Vivere La Vita. Lionel C. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Lionel C
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Современные любовные романы
Год издания: 0
isbn: 9788873042808
Скачать книгу
insieme alle mie compagne ed ai miei compagni stavamo aspettando nel cortile della scuola che veniva il nostro turno per conoscere il nuovo dirigente professore ed andare nella nostra aula, dovevamo mantenere l'ordine ed anche un certo silenzio.

      Non potendoci raccontare in piena libertà le cose vissute in quella vacanza, ho deciso di conoscere meglio la mia nuova divisa, che non avevo mai più toccato dal giorno in quale l'ho provata nel negozio. Stavo scoprendo ed osservavo alcune piccole cose che la rendevano diversa dal modello che avevo indossato per i quattro anni delle elementari.

      Mi sono ritirato nel mio mondo dove stavo molto tranquillo, sereno e dove ho provato a capire di più, grazie al mio partner di viaggio che avevo deciso di portare sempre con me.

      < Il Perché? >.

      Mi chiedevo perché tutti quei piccoli particolari che la rendevano molto diversa.

      L'ho facevo, senza pretendere, o aspettare una risposta subito, ma promettendomi di stare attento per essere pronto ad accogliere e capire la risposta, quando questa arriverà.

      Perché, di sicuro arriverà.

      L'unico momento in quale la mia attenzione è stata catturata da quello che succedeva intorno a me, è stato quando la mia, ormai e purtroppo ex maestra, ha accolto ed accompagnato dentro la scuola i suoi nuovi alluni.

      Più passava il tempo e le classi d'avanti a noi entravano nella scuola lasciando il posto vuoto sul grande piazzale, più ci stavamo avvicinando verso il portoncino d'ingresso dove avremmo fatto il nostro primo incontro con il nuovo dirigente.

      Quando quel momento è arrivato, ho visto che eravamo stati fortunati anche in quel momento.

      Una professoressa molto giovane e molto bella.

      Vestita molto elegante, ma con dei colori molto più freddi di quelli che usava la nostra ex maestra.

      Ci siamo subito messi in movimento, seguendola all'interno della scuola. Stavamo salendo le scale e ho capito che stavamo andando al secondo ed ultimo piano. Dal primo piano, dove abbiamo avuto la nostra aula per quattro anni e fino al secondo piano, sono salito con il sorriso in faccia e nel cuore, perché, mi rendevo conto soltanto in quel momento che non ero mai andato al secondo piano della nostra scuola.

      La nostra vecchia aula, era vicinissima a quelle scale, al primo piano.

      Mi sono quasi fermato, ma non potendolo fare del tutto e continuando a salire, sembrava che la mia mente da bambino si era aperta un altro po'. Mi sembrava di aver' appena fatto un'altra nuova scoperta nel mio camino.

      La mia vita andava avanti senza poter essere fermata.

      Saliva senza chiedermi se ero d'accordo, oppure no.

      La migliore cosa che potevo fare, era quella di non oppormi, di accettare, seguirla docilmente e con tanta attenzione per non restare mai indietro, per essere sempre presente e pronto in ogni suo momento.

      Prima ancora di entrare nella nostra nuova aula, mi sembrava di aver già imparato una grande lezione.

      Fatto un altro passo avanti nella mia evoluzione.

      Appena entrati, con tanta tranquillità, ma in un modo meno accogliente della nostra ex maestra, la dirigente ci ha detto di andare nei banchi, ognuno al posto che aveva nell'anno precedente, poi con pazienza ed in silenzio, ha aspettato finché tutti noi eravamo seduti.

      Siamo riusciti a fare tutto abbastanza in fretta, perché l'aula ed i banchi, erano fatti nello stesso modo di quella che conoscevamo molto bene. C'erano tre fila di banchi, con due posti in ogni banco e noi eravamo coppie, tutte fatte con una femmina ed un maschio, coppie decise dalla nostra, purtroppo ex maestra.

