Rachel piegò il volantino e lo mise nella sua Filofax. Il pensiero di entrar a far parte della squadra le diede i brividi. Sapeva che doveva fare le audizioni.
Rachel controllò di nuovo l'orologio: altri cinque minuti alla fine del pranzo. Camminò su e giù lungo i corridoi vuoti. Passò davanti alla mensa, e vide gruppi di amici chiacchierare e divertirsi. Rachel avrebbe voluto trovare un'amica- soltanto una.
Rachel passò davanti all'ufficio della receptionist nei corridoi.
“Hai trovato tutto, cara?” la receptionist chiese in una voce dolce e confortante.
“Sì, sto soltanto andando al bagno,” Rachel disse, provando a far sembrare meno ovvio che stesse passeggiando avanti e indietro nei corridoi da sola, senza alcuna meta.
Infine, la campanella suonò e sciami di ragazzi invasero il corridoio.
Altre due ore di lezione e ho finito, Rachel pensò tra sé e sé. Le diede un senso di sollievo sapere che la giornata scolastica stava per volgere al termine.
Le due ultime lezioni furono dolorosamente lente. Passò in entrambi le classi, con la mente vagante. Si chiese che cosa Dana e tutti i suoi amici in Pennsylvania stessero facendo. Li immaginò godersi il primo giorno di scuola e pianificare i loro finesettimana insieme.
DING DING DING. Lo speaker parlò forte. Erano gli annunci di fine giornata.
“Bentornati AHS! Speriamo che abbiate trascorso un grandioso primo giorno di scuola, e noi siamo così felici di vedere tutte le vostre facce sorridenti. Non dimenticate le audizioni domani per tutti gli sport alle 3 del pomeriggio. Consultate la bacheca per i luoghi delle audizioni. Vi auguriamo una grandiosa prosecuzione della giornata, e non dimenticate di fare i compiti!”
DRIIN.
L'ultima campanella suonò. Rachel aveva finito. Sentì un'ondata di libertà scorrerle in tutto il corpo, mentre usciva dall'aula e entrava nei corridoi. Raccolse tutte le sue cose nell'armadietto e si diresse verso l'auto della madre.
Uscendo, Rachel passò davanti a suo fratello Mark, che stava camminando felicemente insieme ad altri due ragazzi. Quando Mark la vide, la salutò e poi guardò intorno a lei. Rachel comprese che si stava chiedendo perché stesse camminando tutta sola.
Quando Rachel uscì fuori, vide sua madre dietro le ruote della Station wagon. Era la prima in fila, parcheggiata proprio di fronte alla scuola. La donna suonò due volte il clacson, abbassando i finestrini e salutando Rachel e Mark. Rachel ne fu mortificata.
Entrò in auto con la mano che le copriva il volto, sperando che nessuno la stesse guardando. L'auto si trattenne per pochi secondi ancora, quando Mark entrò. La mamma di Rachel si spostò di pochi metri, aspettando che anche Sarah uscisse. Per pochi e lunghi minuti rimasero fermi, finché Sarah uscì dalle porte d'ingresso, sorridendo e scambiandosi numeri di cellulare con il suo nuovo gruppo di amiche.
Rachel fu sopraffatta dalla gelosia. Era l'unica a non fare amicizia?
Sarah aprì lo sportello dell'auto e disse, “Starò un po' con le ragazze. Torno più tardi – mi riporteranno loro a casa.”
“Ok, tesoro, divertiti. Sono così felice che tu abbia delle nuove amiche!” la madre disse, mentre Sarah chiuse lo sportello e tornò dalle nuove amiche.
Perché non posso essere io?
Capitolo Quattro
Rachel si sedette sul letto e guardò la confusione di oggetti che la circondava, e cominciò a raccogliere vestiti e metterli nel suo piccolo armadio. Era sgattaiolata nella stanza di Sarah, dopo la scuola, per vedere quello della sorella ed era rimasta stupita di quanto fosse più grande: il suo armadio era almeno il doppio.
Appena Rachel appese l'ultimo vestito, cominciò a chiedersi perché il suo cellulare non avesse ricevuto chiamate o sms per tutto il pomeriggio. Lo spense, e poi lo riaccese, pensando che fosse rotto.
Apparve ancora la scritta Nessun Nuovo Messaggio. Pertanto in mente le balenò un pensiero: forse Dana e il resto del gruppo l'avevano dimenticata.
