Finestre Oscurate. Блейк Пирс. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Серия: Un Thriller Psicologico di Chloe Fine
Жанр произведения: Зарубежные детективы
Год издания: 0
isbn: 9781094304908
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sforzarsi molto per rimanerle fedele.

      Tenne quel pensiero per sé, mentre Jenny Bjurman continuava a elencare le clienti. Dopo la settima, Jenny dovette fermarsi. Allontanò il cellulare con un movimento brusco e poi si afflosciò sul tavolo della cucina, prorompendo in un lamento di dolore.

      Chloe raccolse lentamente il telefonino dal pavimento e lo rimise sul tavolo. Nel farlo, diede un'occhiata alla foto sulla schermata iniziale e scoprì che Viktor Bjurman era davvero un bell'uomo. Lui e Jenny formavano una coppia mozzafiato. E anche se non le piaceva trarre subito conclusioni, Chloe si domandò come fosse possibile che un uomo così bello potesse entrare e uscire dalle case delle donne senza far irritare qualche marito.

***

      Quando Jenny fu di nuovo in grado di parlare in modo coerente, guardò l'agenda di Viktor e capì che l'ultima cliente che aveva visto prima di morire era una donna di nome Theresa Diaz. Abitava in Primrose Street, a circa mezzo chilometro da casa Bjurman.

      Era poco dopo mezzogiorno quando Rhodes accostò davanti a casa Diaz. Era una graziosa abitazione con aiuole lungo tutto il perimetro della casa. Il garage per due auto era aperto, rivelando un unico SUV parcheggiato all'interno. Le agenti scesero dall'auto e Rhodes suonò il campanello. Ci volle qualche istante, ma alla fine aprì una bella bionda. In un certo senso, era quasi un déjà vu. Pur avendo una certa somiglianza con Jenny Bjurman, c'erano tra loro notevoli differenze. Una cosa che le due donne avevano in comune era che entrambe avevano pianto: solo che Theresa Diaz aveva fatto del suo meglio per non darlo a vedere.

      "Sì?" disse con tono interrogativo.

      "Signora Diaz, siamo le agenti Fine e Rhodes dell'FBI", disse Chloe. "Speravamo di poterle fare qualche domanda su Viktor Bjurman. Presumo che abbia sentito la notizia?"

      "Sì. Entrate pure".

      Theresa le fece accomodare nella sua casa, piccola ma ben arredata. Della musica a basso volume arrivava da qualche parte nella casa, una ballata lenta di molti anni prima, che Chloe conosceva. Theresa le condusse in un salotto. Chloe apprezzava il fatto che non ci fosse la televisione e che tutte le sedie fossero puntate l'una verso l'altra, a indicare che la famiglia Diaz era più focalizzata sulla conversazione che sull'abbuffarsi di programmi alla TV.

      "Quando ha visto per l'ultima volta il signor Bjurman?” Chiese Rhodes.

      "Ieri sera. E' venuto per una sessione di Pilates e di core training".

      "Quando se n'è andato?"

      "Non ricordo l'ora esatta, ma la sessione è terminata alle sette. Di solito se ne va subito dopo la seduta. Quindi direi non più tardi delle sette e mezza".

      "La prego di perdonarmi se glielo chiedo", disse Chloe, "ma suo marito era presente durante la sessione?”

      "No." Rimase un attimo in silenzio, come se stesse cercando di decidere se sentirsi insultata da ciò che Chloe stava insinuando. Alla fine, si strinse nelle spalle e riprese a parlare. "In questo momento è in viaggio per lavoro. Non dovrebbe tornare per altri tre giorni. Ma mio marito ha già conosciuto Viktor e non c'è niente di più da pensare".

      Non lo disse in tono provocatorio o meschino. Anzi, il suo tono era piuttosto cortese. Tuttavia, Chloe aveva notato che la donna aveva sicuramente pianto.

      "Conosceva il signor Bjurman al di fuori della vostra relazione professionale?" Chiese Rhodes. "Insomma, vi consideravate amici?"

      "Certo, ridevamo insieme e scherzavamo. Ogni tanto si fermava anche per bere un bicchiere di vino dopo l'allenamento, ma solo quando Mike, mio marito, era a casa".

      Chloe valutò attentamente la sua domanda successiva. Theresa Diaz aveva di proposito menzionato suo marito diverse volte nel giro degli ultimi venti secondi. Aveva anche fatto del suo meglio per mettere educatamente a tacere ogni insinuazione che potesse esserci stata una relazione tra lei e Viktor. Quindi Chloe capì che si trattava di un argomento delicato, per un motivo o per l'altro. Questo le fece anche capire che, se avesse continuato a insistere su quell'argomento, Theresa le avrebbe mandate via.

