Ritschl, F.W., Commentationis de Agathonis vita, arte et tragoediarum reliquiis particula, Halis Saxonum 1829 (pubblicazione dei soli capitoli dedicati alla cronologia, ossia i capitoli V–VII, e delle Sententiae controversae);
Welcker, F.G., Die griechischen Tragödien, vol. 3, Bonn 1841, pp. 989–1006;
Kayser, W.C., Quaestionum tragicarum pars 1: fragmenta Agathonis collecta, Sorau 1845;
Martini, C.B., De tragoedia Agathonis pauca quaedam disputavit et fragmenta poetae edidit, Deutsch–Crone 1846;
Wagner, F.W., Poetarum tragicorum Graecorum fragmenta, vol. 3, Bratislava 1848, pp. 73–83;
Reichardt, R., De Agathonis poetae tragici vita et poesi, Ratibor 1853;
Nauck, A., Tragicorum Graecorum fragmenta, Leipzig 1889 (1856), pp. 592–596;
Snell, B.–Kannicht, R., Tragicorum Graecorum fragmenta, vol. 1, Editio correctior et addendis aucta curavit Richard Kannicht, Göttingen 1986 (1971).
Un lavoro fondamentale sulla produzione agatonea condotto sulla base dei frammenti è pubblicato da W. Rhys Roberts nel 1900, Aristophanes and Agathon («JHS» [20], pp. 44–56). Nella prima metà del XX sec. si riscontra una particolare attenzione per la tragedia di argomento non mitologico Antheus/Anthos, con la pubblicazione degli articoli The Anthus of Agathon di S.M. Pitcher (1939, in «AJPh» [60.2], pp. 145–169) e L’Anteo di Agatone di C. Corbato (1948, in «Dioniso» [11], pp. 163–172). Un picco d’interesse per i frammenti nel loro complesso si registra negli anni ‘50, in particolare nel biennio 1955–1956. Nel 1955 è pubblicata la monografia Agathon di P. Lévêque, suddivisa in due parti corrispondenti rispettivamente alla vita e all’opera del poeta. La vita è ricostruita per temi (origini, vita privata, attività artistica, trasferimento alla corte di Pella) sulla base delle diverse testimonianze. Lo stesso tipo di approccio è adottato nella trattazione dell’opera: testimonianze e frammenti sono utilizzati per la ricostruzione delle singole tragedie e per la trattazione delle scelte drammatiche, stilistiche e metrico–musicali del poeta. Non tutti i frammenti trovano però spazio nell’opera di Lévêque. Sempre nel 1955 è pubblicato in «Dioniso» 18 l’articolo Le tragedie di Agatone di I. Machina: si tratta di un’analisi complessiva dei frammenti unita al tentativo di ricostruire il contenuto delle opere di Agatone. Un’impostazione simile si riscontra nell’articolo di I. Waern, Zum Tragiker Agathon, pubblicato l’anno seguente in «Eranos» 54, che ripropone i 31 frammenti dell’edizione Nauck, accompagnati da una traduzione in tedesco e seguiti da un commento sintetico, teso a riassumere le caratteristiche linguistiche, metriche e stilistiche dei versi. Nel 1958, un articolo in lingua giapponese di R. Takebe (Agathon, the Tragic Poet, in «JCS» [6], 33–46) tratta alcuni frammenti di Agatone parallelamente a passaggi delle opere di Gorgia, ed evidenzia i legami stilistici tra i due autori.1 Più recentemente, nel 1991, il lavoro di un gruppo di filologi di Gottinga ha prodotto un’edizione bilingue greco antico/tedesco di una scelta delle testimonianze e dei frammenti dei TrGF voll. 1–2, accompagnata da note critiche (Musa tragica. Die griechische Tragödie von Thespis bis Ezechiel); per Agatone sono selezionati 13 testimonianze e 22 frammenti.
Testimonianze
I. La vita
I.1. Identità, cronologia e carriera (testt. 1–6)
Test. 1 (1 S.–K.)
