Ci fu una pausa, poi Nikki rispose. “Sì. Sul comodino.”
Chloe si precipitò nella stanza. Vide il caricabatterie e lo raggiunse di corsa.
“Cosa c'è?” chiese Nikki.
Chloe non poté fare a meno di pensare: ti piacerebbe saperlo, eh, stronza? Ma tenne il commento per sé, mentre collegava il caricabatterie al telefono.
“Penso che il figlio fosse su Snapchat quando è arrivato l'assassino. E penso che stesse per mandare uno snap a un amico. Solo che non c’è mai riuscito.”
Riprodusse il video: un ragazzo, che doveva avere dodici o tredici anni, faceva la linguaccia; il viso era deformato da un filtro con effetto zombie. Due secondi dopo, risuonò il primo colpo di pistola. L’immagine si mosse, poi arrivò il secondo sparo. Il ragazzino cadde sul pavimento, l’immagine si mosse di nuovo, poi lo schermo diventò nero.
Lo snap finiva lì. Il tutto era durato più o meno cinque secondi.
“Fallo ripartire” disse Nikki.
Chloe riprodusse da capo il video, questa volta prestando attenzione ai momenti in cui l’inquadratura si spostava. Per circa un quarto di secondo, si vedeva la sagoma di una persona in piedi nel corridoio, che entrava nel soggiorno. Era breve, ma visibile. E poiché il telefono era di ultima generazione, l’immagine era abbastanza nitida nonostante il movimento. Chloe non riusciva a distinguere un volto con il suo occhio inesperto, ma sapeva che il Bureau non avrebbe avuto problemi ad eseguire un’analisi fotogramma per fotogramma.
“Questa è praticamente una prova schiacciante” commentò Nikki. “Dove hai trovato il telefonino?”
“Sotto la scrivania contro il muro del soggiorno.”
Chloe capì che la collega era eccitata dalla scoperta, ma non voleva darlo a vedere.
Infatti si limitò ad annuire e tornò a cercare le impronte sotto la finestra.
Entrambe avevano capito che, grazie al video di Snapchat, il loro lavoro lì era praticamente concluso. Avevano la prova perfetta ormai, e continuare a cercarne altre non aveva molto senso.
Chloe decise di stare al gioco, per non aumentare la tensione tra loro. Prese il cellulare e lo portò con sé in soggiorno. Attraversò la cucina e iniziò ad estrarre i bossoli di proiettile dal muro. Ma sapeva che la chiave del caso era nel telefonino, in attesa di consegnare l'assassino alla giustizia. E nella sua mente non poteva evitare di avere l’impressione che fosse stato tutto troppo facile. Era sicura che anche Nikki stesse pensando la stessa cosa – oltre a cercare un modo per far sì che la situazione si ritorcesse contro Chloe.
CAPITOLO QUATTRO
Tornarono al quartier generale dell'FBI due ore dopo, con abbastanza prove per individuare un sospettato entro la fine della giornata. Il video di Snapchat era quella più eclatante, ma erano anche riuscite a trovare due nitide impronte digitali, l'orma sulla moquette e due capelli impigliati nella cornice della finestra della camera da letto.
Presentarono le prove al vicedirettore Garcia, seduto a un tavolino in fondo al suo ufficio. Quando Chloe gli mostrò quello che aveva trovato sul cellulare, lo vide cercare di trattenere un sorriso soddisfatto. Sembrava anche contento di come Nikki Rhodes avesse imbustato e catalogato in modo estremamente professionalmente tutte le prove trovate.
Forse anche lei dovrebbe cambiare dipartimento, pensò Chloe con astio.
“Avete fatto un lavoro incredibile” disse Garcia alzandosi dal tavolo e guardandole come se fossero le sue migliori studentesse. “Siete state rapide e scrupolose, non dubito che riusciremo ad arrestare il colpevole grazie a questo.”
Entrambe ringraziarono e Chloe notò con piacere che anche Nikki era a disagio nell'accettare i complimenti, proprio come lei.
“Agente Fine, ho ricevuto una chiamata dal direttore Johnson poco prima che arrivaste. Vuole incontrarla tra una quindicina di minuti. Agente Rhodes, perché non va in laboratorio per vedere come vengono elaborate le prove?”
