Gli accidentali, o artificiali prodigi, che adornarono la spedizione di Clodoveo, furono accettati da un secolo superstizioso come una manifesta dichiarazione del favor divino. Ei partì da Parigi; e siccome passò con decente reverenza per tutta la sacra Diocesi di Tours, la sua ansietà lo tentò di consultare l'urna di S. Martino, ch'era il santuario e l'oracolo della Gallia. Fu ordinato a' suoi messaggi di notare le parole del salmo, che si fosser cantate in quel preciso momento, nel quale essi entravano in Chiesa. Quelle parole fortunatamente espressero il valore e la vittoria de' campioni del Cielo, e facilmente se ne fece l'applicazione al nuovo Giosuè, al nuovo Gedeone, che usciva a combattere contro i nemici del Signore191. Orleans assicurò a' Franchi un ponte sulla Loira; ma alla distanza di quaranta miglia da Poitiers, fu arrestato il progresso loro da uno straordinario gonfiamento del fiume Vigenna, o Vienna, mentre le opposte rive eran coperte dall'accampamento de' Visigoti. La dilazione dev'esser sempre pericolosa per i Barbari, che consumano il paese, per il quale marciano; e quand'anche avesse Clodoveo avuto comodo e materiali, sarebbe stato impossibile di costruire un ponte, o forzare il passaggio in faccia ad un superiore nemico. Ma gli affezionati contadini, ch'erano impazienti d'accogliere il loro liberatore, poteron facilmente mostrargli un passo incognito, o non guardato; s'innalzò il merito della scoperta dall'utile interposizione della frode, o della finzione; ed un bianco cervo di singolar grandezza e beltà, comparve a guidare e ad animare la marcia dell'armata cattolica. I consigli de' Visigoti furono irrisoluti e distratti. Una folla d'impazienti guerrieri, che presumevano assai della loro forza, e sdegnavano di fuggire avanti a' ladri della Germania, eccitò Alarico a sostenere colle armi il nome ed il sangue del conquistatore di Roma. Il consiglio dei Capitani più gravi lo stimolava ad eludere il primo ardore de' Franchi; e ad aspettare, nelle Province meridionali della Gallia, i veterani e vittoriosi Ostrogoti, che il Re d'Italia gli aveva già mandato in soccorso. Si consumarono in oziose deliberazioni i decisivi momenti; i Goti abbandonarono, forse con troppa fretta, un posto vantaggioso, e perderono l'opportunità d'una sicura ritirata per causa de' tardi e disordinati lor movimenti. Dopo che Clodoveo ebbe passato il guado, che tuttavia si chiama del cervo, si avanzò con arditi e veloci passi ad impedire la fuga del nemico. La notturna sua marcia fu diretta da una lucida meteora, sospesa nell'aria sopra la Cattedrale di Poitiers; e tal segnale, che poteva essersi precedentemente concertato col successore ortodosso di S. Ilario, fu paragonato alla colonna di fuoco, che guidò gl'Israeliti nel deserto. Alla terza ora del giorno, circa dieci miglia di là da Poitiers, Clodoveo sopraggiunse, ed immediatamente attaccò l'armata Gotica, la cui disfatta era già preparata dal terrore e dalla confusione. Pure nell'estremo loro pericolo si riunirono insieme: ed i bellicosi giovani, che avevano altamente richiesto di combattere, non vollero sopravvivere all'ignominia della fuga. I due Re s'incontrarono nella pugna: Alarico cadde per mano del suo rivale; ed il vittorioso Franco fu salvato per la buona tempra della sua corazza, e per il vigore del suo cavallo, dalle lance di due disperati Goti, che furiosamente corsero contro di lui per vendicare la morte del lor Sovrano. L'incerta espressione d'una montagna di uccisi serve per indicare una crudele quantunque indefinita strage; ma Gregorio ha diligentemente osservato, che Apollinare, figlio di Sidonio, suo valoroso nazionale, perdè la vita alla testa de' nobili dell'Alvergna. Forse questi sospetti Cattolici erano stati maliziosamente esposti al cieco assalto del nemico; e forse l'influenza della religione cedè all'attaccamento personale, od all'onor militare192.
Tal è l'Impero della fortuna (se pure tuttavia possiam cuoprire la nostra ignoranza con questo volgar vocabolo), che è quasi ugualmente difficile il prevedere gli eventi della guerra, che lo spiegarne le varie conseguenze. Una sanguinosa e compita vittoria non ha portato alle volte, che il puro possesso del campo; ed alle volte la perdita di diecimila uomini è stata capace, in un giorno, a distruggere l'opera di più secoli. La decisiva battaglia di Poitiers fu seguita dalla conquista dell'Aquitania. Alarico aveva lasciato dopo di se un figlio fanciullo, un bastardo suo competitore, da' Nobili faziosi, ed un Popolo disleale; e le restanti truppe de' Goti eran oppresse dalla generale costernazione, o rivolte le une contro le altre nelle civili discordie. Il vittorioso Re de' Franchi procedè senza dilazione all'assedio d'Angolemme. Al suono delle sue trombe, le mura della città imitaron l'esempio di quelle di Gerico, e ad un tratto caddero a terra: splendido miracolo, che può ridursi alla supposizione, che qualche clerical macchinista avesse segretamente scavato i fondamenti delle fortificazioni193. A Bordò, che si era sottomessa senza resistenza, Clodoveo stabilì i suoi quartieri d'inverno, e la prudente sua economia trasferì da Tolosa il tesoro reale, ch'era depositato nella Capitale della Monarchia. Il Conquistatore penetrò sino a' confini della Spagna194; risarcì l'onore della Chiesa Cattolica; piantò in Aquitania una colonia di Franchi195; e commesse a' suoi Luogotenenti la facile impresa di soggiogare, o d'estirpare la Nazione de' Visigoti. Ma questi erano protetti dal saggio e potente Monarca d'Italia. Finattantochè la bilancia durò ad essere uguale, Teodorico aveva forse a bella posta differito la marcia degli Ostrogoti; ma i loro valorosi sforzi resisterono in seguito con successo all'ambizione di Clodoveo; e l'esercito de' Franchi, e de' Borgognoni loro alleati, fu costretto a levare l'assedio d'Arles con la perdita, per quanto fu detto, di trentamila uomini. Queste vicende fecero inclinare il fiero spirito di Clodoveo ad acconsentire ad un vantaggioso trattato di pace. Fu rilasciato ai Visigoti il possesso della Settimania, piccolo tratto di costa marittima dal Rodano ai Pirenei; ma l'ampia Provincia dell'Aquitania, da quelle