      "Da quanto tempo era cliente del signor Bjurman?"

      "Da circa un anno. Era molto bravo…"

      Si interruppe, si ricompose, e scosse la testa. "Scusate. È tutto molto improvviso. Insomma… l'ho visto appena ieri sera".

      "Non si preoccupi", disse Rhodes. "Visto il vostro rapporto di lavoro, le viene in mente qualcuno che potesse avercela con lui?"

      "E' proprio questo il punto", disse Theresa. "Non l'ho mai visto scambiare parole di traverso con nessuno. Inoltre, non ho mai sentito nessuno dire qualcosa di brutto su di lui".

      "Qual era l'opinione di suo marito?” Chiese Rhodes. Chloe sussultò leggermente, chiedendosi se sarebbe stata la domanda che le avrebbe fatte cacciare via. Invece Theresa non se la prese, oppure semplicemente non colse l'allusione nella domanda di Rhodes.

      "Mike ci andava d'accordo. Ora, a dire il vero, non gli piaceva l'idea che un personal trainer maschio entrasse in casa mentre lui non c'era. Ma una volta che Mike ha conosciuto Viktor, tutto è cambiato. Non finirò mai di sottolineare che uomo simpatico fosse. Tutti lo amavano. Non ha assolutamente senso che qualcuno lo abbia ucciso".

      "Per caso sa se avesse clienti nella città di Colin?" Chiese Chloe.

      "Non ne sono sicura. Forse sua moglie potrebbe essere in grado di darvi questa informazione".

      Coraggioso da parte sua menzionare la moglie di Bjurman, pensò Chloe. Qui c'era quasi certamente una tresca o, come minimo, un'attrazione tra loro.

      "Il signor Bjurman le è parso angosciato o a disagio, durante l'allenamento di ieri sera?” Chiese Chloe.

      "No. O, se lo era, l'ha nascosto molto bene. Io… non capisco…"

      Per il momento, sembrava una risposta ricorrente. Ed era un'ulteriore prova del fatto che non avrebbero ottenuto nulla di utile da Theresa Diaz. Chloe sapeva che il passo logico successivo era quello di recarsi a Colin per vedere cosa potevano scoprire sull'omicidio di Steven Fielding. Ma facendo questo, sentiva che avrebbero lasciato raffreddarsi la pista dell'omicidio di Bjurman, perché con ogni istante che passava, Chloe era sempre più sicura che gli omicidi non fossero collegati.

      "Proprio non capisco", disse ancora una volta Theresa, con la voce esitante e prossima alle lacrime.

      Siamo in due, pensò Chloe.

      CAPITOLO SEI

      "Quindi sicuramente andavano a letto insieme, giusto?"

      La domanda era schietta, ma Chloe si era aspettata che Rhodes l'avrebbe chiesto, una volta tornate in macchina.

      "Questa è la sensazione che ho avuto", disse Chloe. "Hai notato che aveva pianto, vero?"

      "Sì, dagli occhi arrossati e leggermente gonfi. E dal tremolio nella sua voce".

      "Quindi è chiaro il motivo per cui non vuole confessare la relazione. Soprattutto se è vero che, come sostiene, il marito ha conosciuto Bjurman. Ha senso che volesse pararsi il culo. Se l'uomo con cui andava a letto è improvvisamente morto, è molto più facile nascondere la tresca".

      "Comunque, penso che dovremmo verificare se il marito è davvero via per lavoro", disse Rhodes. "Forse potremmo convincere i nostri nuovi amici Anderson e Benson a scovare queste informazioni".

      "Pensi che l'assassino possa essere il marito?"

      "Probabilmente no. Ma visto che gli omicidi finora sembrano non essere collegati, dobbiamo controllare tutto, suppongo".

      Chloe annuì. Le piaceva quando lei e Rhodes erano così perfettamente in sintonia. La loro relazione lavorativa era certamente partita male, quindi era bello, di tanto in tanto, ricordarsi di quanta strada avessero fatto.

      "Ehi, Fine?"

      "Sì?"

      "Cosa è successo veramente, là fuori in Texas?"

      Ogni pensiero sulla loro ritrovata sintonia si arrestò di colpo.

      Non sopportava che Rhodes ne parlasse – con o senza la spinta di Johnson – ma non voleva farle vedere quanto questo la facesse arrabbiare.