Nikki annuì, recitando ancora la parte della studentessa modello. Quanto a Chloe, si sentì di nuovo prendere dal panico. Quando aveva parlato con Johnson il giorno prima, lui l’aveva colta di sorpresa con la sua proposta inaspettata. Che cosa aveva in mente, ora?
Tenendo quegli interrogativi per sé, attraversò il corridoio verso il suo ufficio. Quando entrò nella piccola reception, vide che la porta era chiusa. La segretaria indicò una delle sedie addossate alla parete, mentre era intenta a parlare con qualcuno al telefono. Chloe si accomodò e finalmente si concesse un momento per riflettere su ciò che quel giorno significava per lei e per la sua carriera.
Da un lato, aveva scoperto una prova determinante che avrebbe probabilmente portato all'arresto di un membro della banda che aveva sterminato un'intera famiglia. Ma, allo stesso tempo, aveva commesso un errore da principiante, potenzialmente danneggiando un’orma praticamente perfetta. Immaginava che il suo errore sarebbe passato in secondo piano, grazie al video di Snapchat. Tuttavia, si sentiva in imbarazzo per essere stata rimproverata da Nikki Rhodes a quel modo. Sperò che il suo successo servisse in qualche modo per annullare il suo errore.
La porta dell'ufficio di Johnson si aprì, interrompendo i suoi pensieri. Chloe vide Johnson affacciarsi dalla porta. Quando la vide non disse nulla, facendole solo cenno di entrare nel suo ufficio. Era impossibile dire se avesse semplicemente fretta o fosse arrabbiato.
Entrò nel suo ufficio e, quando ebbe chiuso la porta dietro di lei, Johnson le indicò la sedia dall'altra parte della scrivania, un posto che le stava diventando sempre più familiare. Una volta seduta, Chloe credette di riuscire finalmente a leggere la sua espressione. Era abbastanza sicura che fosse irritato per qualcosa.
“La informo che ho appena parlato al telefono con l'agente Rhodes. Mi ha raccontato di come ha praticamente calpestato un'impronta sulla scena del crimine.”
“È andata esattamente così.”
Annuì, deluso. “Sono combattuto perché, da un lato, anche lei è nuova e il fatto che mi abbia chiamato per fare la spia mi fa arrabbiare; ma allo stesso tempo, sono felice che me lo abbia detto. Perché anche se questo è il suo primo giorno, è importante fare attenzione a cose del genere. Intendiamoci, non è che io chiami nel mio ufficio tutti gli agenti che commettono un errore. Nel suo caso, però, ho pensato che fosse meglio parlarne di persona, dato che l’ho presa in contropiede con la mia proposta dell’ultimo istante. Ritiene che sia questo il motivo del suo errore?”
“No, è stata semplicemente una svista da parte mia. Ero talmente concentrata sulla finestra che non ho nemmeno notato quell’orma.”
“È comprensibile, seppure da sbadati. Ma il vicedirettore Garcia mi ha detto che ha trovato una prova che dovrebbe condurci direttamente a un arresto: un cellulare con la schermata di Snapchat aperta. È così?”
“Sì, signore.” E per ragioni che non comprendeva, avrebbe voluto aggiungere: Ma chiunque avrebbe potuto trovarlo, davvero. È stato un puro colpo di fortuna.
“Mi considero un uomo abbastanza indulgente” disse Johnson. “Ma sappia che altri errori come quello potrebbero portare a conseguenze abbastanza serie. Per ora, però, voglio che lei e l’agente Rhodes vi occupiate di un altro caso. Crede che sia un problema lavorare con lei?”
Avrebbe risposto tranquillamente di sì, ma non voleva sembrare meschina. “No, direi di farcela.”
“Ho dato un'occhiata al suo fascicolo. I suoi istruttori dicono che è incredibilmente perspicace, ma ha la tendenza a provare a fare le cose da sola. Quindi il mio consiglio è di non lasciarle prendere il pieno controllo di un caso.”
Sì, me n’ero già accorta, pensò Chloe.
“A onor del vero, l'ho già avvertita al riguardo” proseguì. “Le ho anche detto che non apprezzo quando i nuovi agenti tentano di buttare i