Rachel aspettò, ma Sarah non rispose.
Rachel tornò alla confusione degli abiti sparpagliati sul suo pavimento. Niente era organizzato: calze spaiate, maglioni, gilé, pantaloncini, jeans e la sua t-shirt preferita dei Rolling Stones, tutto giaceva sparso ai suoi piedi.
Rachel tirò su le tende e aprì la finestra circa a metà, per calibrare la temperatura. Era l'8 settembre, e già poteva sentire la fresca brezza autunnale. Le foglie si muovevano sui grossi alberi fuori dalla sua finestra, e lei fece un profondo respiro nell'aria frizzantina. Fuori dalla finestra, vide un lungo prato con qualche albero situato ai margini. Uno degli alberi aveva un vecchio copertone pendente dai rami e Rachel pensò che fosse opera dei proprietari precedenti. Il prato era di un lieve verde con macchie di marrone ovunque. C'era un piccolo giardino a sinistra, con fiori spontanei ed erbacce. Rachel stette a fissarlo per un istante, poi chiuse la finestra con un grande colpo.
Che cosa indossare? Pensò Rachel.
All'improvviso, ricordò una visita da JCPenney insieme a Dana un mese prima. Quel negozio aveva sempre le cose più carine per l'autunno, alla fine dell'estate, e Rachel e Dana erano andate a fare acquisti in anticipo per la stagione. Rachel ricordò di aver acquistato un bel paio di jeans consumati, con rattoppi e strappi sulle ginocchia. Sapeva che si sarebbero sposati bene con la sua t-shirt degli Stones.
La ragazza sollevò borse e cinture, e le mise nel grosso scatolone delle sue cose. Quei jeans non si trovavano da nessuna parte.
Lei aprì la porta della sua camera e urlò alla madre; “Mamma, dove sono finiti i miei jeans?”
Si mise sull'uscio e aspettò la risposta della madre.
“Come potrei sapere che cosa ne hai fatto dei tuoi vestiti, secondo te? Non prendertela con me, se non riesci a trovarli. Sei l'unica che ha preparato le sue cose sbuffando, non io, tesoro,” la donna le rispose urlando allo stesso modo, in un tono irriverente.
Rachel grugnì e sbatté la porta.
Scorse un altro paio di jeans Levi's blu scuro, proprio sul pavimento. Gli orli, troppo lunghi, erano logori e Rachel non era mai riuscita a farli accorciare. Li provò, appiattendo le pieghe con le mani. Li sentì un po' più stretti di quanto ricordasse, pertanto si abbassò alcune volte, e poi si stese per allungarli.
Strappati. La cucitura del cavallo si era aperta.
In quel momento, partì la musica latina proveniente dalla sua radiosveglia, ma stavolta fu ancora più forte. Rachel camminò a papera con indosso i jeans, cercando l'orologio. Sollevò il suo cappotto invernale bianco della North Face, e trovò la radio. Poggiò la mano sul pulsante, e girò a caso il sintonizzatore.
Rachel si sbottonò i Levi's e se li sfilò dalle gambe. Non si era resa conto di aver messo su qualche chilo dalla scorsa primavera, ma apparentemente le cose stavano così.
Rachel vide un paio di leggings Target, nero sbiadito, arrotolati in una palla sul pavimento. Li indossò, non avendo altre opzioni. (Almeno, nulla che non fosse impacchettato). La cosa positiva dei leggings, pensò Rachel, era che non importava quanti gelati mangiasse, le sarebbero sempre stati.
Rachel raggiunse la sua t-shirt degli Stones e la indossò. Non aveva uno specchio in camera sua, ma sperò che l'outfit fosse adatto.
Raccolse la sua borsa nera di nylon da toiletteria, e bussò di nuovo alla porta del bagno. Nessuna risposta. Rachel girò la maniglia; la porta si aprì e fu assalita da nuvole di vapore che profumavano di docciaschiuma.
Rachel con un pugno eliminò il vapore dallo specchio, facendo un grosso cerchio, così da potersi specchiare. Scrutò nello specchio e vide un piccolo brufolo cominciare a formarsi proprio in mezzo alla fronte. Prese immediatamente il suo Proactiv, si lavò la faccia e applicò il trattamento sulla fronte. Sperava che il brufolo sparisse entro le 8; non voleva essere conosciuta come la nuova ragazza con l'enorme brufolo.
