Ero sul punto di farlo, con la mano sulla maniglia, quando all’improvviso notai che qualcuno me la teneva chiusa impedendomi di abbasare la maniglia.
–Stia tranquillo!, glielo ripeto, se avessi voluto farle del male non saremmo qui a parlare.
All’improvviso si accese la luce dietro di me,l’uomo che mi stava parlando aveva acceso la lampada e per questo vidi che un altro, che aveva un cartellino di riconoscimento e i guanti, mi aveva preso una mano tra le sue.
Mi liberai e mi girai per protestare contro la violazione della mia intimità,perchè, anche se non era così, consideravo quella stanza come casa mia.
–Stia tranquillo!, le ho già detto che non vogliamo farle del male― disse l’uomo seduto sotto la lampada mentre si accendeva un sigaro.
–Qui non si può fumare!― protestai.
–In verità mi sorprende, che un uomo come lei, col suo talento, sia finito in un posto come questo― disse l’uomo del sigaro mentre buttava fuori una boccata di fumo.
–Non mi piacciono le lusinghe, non so cosa volete, ma avete sbagliato persona― insistetti, cercando di sganciarmi da una situazione così scomoda.
–Sicuro che a quest’ora si sarà fatto un’opinione su di me.
–Un’opinione?― chiesi, sorpreso.
–Non si fa, dottore. La conosciamo bene, o preferisce che le citi tutti i ibri che a scritto riguardo ai profili psicologici― rispose, in tono ribelle.
Parole che mi riportarono ai tempi dell’università quando ero ancora uno studente, e trascorrevo molte ore in biblioteca.
In un’occasione, studiando le materie Basi Psicologiche e Biologia della Personalità ho scoperto con meraviglia come si potesse indagare in una persona fino all’inverosimile.
Le forme di essere, provare sentimenti e pensare si scoprivano di fronte a un buon analista che era capace di scoprire i segreti di qualsiasi persona come se fossero trasparenti come cristalli.
Qualcosa che all’inizio avevo iniziato a leggere per hobby, perchè non rientrava nelle materie obbligatorie, ma che a poco a poco divenne parte della mia specializzazione, affrontandolo in diverse materie, approfondendo quelli che attualmente si chiamano Profili e che sono così utili per i giudizi attraverso le perizie, e anche nell’ambito della selezione delle risorse umane, al momento di scegliere il miglior candidato.
–Benjamín Franklin, Carl Gustav Jung, Albert Einstein… ha osato anche con Stephen Hawking, è audace o visionario?― chiese l’uomo del sigaro.
Mentre mi allontanavo dalla porta lasciai la giacca sull’appendiabiti e cercandolo su una mensola presi un voluminoso libro sui profili e dissi:
–Se vuole imparare, posso prestarle uno dei miei libri.
–Non sono venuto per prendere tempo nè per assistere a una sua lezione, voglio solo sapere se è qualificato per questo.
–Perchè?― chiesi, tentando di saperne di più di quella situazione.
–Mi spiace, ci siamo sbagliati― disse l’uomo, mentre si alzava.
–Intende dire che vuol vedere se sono in grado di dirle che, nonostante il suo suoi modi presuntuosi, lei non è altro che il figlio di un commerciante che gli ha insegnato il mondo della parola e dell’inganno, impiegando una certa teatralità mentre gestisce la paura e lo smarrimento, facendo capire di essere lei a dominare la situazione, quando in realtà non sa come reagirò.
»La sua cosidetta guardia del corpo non è altro che il suo autista, che ha tenuto la mia mano sulla maniglia con entrambe le sue e non con una sola, come si addice a qualcuno abituato a esercitare violenza.
»Lei, per esempio, indossa un abito troppo elegante per scarpe consumate, e il sigaro che fuma è d’importazione, il che mi dice che non le interessa la qualità, bensì l’utilità delle cose.
–Che altro?― disse l’uomo del sigaro sedendosi di nuovo sul divano dal quale si era appena alzato.
