“Sì.”
“E di’ loro perché pensi che abbiamo a che fare con un serial killer qui, Black,” disse Connelly.
“Perché anche se fosse stato uno sbaglio, il fatto che l’assassino le abbia fatto le unghie e l’abbia rasata denota pazienza. E se aggiungiamo che la donna era molto attraente e priva di difetti, viene da pensare che sia attirato dalla bellezza.”
“Ha uno strano modo di dimostrarlo,” disse qualcuno.
“Il che mi riporta alla teoria che forse non aveva l’intenzione di ucciderla.”
“Quindi pensi a un appuntamento finito male?” domandò Finley.
“Non possiamo ancora esserne certi,” disse. “Ma la mia prima reazione sarebbe no. Se è stato così deliberato e attento con il modo in cui appariva prima di abbandonare il corpo, credo che abbia messo lo stesso tipo di cura nello sceglierla.”
“Sceglierla per cosa, Black?” chiese Connelly.
“Penso che sia questo che dobbiamo scoprire. Speriamo che la Scientifica abbia delle risposte che ci portino sulla giusta strada.”
“Quindi cosa facciamo fino ad allora?” chiese Finley.
“Ci diamo dentro,” disse Avery. “Scaviamo più a fondo possibile nella vita di Patty Dearborne, sperando di trovare qualche indizio che ci aiuti a scoprire questo tizio prima che lo faccia di nuovo.”
Quando la riunione finì, Avery attraversò la sala conferenze per scambiare due parole con Ramirez. Qualcuno doveva informare i genitori di Patty Dearborne e lei sentiva il bisogno di farlo. Parlare con i genitori distrutti dal dolore, anche se incredibilmente difficile e stancante emotivamente, era uno dei modi migliori per trovare fin da subito degli indizi. Voleva Ramirez con sé, desiderando continuare a lavorare sull’equilibrio tra le loro vite professionali e personali. Era ancora complicato, ma lentamente stavano riuscendo a capire come fare.
Prima di raggiungerlo però, O’Malley entrò nella stanza. Stava parlando a telefono, chiaramente di fretta. Qualsiasi cosa su cui stesse lavorando, doveva essere stato urgente per fargli perdere la riunione sul caso di Patty Dearborne. Si fermò vicino alla porta, aspettò fino a quando tutti tranne Avery, Ramirez e Connelly se ne furono andati e poi la richiuse. Concluse la chiamata con un rapido e quasi sgarbato: “Sì, dopo,” e poi fece un profondo respiro.
“Scusate se mi sono perso la riunione,” disse. “È venuto fuori qualcosa di importante?”
“No,” rispose Connelly. “Abbiamo identificato la donna e ora dobbiamo informare la sua famiglia. Ci stiamo muovendo con il presupposto che chiunque sia stato lo farà di nuovo.”
“Black, mi puoi mandare un breve rapporto per spiegarmi i dettagli?” chiese O’Malley.
“Sì, signore,” rispose lei. Non le chiedeva mai minuzie di quel tipo. Si domandò se non fosse un altro dei suoi test non particolarmente discreti. Aveva notato che era molto più paziente con lei nelle ultime settimane, più disposto a concederle maggiori responsabilità senza interferenze. Era certa che avesse tutto a che vedere con l’offerta di farla sergente.
“Mentre siete entrambi qui,” disse O’Malley, guardando sia Avery che Ramirez, “vorrei scambiare qualche parola. Più di qualche parola, a dir la verità… e non ho molto tempo, quindi farò in fretta. Per prima cosa… non ho alcun problema se vi vedete al di fuori del lavoro. Ho pensato molto alla possibilità di separarvi qui all’A1 ma maledizione, lavorate troppo bene insieme. Quindi finché riuscite a tollerare le battute e le congetture, rimarrete partner. Va bene?”
“Sì, signore,” rispose Ramirez. Avery annuì in segno di assenso.
“Il prossimo punto… Black. Tutta la faccenda del sergente… mi servirà presto una decisione. Vale a dire nelle prossime quarantotto ore. Ho cercato di essere paziente, di lasciarti elaborare la cosa. Ma sono passati più di due mesi. Credo che sia giusto.”
