Proprio di fronte al Kino International e parte integrante del centro ricreativo fondato nella zona era il Ristorante Mosca (Restaurant Moskau, ora location per eventi nota come Cafè Moskau). Si trattava di uno dei tanti cosiddetti “ristoranti delle nazionalità”, diffusi lungo Stalinallee/Karl-Marx-Allee, ma non solo, che avevano l’obiettivo di avvicinare i cittadini della DDR alla cucina e alla cultura degli altri Paesi socialisti, da cui di solito proveniva il personale stesso dei ristoranti. Fra gli elementi che aveva in comune con il cinema, e con altri edifici significativi del modernismo socialista, si notano tuttora la grande vetrata, che unisce l’esterno e l’interno dando grande luminosità (sempre simbolo di un futuro radioso), e il mosaico murale intorno all’ingresso, intitolato “La vita dei popoli dell’Unione Sovietica”. Come ulteriore segno di fratellanza fra Berlino Est e Mosca, e simbolo dei successi socialisti nell’industria aerospaziale, per l’inaugurazione del ristorante l’ambasciatore sovietico regalò una riproduzione in scala 1:1 dello Sputnik, il primo satellite artificiale mandato in orbita intorno alla terra nel 1957, che fu installata sopra il tetto.
20. Il mosaico di Bert Heller che decora la facciata del Café Moskau.
Questo lotto di Stalinallee fu completato con la costruzione fra il 1961 e il 1964 della Casa degli Insegnanti (Haus des Lehrers): il primo edificio della nuova Alexanderplatz, rifatta completamente fra la metà degli anni Sessanta e gli anni Ottanta. La scelta di iniziare proprio da questo palazzo non fu casuale ma chiaramente ideologica: prima della guerra vi era la sede dell’associazione degli insegnanti berlinesi, dove si erano svolte nel 1919 la commemorazione dopo l’omicidio dei rivoluzionari comunisti Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht (v. Palazzo del Consiglio di Stato) e nel 1920 la fusione fra il Partito comunista tedesco e il Partito socialdemocratico indipendente. Questo era quindi il punto perfetto su cui fondare, ideologicamente e fisicamente, il nuovo centro della Berlino socialista.
La Casa degli Insegnanti e la Casa del Viaggio (Haus des Reisens), entrambe all’incrocio dell’attuale Karl-Marx-Allee con Alexanderstraβe e Otto-Braun-Straβe, segnalano appunto l’ingresso ad Alexanderplatz: continua così, dopo le torri-grattacieli di Frankfurter Tor e Strausberger Platz, il percorso delle piazze che si susseguono lungo il viale monumentale da cui entra in città il viaggiatore proveniente da est.
21. Alexanderplatz oggi. 1. Casa degli Insegnanti. 2. Casa del Viaggio. 3. Fontana dell’Amicizia fra i popoli. 4. Orologio universale (dietro all’edificio, non visibile). 5. Torre della Televisione. 6. Hotel Park Inn. 7. Alexanderhaus e Berolinahaus.
L’elemento più emblematico della Casa degli Insegnanti è la fascia che avvolge il 3° e 4° piano dell’edificio, dove si trovava la Biblioteca pedagogica centrale: un mosaico colorato alto 7 metri e lungo 125, composto da circa 800.000 tessere, che rappresenta la visione ideale della società socialista, basata su progresso tecnologico, pace, amicizia fra i popoli ed eliminazione delle classi sociali.
22. Il mosaico di Walter Womacka che adorna la Casa degli Insegnanti.
L’artista è Walter Womacka, che fu autore della gran parte dei fregi, mosaici, dipinti e vetrate che adornavano gli edifici più rappresentativi di Berlino Est nello stile del realismo socialista. Alcune sue opere furono distrutte nella fretta delle demolizioni subito dopo la caduta del Muro, come nel caso di un celebre dipinto murale che decorava il Ministero degli Esteri della DDR (v.), mentre altre sono state conservate, ad esempio le vetrate del Palazzo del Consiglio di Stato (v.) e dell’edificio di ampliamento del Castello di Schönhausen (v.), oltre all’incisione di rame “L’essere umano supera il tempo e lo spazio” della Casa del Viaggio.
23. Il rilievo di Walter Womacka che decora la “Casa del Viaggio”.
Questo palazzo è un altro esempio molto significativo di modernismo socialista, sia per la sua architettura, che va molto oltre quella dei palazzi prodotti in serie, che per il suo messaggio ideologico: l’edificio, che ospitava la direzione dell’agenzia viaggi della DDR e gli uffici della compagnia aerea Interflug ed era decorato dal fregio che glorificava i viaggi, addirittura quelli nello spazio, fu eretto dopo la costruzione del Muro che impediva ai cittadini della DDR di viaggiare.
Sempre di Womacka, in collaborazione con altri artisti, è la Fontana dell’Amicizia fra i popoli. Costruita nel 1970, si trova al centro della piazza e ne è uno dei simboli più famosi insieme all’Orologio universale e alla Torre della televisione, inaugurati l’anno prima durante le celebrazioni per il 20° anniversario della nascita della DDR.
Anche in questi casi l’ideologia non mancava: l’orologio mostrava la grandezza del mondo fuori dai confini della DDR, che i cittadini non potevano vedere, mentre la sfera della torre della televisione doveva ricordare lo Sputnik e diffondere una luce rossa, in omaggio all’Unione Sovietica. In realtà, come si vede tuttora, il sole si riflette sulla sfera formando una croce di luce: effetto certamente non gradito al regime, così come il soprannome “San Walter” (da Walter Ulbricht) che il popolo diede alla torre proprio per questo motivo.
Altro edificio rappresentativo dell’Alexanderplatz della DDR è l’Hotel Stadt Berlin, attuale Hotel Park Inn, tuttora il più grande hotel di Berlino, inaugurato nel 1970 per il 21° anniversario della DDR.
Chi conosce da tempo Alexanderplatz la vede oggi molto diversa anche solo rispetto a com’era nei primi anni Duemila, ma i cambiamenti avrebbero potuto essere molto maggiori se fosse stato realizzato un progetto del 1993, che prevedeva la costruzione di una serie di grattacieli e l’abbattimento di alcuni degli edifici che abbiamo descritto.
In due fasi, all’inizio degli anni Novanta e vent’anni dopo, sono stati posti sotto tutela diversi palazzi costruiti all’epoca della DDR, la fontana, l’orologio e Alexanderhaus e Berolinahaus, gli unici due edifici della piazza che erano sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale. Costruiti fra il 1929 e il 1932 in stile Bauhaus, furono distrutti da incendi e bombardamenti, ma poterono essere ricostruiti nei primi anni Cinquanta perché ne era rimasta intatta la struttura.
24. Il vecchio e il nuovo ad Alexanderplatz nel 1971: a destra l’Alexanderhaus, a sinistra la Casa degli Insegnanti, fra le due la sala congressi che fu anche sede temporanea della Casa del Popolo della DDR. In primo piano l’Orologio Universale.
25. La Torre della Televisione in costruzione nel 1969. A sinistra della torre il Municipio Rosso e, accanto, il quartiere di Nikolaiviertel ancora distrutto prima della ricostruzione (v. capitolo successivo).
1 - Museo della Stasi
2 - Frankfurter Tor
3 - Cinema Kosmos
4 - Case di ringhiera
5 - Grattacielo a Weberwiese
6 - Karl-Marx-Buchhandlung
7 - Café Sibylle
8 - Fontane dove si trovava la statua di Stalin
9 - Strausberger Platz
10 - Cinema Internazionale
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