Raccolse alcune foto sparse sul pavimento, e guardò di nuovo quella in cui lei e Dana si abbracciavano. Sebbene la sua lacrima l'avesse rovinata, l'appese comunque alla parete.
Rachel provò a ricreare la sua vecchia camera nella nuova casa. La disposizione era diversa, ma ciò non significava che non potesse appendere tutte le stesse foto, poster e premi che aveva vinto. Srotolò con attenzione il suo poster di Avril Lavigne, che aveva vinto alla Fiera Olandese due anni prima. Amava Avril Lavigne, specialmente la canzone Girlfriend. Poi, lo attaccò alla parete con le puntine da disegno, sopra il letto, assicurandosi che fosse dritto.
Prese tutte le lettere delle medie che aveva ricevuto dalle squadre di calcio, tennis, pallavolo e danza, e le appese sulla parete accanto al letto. Aveva quattro lettere, e le appese ordinatamente. Quando indietreggiò per vedere come apparissero, provò un senso di orgoglio. Si era guadagnata ciascuna di quelle lettere.
Rachel aveva anche ricevuto un certificato dalla lega di matematica della sua vecchia scuola. Aveva vinto il primo premio per l'articolo che aveva scritto per il giornale scolastico in Pennsylvania, sulla Fiera del Libro, e aveva anche ricevuto un premio per il lavoro svolto in biologia in prima liceo. Senza contare che Rachel aveva ricevuto gli alti onori ogni semestre, e aveva ben quattro certificati a testimoniarlo: finirono appesi anch'essi alla parete.
Indietreggiò e guardò l'esposizione. La sua parete ora era un tempio dei suoi tanti talenti, e per un istante, fu impressionata da se stessa, tanto da dimenticare di essere in una nuova casa e in procinto di iniziare una nuova vita.
Fece un altro passo indietro e si diresse verso un piccolo pacchetto di JCPenney. La aprì e fu contenta di trovare i suoi nuovi jeans. Li estrasse dal pacchetto e cominciò a pensare a che cosa abbinarci il giorno seguente.
Appena si diresse verso il suo mucchio di magliette grafiche, sentì l'urlo della voce della mamma, “Ragazzi, la cena è pronta! Venite giù.”
Udì sbattere la porta di Mark e quella di Sarah pochi secondi dopo, e poi i loro passi lungo il corridoio.
Rachel aprì la porta della sua stanza ed avvertì l'odore di pollo arrosto riempire l'aria. Rachel adorava il pollo arrosto, uno dei suoi piatti preferiti, tra quelli che la madre cucinava.
Quando Rachel scese di sotto, vide anche puré di patate, mais e salsa. I miei preferiti, Rachel pensò.
Ad ogni modo, non intendeva dimostrare la contentezza per la cena, e pertanto si sedette sulla sua sedia in legno senza ostentare un sorriso.
Rimase lì, mettendosi il cibo nel piatto, mangiando tranquillamente, mentre Sarah e Mark raccontavano il loro primo giorno di scuola. Ascoltandoli descrivere gioiosamente la loro giornata in ogni dettaglio, Rachel si chiese se frequentassero scuole differenti. Non riusciva a capire come Mark e Sarah avessero entrambi delle giornate perfette.
“Allora, Rachel com'è andato il tuo primo giorno?” il padre le chiese. “Sei estremamente silenziosa,” Rachel sollevò lo sguardo dal piatto, ingoiò il boccone di mais e disse, “Bene.”
“Non ha fatto amicizia con nessuno, è una tipa solitaria,” Mark disse ridendo, dall'altra parte del tavolo.
“Zitto,” lei lo riprese.
“Tesoro, è vero?” la madre le chiese in un tono comprensivo.
“No. Mark non sa nulla.”
La madre di Rachel cambiò argomento, e si rivolse al marito dicendo, “Allora, com'è andato il tuo primo giorno in ufficio, amore?”
“Non poteva andare meglio. Ho sballato l'ufficio, e ho cominciato a lavorarci,” lui rispose.
Il padre di Rachel era un tecnico informatico, che lavorava per l'IBM. Essenzialmente, riparava i sistemi informatici dei computer. Era stato trasferito dalla sede IBM di Armonk, New York, a causa del cattivo andamento dell'economia. Il suo ufficio