di Lione, da cui esce per la prima volta dopo tanti secoli uno Stato di nome italiano «è una continua ascensione (dicono gli editori degli atti della Cispadana) verso l'ideale della patria unita». Se non che pei repubblicani francesi l'Italia non è se non una conquista da sfruttare, e allora il contrasto (è una bella e profonda considerazione di Augusto Franchetti) il contrasto fra le promesse di redenzione universale della filosofia e le opere ladre degli invasori, fra la proclamazione dei diritti dell'uomo e l'applicazione, che i francesi ne fanno in Italia, forma per la prima volta in Italia un'opinione, che si fa strada prima negli animi più eletti, poi nei vari ordini della cittadinanza, che cioè non bisogna più vagellar sempre dietro a concetti universali, come già la Chiesa e l'Impero ed ora la repubblica democratica, ai quali la storia degli Italiani fu un continuo olocausto, bensì pensare finalmente ad avere anche noi una patria unita e indipendente dallo straniero.