      Sui banchi, ognuno al suo posto, come sempre nel primo giorno di scuola, abbiamo trovato i nostri libri.

      C'erano soltanto i libri e niente altro, questa volta.

      Guardandoli senza toccarli, sono riuscito a capire che al meno due, dei sei che avevamo, non erano nuovi.

      Non brutti, ma non nuovi come gli altri ed era per la prima volta che succedeva.

      Erano molto più spessi di tutti quelli che avevamo avuto negli anni prima e già questo, mi faceva essere molto contento, molto soddisfatto. Per me, un libro più spesso voleva dire più cose nuove, interessanti da scoprire ed imparare.

      Diventare più ricco.

      Quando è scomparso il rumore dell'ultimo collega che si è seduto, la nostra dirigente, lasciando la cattedra si è avvicinata ai nostri banchi. Appoggiando in un modo molto deciso, abbastanza lontane una dall'altra, tutte due le mani sul mio banco, che era il primo nella fila centrale, ha cominciato a parlare.

      Subito, ci ha detto che è una professoressa di lettere ed aveva appena finito la facoltà.

      Noi eravamo i suoi primi allevi.

      Aveva la stessa età della nostra ex maestra.

      Mentre ci parlava di cose che più o meno conoscevo, essendo così vicina a me, ho approfittato e l’ho guardata molto bene e per tutto il tempo. Nello stesso momento, avevo già messo a duro lavoro il mio amico di vita.

      < Il Perché? >.

      Da vicino era molto più bella e forse anche più dolce della mia ex maestra e mi stavo già chiedendo:

      < Perché mi sembrava più fredda? >

      < Perché mi sembrava che assomigliava di più ad una di quelle persone che in TV parlavano del partito comunista e non alla mia ex maestra? >

      Non avendo risposte in quel momento, la guardavo soltanto, con tanta attenzione.

      Mi sembrava che capiva benissimo quello che stavo facendo, ma che mi lasciava fare tranquillamente e senza disturbarmi.

      La conferma, l’ho avuta, quando dicendoci: < Adesso vi devo dire una novità, perciò fatte tutti attenzione >, mi ha guardato in un modo molto intenso mentre parlava ancora.

      Un modo molto intenso, ma abbastanza amichevole.

      La novità era che da quell'anno in poi, non avremmo più avuto una nostra aula fissa per studiare, come negli anni passati, ma che ci saremmo spostati per ogni ora di studio nelle aule ed i laboratori della scuola.

      Li dove insegnavano i professori, ognuno nella sua aula.

      Mi è subito sembrata una cosa molto meno comoda, ma molto più interessante, perché ci dava la possibilità di esplorare bene tutta la scuola, di conoscere altre aule, i laboratori.

      Studiare meglio in ogni materia.

      Appena finito di spiegarci bene la novità, ci ha detto che, con l'aiuto del capo della classe, vuole cominciare da subito a conoscerci, perciò, voleva conoscere ed ascoltare il capo della classe.

      Quando mi sono alzato in piedi, ogni mio dubbio sul fatto che prima aveva capito di essere molto osservata, è stato disintegrato in mille pezzi, fatto volare via, perché facendo quasi un passo indietro, ma senza staccare le mani dal banco, con una voce ancora più amichevole di quella di prima ed allungando un po' l'ultima vocale, quasi sorridente, ha detto:

      < Allora sei tu il capooo... ! >

      Quel giorno, camminando insieme ai miei amici per tornare a casa dalla scuola, ero presente soltanto fisicamente.

      Mi tornavano sempre e giravano in continuazione nella mia mente, le parole della compagna dirigente, quando ci ha detto che sarà la nostra compagna professoressa di lettere e che come dirigente, ci saremmo visti per due volte in ogni settimana.

      Un’ora per organizzare bene le attività non legate allo studio della nostra classe ed un'altra ora, in un altro giorno, per “l'informazione politica”.

      Non conoscevo il significato per nessuna delle due, però, mi stavo rendendo conto sempre di