“È giusto,” concordò lei. “Le farò sapere qualcosa per domani.”
Ramirez le lanciò uno sguardo sorpreso. A essere sincera, la sua risposta aveva sorpreso anche lei stessa. Nel profondo tuttavia, credeva di sapere che cosa voleva.
“Ora, a proposito di questo caso della donna nel fiume,” continuò O’Malley. “È ufficialmente tuo, Black. Prendi Ramirez con te, ma rimaniamo professionali.”
Avery fu imbarazzata sentendosi arrossire. Ah, accidenti, pensò. Prima un giro di shopping e ora arrossisco per un uomo. Che diavolo mi sta succedendo?
Per tornare sull’argomento e non farsi distrarre, Avery riportò il discorso sul caso. “Vorrei essere io a informare la famiglia.”
“Possiamo delegarlo a qualcun altro,” suggerì Connelly.
“Lo so. Ma per quanto sembri terribile, i genitori che hanno appena ricevuto una notizia del genere di solito sono la migliore fonte di informazioni. Tutto è ancora vivido e allo scoperto.”
“Mio Dio, è piuttosto spietato,” commentò Connelly.
“Ma efficace,” disse O’Malley. “Buona idea, Black. Adesso sono le quattro e cinquanta. Con un po’ di fortuna li troverai mentre escono dal lavoro. Mi assicurerò che qualcuno ti mandi l’indirizzo nei prossimi dieci minuti. Ora datevi da fare. Potete andare.”
Avery e Ramirez uscirono dalla sala. Fuori, nell’atrio, gli uomini del turno dalle cinque alle nove stavano iniziando a concludere la giornata. Ma per Avery il lavoro non era affatto finito. In effetti, con il compito incombente di informare dei genitori della morte della loro giovane figlia, sapeva che sarebbe stata una notte terribilmente lunga.
CAPITOLO QUATTRO
I Dearborne vivevano in una casetta pittoresca a Somerville. Avery lesse le informazioni che le erano state inviate per messaggio e per email mentre Ramirez guidava. Patty Dearborne era stata un’ottima studentessa, all’ultimo anno della BU con l’intenzione di diventare una terapeuta in una azienda di salute comportamentale. Sua madre, Wendy, era un’infermiera del reparto traumatologico che lavorava a turno in due diversi ospedali locali. Il padre di Patty, Richard, era un manager di sviluppo d’impresa in una grande compagnia di telecomunicazioni. Erano una famiglia facoltosa senza alcuna macchia nelle loro fedine.
E Avery stava per annunciar loro che la figlia era morta. Non solo morta, ma che era stata abbandonata in un fiume ghiacciato completamente nuda.
“Dunque,” esordì Ramirez mentre girava per le stradine rustiche dei quartieri di Somerville. “Hai intenzione di accettare la promozione a sergente?”
“Ancora non lo so,” rispose lei.
“Qualche idea?”
Lei ci rifletté un momento e poi scosse la testa. “Non voglio parlare di questo, adesso. Mi sembra poco importante rispetto a quello che stiamo per fare.”
“Ehi, ti sei offerta tu volontaria,” sottolineò il partner.
“Lo so,” disse, ancora incerta del motivo. Sì, era vero che sarebbe stato utile per ottenere dei buoni indizi, ma sentiva che c’era dell’altro. Patty Dearborne era stata solo tre anni più grande di Rose. Era fin troppo facile vedere il volto della figlia su quel corpo gelato. Per qualche strana ragione la spingeva a voler dare lei la notizia alla famiglia. Forse era un impulso materno, ma sentiva di doverlo ai genitori.
“Allora lascia che ti faccia una domanda,” continuò lui. “Perché sei così certa che non si tratti di un caso isolato? Magari un ex ragazzo che ha perso la testa. Forse troveremo solo questo corpo e nessun altro.”
Lei fece un breve ghigno perché sapeva che non stava discutendo con lei. Non esattamente. Aveva notato che gli piaceva esaminare i suoi meccanismi mentali. Il rifiuto delle sue teorie era solo un