– E l’avete mai vista, una più bella di me? – quando per la sala passò sua figlia. E il viaggiatore rispose:
– Sì che l’ho vista.
– E chi è?
– Vostra figlia, è.
Quella volta, la Bella Venezia, nel fare i conti:
– Sarebbero otto scudi, – disse, – ma voi datemene sedici.
La sera la padrona chiamò lo sguattero:
– Va’ in riva al mare, costruisci una capanna con solo una finestrella piccola piccola, e chiudici dentro mia figlia.
Così la figlia della Bella Venezia stava rinchiusa notte e giorno in quella capanna in riva al mare, sentiva il rumore delle onde ma non poteva veder nessuno, tranne lo sguattero che ogni giorno veniva a portarle pane e acqua. Ma pur rinchiusa là dentro, la ragazza diventava ogni giorno più bella.
Un forestiero passando a cavallo sulla riva del mare vide quella capannina tutta chiusa e s’avvicinò. Mise l’occhio al finestrino e vide nel buio quel viso di fanciulla, il più bello che avesse mai visto.[17] Un po’ impaurito, spronò il cavallo e corse via.
Alla sera, si fermò alla locanda della Bella Venezia.
– Da che paese venite? – gli chiese la locandiera.
– Da Roma.
– Avete visto mai una più bella di me?
– Sì che l’ho vista, – disse il forestiero.
– E dove?
– Chiusa in una capanna in riva al mare.
– Ecco il conto: fa dieci scudi ma da voi ne voglio trenta.
La sera, la Bella Venezia chiese allo sguattero:
– Senti, mi vuoi sposare?
Allo sguattero non pareva vero di poter sposare la padrona[18].
– Se mi vuoi sposare, devi prendere mia figlia, portarla nel bosco e ammazzarla. Se mi riporti i suoi occhi e una bottiglia piena del suo sangue, io ti sposo.
Lo sguattero voleva sì[19] sposarsi la padrona, ma d’ammazzare quella ragazza bella e buona non se la sentiva.[20] Allora portò la ragazza nel bosco e l’abbandonò, e per portare gli occhi e il sangue alla Bella Venezia, ammazzò un agnellino che è sangue innocente. E la padrona lo sposò.
La ragazza, sola nel bosco, pianse, gridò, ma nessuno la sentiva. Verso sera vide laggiù un lumino: s’avvicinò, senti parlare molta gente, e piena di paura si nascose dietro un albero.
Era un luogo roccioso e deserto, e dodici ladroni s’erano fermati davanti a una pietra bianca.
Uno di loro disse:
– Apriti, deserto! – e la pietra bianca s’aperse come un uscio e dentro c’era illuminato come un gran palazzo. I dodici ladroni entrarono e l’ultimo disse:
– Chiuditi, deserto! – e la pietra si richiuse alle sue spalle.
La ragazza nascosta dietro l’albero stette ad aspettare. Dopo un po’ una voce di dentro disse:
– Apriti, deserto! – La porta s’aperse, e i dodici ladroni uscirono in fila, fino all’ultimo che disse:
– Chiuditi, deserto!
Quando i ladroni si furono allontanati, la ragazza andò alla pietra bianca e disse:
– Apriti, deserto! – e le si aprì la porta illuminata. Entrò e disse: – Chiuditi, deserto!
Dentro c’era una tavola apparecchiata per dodici, con dodici piatti, dodici pani e dodici bottiglie di vino. E in cucina c’era uno spiedo con dodici polli da arrostire.[21] La ragazza fece pulizia dappertutto, rifece i dodici letti, fece arrostire i dodici polli. E siccome aveva fame mangiò un’ala ad ogni pollo, rosicchiò un cantuccio d’ogni pane, e bevve un dito di vino[22] da ogni bottiglia.
Quando sentì che tornavano i ladroni, si nascose sotto un letto. I dodici banditi, a trovar tutto pulito, i letti rifatti, i polli arrostiti, non sapevano cosa pensare. Poi videro che a ogni pollo mancava un’ala, a ogni pane un cantuccio, a ogni bottiglia un dito di vino, e dissero:
– Qui dev’essere entrato qualcuno.
E decisero che l’indomani uno di loro sarebbe rimasto a far la guardia.
Restò il più piccolo dei ladroni, ma si mise a far la guardia[23] fuori, e intanto la ragazza uscì di sotto al letto, rassettò tutto, mangiò le dodici ali di pollo, i dodici cantucci di pane e bevve le dodici dita di vino.
– Non sei buono a niente![24] – disse il capo quando tornando vide che la casa era stata di nuovo visitata,[25] e mise di guardia un altro.
Ma anche questo rimase fuor dalla porta, mentre la ragazza era dentro, e cosi, dandosi dello stupido ogni volta, tutti i ladroni provarono a far la guardia per undici giorni di seguito,[26] e non scoprirono la ragazza.
Il dodicesimo giorno, volle montar di guardia il capo e invece di[27] starsene fuori, rimase dentro, e vide la ragazza uscir di sotto al letto. L’agguantò per un braccio:
– Non aver paura, – le disse, – giacché ci sei, stacci.[28] Ti tratteremo come una sorellina.
Così la ragazza restò coi ladroni e faceva loro tutti i servizi, e loro le portavano ogni sera gioielli, monete d’oro, anelli e orecchini.
Il più piccolo dei ladroni amava vestirsi da gran signore per fare le sue rapine, e fermarsi alle meglio locande. Così una sera andò a mangiare dalla Bella Venezia.
– Da dove venite? – gli chiese la locandiera.
– Dal fondo del bosco, – disse il ladrone.
– E avete mai visto una più bella di me?
– Sì che l’ho vista, – disse il ladrone.
– E chi è?
– È una ragazza che abbiamo con noi.
Così la Bella Venezia capì che sua figlia era ancora viva.
Alla locanda veniva ogni giorno a chieder l’elemosina una vecchia, e questa vecchia era una strega. La Bella Venezia le promise metà delle sue ricchezze se riusciva a trovare sua figlia ed ammazzarla.
Un giorno la ragazza, mentre i ladroni erano via, stava cantando alla finestra, quando passò una vecchia che disse:
– Vendo spille! Vendo spille! Bella ragazza, mi fai salire? Ti faccio vedere uno spillone per il capo che è una meraviglia!
La fece salire, e la vecchia, con l’aria di mostrarle[29] come le stava bene uno spillone nei capelli, glielo ficcò nel cranio.
La ragazza morì.
Quando tornarono i ladroni e la trovarono morta, scoppiarono tutti in lagrime, pur col cuore peloso[30] che avevano. Scelsero un grande albero dal tronco cavo e la seppellirono nel tronco.
Il figlio del Re andava a caccia. Sentì i cani abbaiare, li raggiunse; erano tutti a raspare con le zampe sul tronco di un albero.
Il figlio del Re ci guardò dentro e trovò una bellissima ragazza morta.
– Se