Rachel si sentì così a disagio. Tutto ciò che voleva era scomparire. Dette un'occhiata alle sue scarpe, ai pantaloni, alla maglietta e alla borsa, senza riuscire ad immaginare che cosa ci fosse di tanto buffo.
Rachel pensò che le cose non potessero peggiorare ulteriormente, pertanto decise di girarsi parzialmente nella sua sedia, per vedere chi fosse seduto intorno a lei. Vide un misto di ragazzi e ragazze. Poté affermare, sin da una prima occhiata, che il modo in cui erano vestiti era diverso dal suo. Aveva dimenticato una nota secondo cui leggings e t-shirt non andavano bene il primo giorno di scuola?
Rachel guardò i loro volti, notando che tutti la osservavano freddamente. Si chiese se qualcuno sorridesse all'AHS.
Verso l'angolo estremo dell'aula, Rachel vide una ragazza dall'aspetto nella media, con capelli neri e occhiali, scrivere sul suo quaderno. La ragazza sollevò lo sguardo, cogliendo quello di Rachel. Sorrise brevemente a Rachel, e poi tornò a scrivere.
Rachel si sentì molto meglio, a starsene seduta lì. Una nuova ondata di fiducia riempì il suo corpo, e per la prima volta, si chiese se forse non sarebbe stato così terribile.
Rachel scrutò ancora l'aula con la coda dell'occhio, e il suo sguardo si posò su un ragazzo carino. Era il tipico atleta americano. Aveva capelli biondo scuro, occhi verdi, pelle perfetta e indossava jeans attillati e la sua maglia da football. N. 80. Rachel non riuscì a scorgere la schiena, ma era ansiosa di scoprire il suo cognome.
“Psst.” La ragazza che aveva appena letto il bigliettino stava provando ad attirare l'attenzione di Rachel. Quest'ultima la ignorò.
“Hei, scusa, ripassalo.” La ragazza gettò il bigliettino sul banco di Rachel.
Il Signor Allen si diresse improvvisamente verso il banco di Rachel, raccolse il bigliettino e lo tenne tra le mani.
“Questo che cos'è?” lui chiese, fissando Rachel.
Rachel era silenziosa e scrollò le spalle.
“Ascolta: puoi essere nuova, ma sai che passarsi bigliettini non è permesso,” il Signor Allen disse, prendendo il bigliettino. Rachel poi lo vide dirigersi al suo registro, prendere nota e poi tornò a guardarla.
Rachel guardò verso la ragazza, e gettò il bigliettino sul suo banco, ma lei non ricambiò lo sguardo.
DRIIN. Suonò la seconda campanella.
Rachel sentì il suono dei quaderni chiudersi bruscamente, e il rumore metallico delle gambe delle sedie sul pavimento. Le voci s'innalzarono mentre lei si avvicinò al corridoio, e appena il ragazzo con la maglia da football le passò davanti, la sua mano dette un colpo al suo grosso bicipide.
Sulla parte posteriore della sua maglia c'era scritto Greene. Rachel prese un appunto mentale. Greene, n.80. Era più bello di qualsiasi altro ragazzo che avesse mai visto in Pennsylvania.
Le successive poche ore di lezione furono noiose rispetto a quanto Rachel aveva vissuto all'interno dell'aula dell'appello. Affrontò il tipico primo giorno a matematica, scienze e letteratura, e poi si trovò a dirigersi da sola verso la mensa, tenendo nel palmo sudato della sua mano i quattro dollari spiegazzati.
La ragazza entrò nella grande mensa, che sentì essere il posto più scoraggiante dell'intera scuola. Eccolo, il suo primo “vero” assaggio di come fosse davvero l'AHS.
Quando passò attraverso le due porte doppie, che la condussero nel grosso spazio aperto, vide dei lunghi tavoli blu, con panche attaccate ad essi. Dovevano essercene 20 disposti in tutta la mensa, in file ordinate. L'odore del cibo di massa prodotto per la scuola si mescolava con l'aria già stantìa. Il chiacchiericcio degli studenti si elevò in alto, nelle sue orecchie, mentre cercava la fila per i pasti.