Ath. V 216f–217a. 217a–b. b. c
216f–217a Ἀριστίων, ἐφ’ οὗ (a. 421/420) τὸ συμπόσιον (Xenophontis) ὑπόκειται συνηγμένον, πρὸ τεσσάρων ἐτῶν Εὐφήμου πρότερος ἦρξεν, καθ’ ὃν Πλάτων τὰ Ἀγάθωνος νικητήρια γέγραφεν
217a–b ὅτε γὰρ Ἀγάθων ἐνίκα, Πλάτων ἦν δεκατεσσάρων ἐτῶν. ὃ μὲν γὰρ ἐπὶ ἄρχοντος Εὐφήμου στεφανοῦται Ληναίοις (a. 416), Πλάτων δὲ γεννᾶται ἐπὶ Ἀπολλοδώρου (a. 430/429)
217b ἀπὸ δὲ Ἀπολλοδώρου καὶ τῆς Πλάτωνος γενέσεως τεσσαρεσκαιδέκατός ἐστιν ἄρχων Εὔφημος, ἐφ’ οὗ τὰ ἐπινίκια Ἀγάθωνος ἑστιῶνται.
217c ὅτι δὲ πολλὰ ὁ Πλάτων παρὰ τοὺς χρόνους ἁμαρτάνει δῆλόν ἐστιν ἐκ πολλῶν.
216f–217b Aristione, durante il cui arcontato [421/420 a.C.] si colloca lo svolgimento del simposio [di Senofonte], fu magistrato quattro anni prima di Eufemo, al tempo del quale Platone ha scritto che avvennero i festeggiamenti per la vittoria di Agatone
217a–b quando Agatone vinse, Platone aveva quattordici anni. Il poeta fu infatti incoronato vincitore alle Lenee sotto l’arcontato di Eufemo [416 a.C.], mentre Platone nacque sotto l’arcontato di Apollodoro [430/429 a.C.]
217b dall’arcontato di Apollodoro e dalla nascita di Platone, Eufemo è il quattordicesimo arconte, sotto il quale si festeggia con un banchetto la vittoria di Agatone.
217c che Platone faccia parecchi errori di cronologia, è chiaro da molti passi.
Interpretazione
Nel V libro dei Deipnosofisti Ateneo riferisce l’argomentazione proposta polemicamente da uno dei convitati, Masurio, contro le testimonianze a sostegno del valore militare di Socrate, attingendo a un filone di tradizione antiplatonica.1 Masurio discute la cronologia di alcuni eventi attribuiti alla vita di Socrate da Senofonte e Platone in opere filo–socratiche per dimostrare l’incoerenza delle loro informazioni, e considera le difficoltà cronologiche poste dal confronto tra il Simposio senofonteo e il Simposio platonico. Nell’argomentazione volta a smentire le notizie filo–socratiche, Masurio (V 216f) fissa i festeggiamenti per la vittoria di Agatone nel Simposio platonico sotto l’arcontato di Eufemo (417/416 a.C.) in occasione delle feste Lenee, che si tenevano nel mese attico di Gamelione, corrispondente a gennaio/febbraio.2 Diversamente dal testo di Platone (vd. test. 2), qui non si definisce la vittoria come la prima del poeta tragico.3 Stabilito che gli eventi narrati dal Simposio platonico si collocano durante l’arcontato di Eufemo, Masurio contesta l’attendibilità della testimonianza di Platone, che, nato sotto l’arcontato di Apollodoro (430/429 a.C.), appena quattordicenne al tempo dei festeggiamenti, non vi avrebbe preso parte (V 217a–c), ma avrebbe raccolto il racconto degli eventi solo molti anni dopo.
Sulla base di Ateneo, si è propensi a datare la vittoria di Agatone all’anno 417/416 a.C.; tuttavia, nonostante il riferimento alle Lenee, che pone l’evento nel gennaio del 416, parte della critica si è convinta ad attribuire la vittoria di Agatone all’agone delle Grandi Dionisie del marzo del 416.4 Come proposto da Lévêque, l’attribuzione dello svolgimento del Simposio platonico al 417/416 sotto l’arcontato di Eufemo nei Deipnosofisti si può spiegare con la lettura da parte di Ateneo o della sua fonte di uno scritto relativo ai risultati degli agoni drammatici ateniesi, ossia di una didascalia, menzionante l’anno della vittoria di Agatone.5 Che Ateneo o le sue fonti avessero accesso a documenti di questo genere è confermato dalla menzione nei Deipnosofisti (VI 235e) dell’opera Περὶ διδασκαλιῶν di Caristio di Pergamo, relativa, per quanto possiamo ricavare dai due soli frammenti superstiti, ad autori attivi ad Atene.6 Accettando l’ipotesi che la notizia sia attinta direttamente da una didascalia, dobbiamo ammettere che Ateneo abbia avuto accesso a informazioni attendibili sia sull’anno che sulla festa ateniese in occasione della quale la vittoria fu conseguita.