Riley soffocò un ringhio di irritazione.
Quella dannata auto, pensò.
A Ryan importava più non avere quell’auto a disposizione che il non aver Riley lì.
Questo la infastidiva davvero.
Improvvisamente, Riley non se la sentì di riappacificarsi con Ryan. E per quanto riguardava Crivaro …
Beh, almeno lui sta dimostrando dell’interesse nei miei confronti.
Inoltre, Crivaro aveva ragione su una cosa. Avrebbero sicuramente indagato un po’, anche solo per scoprire che non c’era nulla su cui indagare. Si sarebbe potuta rivelare una bella esperienza dopotutto. Avrebbe persino potuto imparare qualcosa.
Infine, Riley disse: “D’ACCORDO. Resto con lei.”
Gli occhi di Crivaro s’illuminarono.
“Sei sicura?” le chiese.
Riley fece un sorrisetto e disse: “La informerò, se cambierò idea.”
Crivaro le rivolse un grosso sorriso. “Beh, l’offerta resta valida, se vuoi starmi alla larga. Almeno, per quanto riguarda questo viaggio. Quando inizieremo a lavorare insieme ai casi in maniera ufficiale, sarai incastrata con me.”
“Lo terrò in mente” Riley replicò.
Crivaro si appoggiò allo schienale del sedile e chiuse gli occhi, con l’apparente intenzione di fare un pisolino.
Riley prese una rivista dell’aereo dalla tasca del sedile di fronte a lei, e iniziò a sfogliarla.
Si trovò a rimuginare su quanto aveva appena fatto.
Ho scelto il lavoro rispetto a Ryan.
E, con sua sorpresa, la cosa la faceva sentire bene.
Che cosa dice questo su di me? si chiese. E sul nostro futuro?
Poi, la sua mente tornò a interrogarsi sul presente.
Arizona.
Non ne sapeva davvero alcunché.
Aveva passato quasi tutta la vita sulla verdi colline della Virginia. Che cosa poteva avere in serbo per lei una parte del paese così differente?
CAPITOLO CINQUE
Quando l’aereo atterrò a Phoenix, Riley e Crivaro presero le loro valigie dalle cappelliere e imboccarono il ponte di sbarco che conduceva all’interno del terminal. Circa venti persone erano in attesa dei passeggeri dal loro volo, ma non c’era modo di sapere chi fosse lì ad accoglierli.
Un uomo robusto, apparentemente cordiale e con una faccia rubiconda, salutò energicamente Crivaro. Riley immaginò trattarsi di Harry Carnes. La donna ugualmente robusta che era accanto a lui con le braccia conserte e un volto corrucciato doveva essere la moglie di Harry, e non sembrava felice al momento.
L’uomo accolse Crivaro con un grande abbraccio, e Crivaro presentò Riley alla coppia. Il nome della moglie era Jillian. Riley immaginò che avessero circa l’età dell’Agente Crivaro o forse solo qualche anno in più.
Per un momento, si stupì al vedere che entrambi indossavano t-shirt, pantaloncini di jeans e sandali. Lei e Crivaro avevano ancora le loro giacche e gli abiti adatti ad un clima freddo.
“Valigia?” Harry chiese, osservando come erano vestiti.
“No, solo questa” Jake rispose, sollevando la sua valigia.
Harry rise e disse: “Beh, c’è qualcosa di cui potrai occuparti abbastanza presto.”
Lei ricordò quello che Crivaro aveva detto durante il volo.
“Il tempo in Arizona quest’anno è di certo molto più bello di quanto non lo sia in Virginia.”
Lei non era decisamente preparata a quel clima. Avevano avuto così tanta fretta di partire, che non aveva pensato a portare con sé un guardaroba diverso. Si chiese se avrebbe dovuto comprare dei nuovi vestiti per sé. Di certo, il suo budget non era molto esteso.
Forse non importerà, pensò. Se fossero tornati presto a Quantico, probabilmente se la sarebbe cavata con quello che si era portata.