Rachel lesse il menù:
Polpettone: $7.50
Panino al Tonno: $5.50
Formaggio Grigliato: $5.00
Patatine: $2.50
Biscotto: $1.50
Succo: $2.00
Rachel guardò nel palmo della sua mano, le quattro banconote umide. Si rese conto che non sarebbe andata lontano in quella scuola, e oltrepassò la fila dei pasti caldi, mentre lo stomaco le brontolava.
Rachel si recò verso un sacchetto di Fritos e un biscotto, pagò alla cassa, e uscì dalla porta opposta.
Quando lasciò la fila per il pranzo ed entrò di nuovo nella grande sala della mensa, notò che era diventata ancora più affollata. Tutti i tavoli erano occupati, e tutti stavano già mangiando. Apparentemente, non era figo comprare cibo caldo all'AHS. Tutti si erano portati il pranzo da casa, e guardò la quantità di involtini, insalate e panini freschi che erano sparsi su ogni tavolo.
Quando Rachel guardò tutti i ragazzi, si sentì parte di un cliché di un film per adolescenti. Una nuova ragazza nella mensa, senza amici, che provava a cercare un posto dove sedersi e mangiare.
Lei continuò a camminare, cercando un tavolo a cui sedersi. Passò davanti a un tavolo pieno di ragazzi con l'aspetto da sfigati, tutti con i loro computer portatili e libri di scuola.
Ad un altro tavolo, Rachel vide un gruppo di ragazzi grunge punk, con pantaloni larghi, portachiavi, capelli colorati e la matita nero scuro sugli occhi.
Ad un altro tavolo sedeva un gruppo di ragazze carine, e Rachel poté sentirle esultare. Pensò che fossero cheerleader. Questo le rammentò del suo piano di provare a entrare a far parte della squadra di cheerleader della sua vecchia scuola. Dette un'altra occhiata a quelle ragazze, e non sentiva di appartenere alla loro stessa squadra.
Al tavolo accanto a quello delle ragazze carine, sedeva Greene con la sua maglia n.80. Sedeva lì insieme ad altri dieci atleti: alcuni con le loro maglie da football, e altri nei loro vestiti da figli di papà.
Rachel si avvicinò ad un tavolo dietro a quello di Greene, occupato da poche persone. Nessuno parlava con gli altri, e tutti avevano lo sguardo basso, consumando tranquillamente il loro pasto. La ragazza trovò un posto vuoto e vi si sedette.
Nessuno sollevò neanche lo sguardo per scoprire chi altro avesse occupato il tavolo. Rachel provò un soffocante senso di solitudine, e mangiò tranquillamente il suo pranzo a base di Fritos. Non voleva rimanere seduta in quella mensa, sentendosi anonima e sola, più di quanto fosse necessario.
Mentre masticava le patatine, non poté fare a meno di notare quanto Greene fosse carino.
“Hei Rob, guarda qua,” un ragazzo seduto al tavolo di Greene disse, dandogli qualcosa.
Rob Greene Rachel pensò tra sé e sé. Ora conosceva anche il suo nome.
Rob era uno dei ragazzi più belli che lei avesse mai visto. I suoi sottili capelli biondi finirono sugli occhi verdi, e lui li spostò con le punte delle dita. Rachel voleva disperatamente che lui la notasse. Il suo cuore cominciò a battere più forte, e realizzò di aver preso la sua prima cotta all'AHS.
La mente di Rachel cominciò a vagare, e improvvisamente ricordò la cotta che aveva preso in Pennsylvania, Alex, per cui aveva perso la testa durante tutto il primo anno di liceo. Lui non era per niente come Rob. Alex aveva capelli castano scuro, occhi castani e non si vestiva affatto così bene. Era logico affermare che Rachel non avesse un “tipo” specifico. Era attratta da tutti i ragazzi, per varie ragioni inspiegabili – neanche lei riusciva a comprendere.
Rachel afferrò il suo biscotto e lo portò con sé, mentre usciva dalla mensa. Dette un'occhiata al suo orologio: mancavano altri dodici minuti alla settima ora di lezione. Cominciò a vagare per i corridoi senza meta, sentendosi sola e timida.
Giunse alla stanza degli armadietti della palestra delle ragazze. Sulla parete fuori, c'era una grande bacheca, con appese notizie, annunci, un calendario e volantini. Gli occhi le si soffermarono su una foto della squadra delle cheerleader della scuola AHS. Sotto la foto si leggeva:
Rachel prese un volantino e lesse attentamente.