Per la rivoluzione della Brettagna si ristrinsero i limiti della scienza, ugualmente che quelli dell'Impero. L'oscura nuvola, ch'era stata rischiarata dalle scoperte Fenicie, ed affatto sgombrata dalle armi di Cesare, si posò di nuovo su' lidi dell'Atlantico, ed una provincia Romana si perdè nuovamente fra le isole favolose dell'Oceano. Cento cinquant'anni dopo il regno d'Onorio, il più grave Istorico di que' tempi301 descrive le meraviglie d'un isola remota, le cui parti Orientale ed Occidentale son divise da una antica muraglia, limite della vita e della morte, o piuttosto della verità e della finzione. L'Orientale contiene una bella campagna abitata da un Popolo culto; l'aria è salubre, le acque pure ed abbondanti, e la terra dà regolarmente i suoi frutti. Nell'Occidentale oltre la muraglia, l'aria è infetta e mortale, la terra è coperta di serpenti; e quell'arida solitudine è l'abitazione di ombre di morti, che vi sono trasportati dagli opposti lidi, in solidi battelli, e per opera di rematori viventi. Alcune famiglie di pescatori, sottoposte ai Franchi, sono esenti da' tributi, a riguardo del misterioso ufizio, che si fa da questi Caronti dell'Oceano. Ciascheduno di essi a vicenda è chiamato, nell'orror di mezza notte, ad ascoltar le voci, ed anche i nomi degli spiriti: ei sente il loro peso, e si trova spinto da un'ignota, ma irresistibil forza. Dopo questo sogno di fantasia, leggiamo con stupore, che il nome di quest'isola è Brittia, ch'essa giace nell'Oceano, in faccia all'imboccatura del Reno, e distante meno di trenta miglia dal continente; ch'essa è posseduta da tre nazioni, da' Frisj, dagli Angli e da' Brettoni, e che alcuni Angli eran comparsi a Costantinopoli nel seguito degli Ambasciatori francesi. Da questi Ambasciatori potè forse Procopio essere informato d'una singolare, quantunque non improbabile, avventura, che indica lo spirito piuttosto, che la delicatezza d'una Eroina Inglese. Essa era stata promessa a Radigero, Re de' Varni, Tribù di Germani, che confinava coll'Oceano, e col Reno; ma il perfido amante fu indotto, da motivi di politica, preferirle la vedova di suo padre, sorella di Teodeberto Re de' Franchi302. L'abbandonata Principessa degli Angli, in vece di deplorare la sua disgrazia, pensò a vendicarla. Si dice, che i bellicosi di lei sudditi non conoscessero l'uso e neppur la forma del cavallo, ma essa, partendo audacemente dalla Brettagna, approdò alla bocca del Reno, con una flotta di quattrocento navi, ed un esercito di centomila uomini. Dopo la perdita d'una battaglia Radigero, fatto prigione, implorò la pietà della vittoriosa sua sposa, che generosamente gli perdonò l'ingiuria, lasciò in libertà la sua rivale, e costrinse il Re de' Varni a soddisfare con onore e con fedeltà i doveri di marito303. Sembra che questa galante impresa fosse l'ultima guerra navale degli Anglo-Sassoni. L'arte della navigazione, mediante la quale avevano essi acquistato l'Impero della Brettagna e del mare, fu tosto negletta dagl'indolenti Barbari, che rinunziarono scioccamente a tutti i vantaggi del commercio, che la loro isolare situazione somministrava. I sette loro indipendenti regni erano agitati da perpetue discordie; ed il Mondo Britannico rade volte si trovava connesso in pace o in guerra, con le nazioni del continente304.
Ho terminato adesso la faticosa narrazione della decadenza, e caduta del Romano Impero dalla fortunata età di Traiano e degli Antonini fino alla sua total estinzione in Occidente, circa cinque secoli dopo l'Era Cristiana. In quell'infelice tempo i Sassoni fieramente contrastavano pel possesso della Brettagna co' nativi di essa: la Gallia e la Spagna eran divise fra le potenti Monarchie de' Franchi e de' Visigoti, ed i regni dipendenti degli Svevi e de' Borgognoni: l'Affrica era esposta alla crudel persecuzione de' Vandali, ed a' Selvaggi insulti de' Mori: Roma e l'Italia fino alle rive del Danubio, veniva angustiata da un esercito di Barbari mercenari, all'arbitraria tirannia de' quali successe il regno di Teodorico l'Ostrogoto. Tutti i sudditi dell'Impero, che per l'uso che facevano della lingua Latina, meritavano più specialmente il nome ed i privilegi di Romani, eran oppressi dalla vergogna e dalle calamità d'una straniera conquista; e le vittoriose nazioni della Germania stabilirono un nuovo sistema di costumi, e di governo nell'Occidentali regioni d'Europa. Debolmente rappresentavasi da' Principi di Costantinopoli, languidi ed immaginari successori d'Augusto, la maestà di Roma. Pure continuarono a regnare sull'Oriente, dal Danubio sino al Nilo ed al Tigri; dalle armi di Giustiniano si rovesciarono i regni Gotico e Vandalo dell'Italia e dell'Affrica; e l'Istoria degl'Imperatori Greci può sempre somministrare una lunga serie di istruttive lezioni e di rivoluzioni interessanti.
OSSERVAZIONI GENERALI
Sulla caduta del Romano Impero dell'Occidente
I Greci, poscia che il loro paese fu ridotto a Provincia, attribuivano i trionfi di Roma, non al merito, ma alla Fortuna della Repubblica. Quell'incostante Dea, che distribuisce e riprende sì ciecamente i suoi favori, aveva allora acconsentito (tal era il linguaggio dell'invidiosa adulazione) di piegar le ali, di scendere dal suo globo, e di collocare il fermo ed immutabil suo trono sulle rive del Tevere305. Un Greco più saggio, che ha composto con filosofico spirito la memorabile istoria de' suoi tempi, privò i suoi compatriotti di questo vano ed ingannevol conforto, scuoprendo a' lor'occhi gli alti fondamenti della grandezza di Roma306. La fedeltà de' cittadini l'uno verso dell'altro, e verso lo Stato, era confermata dall'abitudine dell'educazione, e da' pregiudizi della Religione. L'onore, ugualmente che la virtù, era il principio della Repubblica: gli ambiziosi cittadini cercavano di meritare la solenne gloria d'un trionfo; e l'ardore della gioventù Romana s'accendeva ad un'attiva emulazione ogni volta che vedevano le domestiche immagini de' loro maggiori307. Le contese temperate dei Patrizi e de' Plebei avevan finalmente fissato la stabile, ed ugual bilancia della costituzione, che riuniva la libertà delle assemblee popolari, coll'autorità e saviezza d'un Senato, e coll'esecutiva potenza d'un Magistrato Reale. Quando il Console spiegava la bandiera della Repubblica, ogni Cittadino si legava, mediante l'obbligazione d'un giuramento, ad impiegar la sua spada nella causa della Patria, finattantochè non avesse soddisfatto a questo sacro dovere con un servizio militare di dieci anni. Questo savio istituto continuamente versava nel campo nuove generazioni di uomini liberi e di soldati: e se ne rinforzava il numero da' guerrieri e popolati Stati d'Italia, che dopo una forte resistenza, avevan ceduto al valore, ed abbracciato l'alleanza de' Romani. Il savio