–E’ chiaro che avete bisogno di me per qualcosa per cui voi stessi non siete qualificati, probabilmente per analizzare qualcuno o dire se è veramente chi dice di essere. E il fatto che siate venuti qui significa che siete disperati o che non volete che si sappia,perchè è molto tempo che non me ne occupo, e per questo nessuno potrebbe sospettare di me.
–Molto bene!― disse l’uomo mentre osservava attentamente il sigaro. ―Ho un piccolo problema e ho bisogno del suo aiuto.
–Non credo che sia piccolo, violazione di domicilio, minacce… quando uscirà di qui, ne avrà più di quanti immagina.
–Non è ancora stato assunto!―disse l’uomo che continuava a stare seduto fumando il sigaro.
–Assunto?― chiesi, sorpreso.
–Per questo siamo qui― disse l’uomo che stava ostruendo la porta dellla stanza.
–Che altro sa?― insistette l’uomo che fumava.
–Vediamo!, da quello che vedo, lei deve essere una persona importante, ma non un politico o un imprenditore,perchè il suo amico alla porta la rispetta tanto che non è intervenuto finora, e lo ha fatto in tono rispettoso,e non come una puntualizzazione sulle sue parole. Ha quasi una venerazione, come la si ha per una guida o un maestro.
–Maestro?― chiese l’uomo che fumava il sigaro salendo sul sedile.
–Beh, ora si chiamerebbe così, ma sarebbe meglio dire Maestre― dissi in tono scherzoso.
–Cosa l’ha portata a questa conclusione?― chiese mentre si alzava e lasciava il sigaro sopra il tavolinetto dove c’era la lampada.
–Attenzione al tavolino!― dissi mentre stavo per avvicinarmi al mobile, quando mi sentii trattenere da dietro,notando che i due uomini mi tenevano per le spalle.
–Risponda alla domanda― disse da dietro di me l’uomo che mi stava trattenendo.
–Va bene!―dissi in tono di protesta mentre mi dibattevo per liberarmi.
–Lo ha tradito il segno sul suo anulare, che ora è nudo, ma presenta tracce di aver portato abitualmente un anello di grandi dimensioni, tipo quello di un vescovo o simili.
»Ma lei non indossa abiti larghi, altrimenti non si sentirebbe a suo agio nel vestito di buon tessuto che indossa. E neppure ha traccia di indossare un cappello cattolico o la kipa ebraica, o qualcosa di simile, quindi l’opzione religiosa l’ho scartata.
»Inoltre, ha sulla giacca una piccola ma inequivocabile croce ottogonale di Malta, con le sue otto punte rosse, nota anche come la croce di San Giovanni; per chi non la conosce può essere anche solo un ornamento, e anche confonderlo con il simbolo di una squadra di calcio, o di un ordine religioso come quello di Santiago, ma è senza dubbio la croce di Malta.
–E’ stato a Malta?― chiese l’uomo, mentre guardava quella particolare spilla.
–Sí, tempo fa, ma mi piace conoscere i posti che visito, soprattutto la loro storia, e quella di questo luogo è singolare.
–Singolare?― chiese mentre si avvicinava e prendeva il sigaro per continuare a fumare.
–Alcuni cavalieri, appartenenti alla nobiltà europea, esiliati dal proprio paese e reclusi su in’isola, alla mercè dei loro nemici.
–Non è andata così la storia!― rettificò in modo molesto il fumatore.
–Lo so, ma il suo linguaggio del corpo mi aiuta a definire il suo profilo. Per quello che vedo lei non è un cittadino di quest’isola, bensì un discendente intellettuale di quei maestri, e potrei perfino dire che potrebbe essere un discendente biologico.
–Questo ha importanza?― chiese mentre esalava lentamente una boccata di fumo.
–Ah!, lei è discendente diretto dei Maestri del luogo ―affermai categoricamente.
–La