Pensando all'ora, Rachel guardò il suo Swatch rosso e si rese conto di avere soltanto altri venti minuti a disposizione, prima di poter uscire per andare a scuola.
Emise un grande sospiro, e prese la sua borsa del trucco. Aprì il suo fard Urban Decay e lo applicò sulle guance. Poi, aprì il mascara Cover Girl e lo applicò sulle ciglia, un colpo veloce alla volta. Poi, estrasse l'ombretto Maybelline baby blu, e se lo passò sulle palpebre, e chiuse la custodia. Infine mise mano alla spazzola e pettinò i capelli intrecciati e ammassati del letto. Erano ancora un po' arricciati, e senz'altro non era quello che avrebbe sperato per il suo primo giorno di scuola, ma sarebbe dovuto bastare.
Rachel afferrò le sue Converse nere e lo zaino Kipling, e scese di sotto per la colazione.
Quando arrivò in fondo alle scale, poté già sentire Mark e Sarah litigare per chi doveva sedersi davanti in auto, durante il tragitto che li avrebbe accompagnati a scuola.
“Dateci un taglio,” il padre disse in un tono fermo e deciso.
Rachel si diresse rapidamente nella cucina buia e maleodorante, che a lei non piaceva assolutamente, e si sedette a tavola.
Di fronte a lei, c'erano due scatole di cereali, Golden Grahams e Cheerios. Rachel optò per i Golden Grahams, scosse la scatola, ma non venne fuori nulla. Era vuota.
Rachel guardò Mark e Sarah, che stavano allegramente mangiando le loro ciotole di Golden Grahams, che traboccavano dalle ciotole.
“Grazie tante ragazzi,” Rachel disse.
“Fa schifo essere te,” Mark rispose con la bocca piena di cereali.
Rachel si ritrovò obbligata a prendere la scatola di Cheerios, e ne versò un po' nella sua ciotola. Odiava i cheerios semplici. Prese con il cucchiaio un grosso boccone e lo portò alla bocca, cominciando a masticare.
“Allora, ragazzi, siete pronti per il primo giorno?” il papà chiese.
“Sì,” disse Mark. “Prima superiore – liceo, arrivo!”
A Mark il trasloco stava bene, perché stava per cominciare il liceo, e non aveva alcun rimpianto a lasciare la Pennsylvania. Aveva sempre desiderato lasciare quella piccola cittadina ad ogni modo, così era stata una vera fortuna per lui. Non era stato neanche molto difficile per Mark, perché sarebbe stato il suo primo anno di liceo, e quello era molto meglio, che cominciare il secondo. Tutti si aspettano di essere i ragazzi nuovi al primo anno.
Sarah dette un'occhiata al suo Blackberry e sorrise, “Gary vi saluta e vi augura una splendida giornata.”
Il ragazzo di Sarah, Gary, aveva appena cominciato il college alla Skidmore University, il che era stata una fortuna per Sarah, visto che distava soltanto un breve viaggio in treno.
Rachel guardò Sarah e ruotò gli occhi. Non riusciva a comprendere, come sua sorella potesse essere così allegra e positiva per tutto il tempo.
La mamma di Rachel giunse vestita elegantemente in cucina. “Coraggio ragazzi, non vorrete fare tardi il primo giorno. E' ora di andare!” lei disse.
La mamma di Rachel baciò il marito sulla guancia e disse, “Ci vediamo quanto tornerai a casa da lavoro. Ti auguro una magnifica giornata. Ti amo.”
Rachel, Mark e Sarah indossarono tutti le scarpe, afferrarono i propri zaini– a dire il vero, Sarah afferrò la sua borsa da spalla in pelle nera – e si diressero verso l'auto.
Sarah entrò in auto allegramente, passando davanti a Rachel, sedendosi al posto accanto al guidatore, chiuse lo sportello e cominciò a premere i tasti sulla radio. La loro famiglia aveva un'usanza, secondo la quale chiunque occupasse il sedile accanto a quello del guidatore poteva scegliere la stazione radio. Così, Rachel fu costretta ad essere rinchiusa in una bolla di stravagante musica pop, durante il tragitto verso la scuola.
Mentre i Jonas Brothers suonavano alla radio, i nervi di Rachel furono sul punto di saltare. Sentì il corpo irrigidirsi e diventare freddo e sudato. Le restavano soltanto pochi minuti a disposizione, prima di entrare all'Apache High School, per la prima volta.
I minuti sembrarono ore, mentre la