Il Gioco Di Casper. Charley Brindley. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Charley Brindley
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Современная зарубежная литература
Год издания: 0
isbn: 9788835412458
Скачать книгу
avvicina una ragazza intelligente, non sapete approcciarvi con lei.” Lo fissò finché lui non la guardò. “Come gestisce i soldi?”

      “Quest’informazione, donna intelligente, le costerà mille dollari.”

* * * * *

      Erano quasi le 2 di note quando Gigi venne a sedersi accanto a Bell.

      “Hai iscritto Wendy?”

      “Wendy?”

      “La rossa.”

      “L’hai mandata tu da me?”

      “Sì. Mi spetta una commissione?”

      “Verrai cacciata dal gioco, ecco cosa ti spetta.”

      “Perché? Più giocatori rendono più grande il piatto che vincerò.”

      “No. Non voglio altri giocatori, non se si conoscono tra loro. Questa non è la partita amichevole di poker del sabato sera. Questa è una competizione spietata con un solo vincitore e molti perdenti arrabbiati.”

      “Bè, lei è un’amica, ma siamo in competizione ogni sera per I ricchi bastardi che vengono qui per un appuntamento veloce.”

      “Non mi piace questa situazione.”

      “Oh, povero piccolo Bell. Hai intenzione di lamentarti tutta la notte o mi porti a fare colazione?”

      Gigi Draper

      Lui studiò il suo bel viso per un momento. “Ho solo una domanda.”

      Lei sorrise. “Cioè?”

      “Pancakes o uova alla Benedict?”

      Lei si alzò dal tavolo e si sistemò la gonna. “Entrambi. Ho avuto una notte difficile.”

      Bell chiuse il computer e si alzò. “Devo solo scambiare due parole con Blinker prima di andare.”

      “Okay. Io andrò in bagno.”

      Al bar, Bell porse il computer a Blinker. “Io e Gigi andiamo a far colazione. Mandami un messaggio se succede qualcosa.”

      “Gigi, eh?”

      “Quel sorriso da lupo è assolutamente fuori luogo.”

      “Bene, capo.” Trattenne il sorriso e sistemò il computer sotto il bar.

      Capitolo Tre

      La mattina dopo alle 9, una giovane donna entrò al Blue Parrot. Andò al tavolo di Bell e gli diede un fascio di buste bianche.

      “Dio, quanto odio questo posto.” I suoi capelli color champagnele fluttuavano sulle spalle.

      “L’hai già detto ieri notte, Leticia, e anche quella prima ancora.”

      Leticia

      “Perché non possiamo lavorare fuori da un parrucchiere o una sala da bowling?” Indossava dei jeans e una maglietta Bianca con scritto ‘Sì, corro come una ragazza. Prova a starmi dietro’ sulla schiena.

      “No—”

      Lei lo interruppe. “Lo so. Niente soldi in quei posti.”

      “Giusto. Come va il progetto Kessler?”

      “Con dieci giorni di ritardo sulla tabella di marcia,” disse.

      “Qual è il problema?”

      “Una cattiva pianificazione da parte tua.”

      “Sei stata tu a stabilire il diagramma di flusso e la tabella di marcia,” disse lui.

      “Certo, ma chi ha deciso il budget?”

      “Uhm, il manager?”

      “Giusto di nuovo. Ecco arrivare uno dei tuoi asinelli.”

      Bell alzò la mano per farle cenno di tacere.

      Gigi non tacque. “È chi penso che sia? Chi è?”

      Leticia la fissò.

      “Sii gentile, Gigi,” disse Bell. “Lei è il mio assistente esecutivo. Torna al tuo sgabello e aspetta come gli altri.”

      “Manca solo un minuto alle nove,” disse Gigi. “Se mi dai la mia busta, risolverò il tuo sciocco enigma e andrò a prendere la vincita da Blinker.”

      “Quando mi vedrai dirigermi all’uscita sul retro, potrai unirti ad altri undici giocatori.”

      “Undici. Bene. Bel piatto stasera.”

      “Vai.”

      “Non essere sgarbato,” disse Gigi. “Lei deve essere Leticia.” Le porse una mano.

      Si strinsero la mano. “Come conosce il mio nome?” chiese Leticia.

      “Quando ho chiesto a Bell che aspetto aveva, lui mi ha detto che era una donna più bella di me.”

      Leticia rise. “Bene.” Lasciò andare la mano di Gigi e guardò Bell. “Sono sicura che l’abbia detto.”

      “È vero.” Si voltò verso Bell. “Ok, Bell, io vado. Cerca di sbrigarti.” Tornò al bar.

      “Devo sistemare il progetto Kessler per te?” chiese Bell.

      “No,” disse Leticia. “Ma avremo bisogno di altri ventimila dollari entro la fine del mese.”

      “Dannazione. Ok. Ti ho appena mandato per mail le specifiche del prossimo.”

      “Meraviglioso. Stai iniziando un nuovo progetto senza aver finite il Kessler.”

      “Sì. Ora, sbrigati prima che quei tizi al bar ti facciano proposte indecenti.”

      “Sciocchezze. Sono fuori da questo schifo.”

      Bell prese le buste e andò verso il retro del locale.

      Mentre camminava undici giocatori, compresa Gigi, lo seguirono.

      “Bene, gente.” Bell tirò fuori le buste. “Leggetele e piangete.”

      Tutti aprirono la propria busta.

      “Che diavolo?” sussurro Gigi.

      “Già,” disse uno degli uomini. “Idem.”

      “Sarò al mio tavolo se qualcuno indovina.”

      Bell li lasciò per consegnare un altro set di buste a un secondo tavolo, poi a un terzo.

* * * * *

      Una ragazza magra dai capelli castani era seduta vicino a Bell quando uno dei giocatori si avvicinò al tavolo.

      L’uomo era vicino ai cinquanta, calvo, e aveva una notevole pancia da birra.

      “L’ho risolto, Bell. Sono il primo?” Sorrise alla bella ragazza castana.

      Lei ghignò. “Sembra assetato.”

      “E lei?”

      “Diavolo, certo.”

      “Sei il primo, Frankie,” disse Bell. “Cosa sei riuscito a fare?”

      Frankie gli porse il suo foglio.

      “Ehi,” disse la ragazza, “è uno degli enigmi di cui mi parlavi?” Si chinò mentre Bell apriva il foglio.

      “Sì.” Si voltò in modo che lei non potesse vedere, poi lesse silenziosamenteprima l’enigma, poi la risposta di Frankie. ‘Il padre di Will ha cinque figli; Mercutio, Tybalt, Capulet, Montague… chi è il quinto figlio?’

      ‘Romeo,’ era la risposta che Frankie aveva scritto sul foglio.

      “Mi spiace, Frankie,” disse Bell. “Sbagliato.”

      “Cosa? Questi quattro tizi vengono da—”

      “Non dire altro,” lo interruppe Bell. “Questa ragazza potrebbe decider di unirsi al prossimo gioco. Non vogliamo darle degli indizi prima che si iscriva, no?”

      “Immagino di sì.”

      “Quando