Harry li guidò fino alla più vicina zona ristorazione, dove si sedettero ad un tavolo e ordinarono dei panini per il pranzo.
Crivaro disse ad Harry: “Eccomi qua. Ora dimmi tutto ciò che sai.”
Harry alzò le spalle. “Non ne so molto ad eccezione di quello che ti ho detto al telefono. Una donna è stata trovata morta ieri su un sentiero escursionistico vicino a Tunsboro, una cittadina a nord di qui. Si chiamava Brett Parma. Quando l’ho sentito al telegiornale, mi sono incuriosito e ho chiamato il capo della polizia di Tunsboro. Ho avuto difficoltà a farlo parlare, ma sono riuscito a cavargli qualcosa. Ha menzionato gli squarci sulle braccia della donna, e ha aggiunto che è stata dissanguata a morte da qualche parte, prima che il corpo venisse ritrovato sul sentiero. Poi, mi ha essenzialmente detto di stare lontano dalle sue indagini.”
“Il che è quello che faremo” Jillian commentò.
Harry si allungò dall’altra parte del tavolo verso Crivaro. “Jake, questo mi ha fatto provare una stranissima sensazione. E’ stato come rivivere il caso dell’omicidio di Erin Gibney di un anno fa. Ho iniziato a rivedere come avevo provato ad aiutare la polizia di Gladwin a risolvere il caso, e al modo in cui abbiamo fallito.”
Harry abbassò gli occhi e borbottò: “Non siamo mai riusciti a scoprire il colpevole.”
Jillian sospirò tristemente e disse a Crivaro: “Harry si sente davvero in colpa per tutta la faccenda. Dice che, se avesse risolto quel caso in Colorado, forse questo nuovo omicidio nn ci sarebbe mai stato. Naturalmente, è ridicolo. Jake, puoi farlo ragionare? Digli che non ha alcun motivo di sentirsi in quel modo.”
Crivaro rivolse uno sguardo compassionevole ad Harry.
Poi intervenne “Jillian ha ragione. Non puoi tormentarti in questo modo. Anche se ci fosse un collegamento tra i due omicidi …”
Harry interruppe: “Jake, c’è un collegamento. Me lo sento fin nelle ossa.”
Riley notò lo scetticismo disegnarsi sul volto di Crivaro.
“Harry, ho lavorato a molti più casi di omicidio di te” Crivaro rispose. “So com’è sentirsi responsabili per quelle morti, per non essere riusciti a prendere un killer. Ma non puoi lasciare che ciò abbia la meglio su di te.”
Si protese in avanti e appoggiò una mano sul braccio dell’amico.
“Tu non hai ucciso nessuno, Harry. Non ne sei responsabile. Non è colpa tua. Senti quello che sto dicendo?”
Harry tirò un lungo e amaro sospiro, poi disse a Jake e Riley: “Beh, sono stato un poliziotto abbastanza a lungo da saperlo. Non li risolviamo mai tutti. Ma sono anche stato là fuori abbastanza a lungo per capire quando il mio istinto da poliziotto non si sbaglia. Questo, quest’ultimo omicidio, mi preoccupa davvero.”
Posò il suo panino, non finito, sul piatto e lo allontanò da sé.
“Mi fa piacere che voi due siate venuti qui a verificare le cose” continuò. “Questo mi fa sentire davvero molto meglio. Finite i vostri panini e vi accompagnerò a Tunsboro.”
Jillian gli diede un colpetto su un braccio e disse quasi sussurrando: “Un attimo, Harry. Non accompagnerai nessuno da nessuna parte. Dobbiamo tornare al parcheggio.”
Harry rivolse uno sguardo supplichevole alla moglie.
“Dai, tesoro” sussurrò in risposta. “Non abbiamo molta fretta. E Tunsboro è a poca distanza da qui.”
“Possono noleggiare un’auto” Jillian ribatté. “Ricordi, abbiamo un patto.”
Harry