccheggiando e dolorosamente sopita, ognuno guardandola in espressione desolata e amorosa pareva supplicare: — Signore! Perchè, perchè non l'hai esaudita? Perchè l'hai voluta sì infelice?

       * * *

      S'era poco a poco addensata una nube sul limpido cielo di quel Regno, una nube che pareva oscurare dalla fronte del Re quella dell'ultimo cittadino.

      E quando il Sovrano assorto nel pensiero divenuto fisso, dava un enorme pugno sulla tavola, quello che si chiamava in Birònia il pugno di Ludovico, e venivano a quel modo prese le decisioni supreme dello Stato, e il giudizio inappellabile del Re era pronunziato, non si poteva più dire ch'esso fosse divinamente puro, che un riflesso di quella nube ne turbava la serenità.

      Il conte Ercole Pagano Silf, gran Maresciallo di Birònia, era il regolatore di quel