Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7. Edward Gibbon. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Edward Gibbon
Издательство: Public Domain
Серия:
Жанр произведения: Зарубежная классика
Год издания: 0
isbn:
Скачать книгу
a resistere al consenso del Mondo cristiano. Un secolo superstizioso era disposto a venerare come testimonianza del Cielo le cure soprannaturali, che si facevano por l'abilità o virtù del clero cattolico: i fonti Battesimali d'Osset nella Betica130, che spontaneamente ogni anno si riempivano d'acqua la vigilia di Pasqua131; e le miracolose reliquie di S. Martino di Tours, che avevano già convertito il Principe Svevo, ed i Popoli della Gallicia132. Il Re cattolico incontrò alcune difficoltà su quest'importante cangiamento della religion nazionale. Si formò contro di lui una cospirazione, segretamente fomentata dalla Regina vedova; e due Conti suscitarono una pericolosa ribellione nella Gallia Narbonese. Ma Recaredo disarmò i congiurati, disfece i ribelli, ed esercitò contro di essi una severa giustizia, che gli Arriani poterono a vicenda infamare con la taccia di persecuzione. Otto Vescovi, i nomi dei quali dimostrano la lor origine Barbara, abiurarono i loro errori, e si ridussero in cenere tutti i libri della Teologia Arriana, insieme con la casa nella quale a tal fine si erano raccolti. Tutto il Corpo de' Visigoti, e degli Svevi fu allettato o tratto nel seno della comunione cattolica; la fede almeno della nuova generazione fu sincera e fervente; e la devota liberalità de' Barbari arricchì le Chiese ed i Monasteri della Spagna. Settanta Vescovi, adunati nel Concilio di Toledo, ricevettero la sommissione de' loro conquistatori; e lo zelo degli Spagnuoli migliorò il simbolo Niceno, dichiarando la processione dello Spirito Santo dal Figlio ugualmente che dal Padre; importante articolo di dottrina, che produsse, lungo tempo dopo, lo scisma delle Chiese Greca e Latina133. Il Regio proselito immediatamente salutò e consultò il Pontefice Gregario, detto il Grande, dotto e santo Prelato, il governo del quale si distinse per la conversione degli Eretici ed Infedeli. Gli ambasciatori di Recaredo rispettosamente offerirono sulla soglia del Vaticano i ricchi di lui presenti d'oro e di gemme; ed accettarono, come un lucroso cambio, i capelli di S. Giovanni Battista, una croce, in cui era chiuso un piccolo pezzo del vero legno, ed una chiave che conteneva alcune particelle di ferro, ch'erano state raschiate dalle catene di S. Pietro134.

      L'istesso Gregorio, spirituale conquistatore della Gran Brettagna, incoraggiò la pia Teodolinda, Regina de' Lombardi, a propagare la fede Nicena fra' vittoriosi selvaggi, il fresco Cristianesimo de' quali era macchiato dall'eresia Arriana. I devoti di lei travagli, lasciarono tuttavia luogo all'industria, ed al successo di altri Missionari; e molte città d'Italia sempre si disputavano da' Vescovi contrari. Ma la causa dell'Arrianismo restò appoco appoco oppressa dal peso della verità, dell'interesse e dell'esempio, e la controversia, che l'Egitto avea tratto dalla scuola Platonica, si terminò dopo una guerra di trecent'anni dalla total conversione de' Lombardi d'Italia135.

      I primi Missionari, che predicarono il Vangelo ai Barbari, si rimessero all'evidenza della ragione, ed implorarono il benefizio della tolleranza136. Ma appena ebbero stabilito il loro spiritual dominio, esortarono i Re Cristiani ad estirpare senza misericordia i residui della Romana o Barbarica superstizione. I successori di Clodoveo condannarono a cento colpi di verghe la gente di campagna, che ricusava di distruggere i propri idoli; il delitto di sacrificare a' demoni era punito dalle Leggi Anglo-sassone con le più gravi pene della carcere e della confiscazione; e fino il saggio Alfredo adottò, come un indispensabil dovere, l'estremo rigore degli istituti Mosaici137. Ma la pena si abolì appoco appoco, insieme col delitto, nel Popolo cristiano: le dispute teologiche delle scuole si sospesero dalla favorevole ignoranza; e lo spirito intollerante, che non poteva più trovare nè idolatri nè eretici, si ridusse a perseguitare gli Ebrei. Quest'esule nazione aveva fondato alcune Sinagoghe nelle città della Gallia; ma la Spagna, fin dal tempo d'Adriano, era piena di numerose colonie138. Le ricchezze, che avevano accumulato per mezzo del commercio o del maneggio delle finanze, invitarono la pietosa avarizia de' loro Signori; ed essi potevan'opprimersi senza pericolo, giacchè avevan perduto l'uso, e fino le memoria delle armi. Sisebuto, Re Goto, che regnò al principio del settimo secolo, divenne in un tratto agli ultimi estremi della persecuzione139. Furon costretti a ricevere il sacramento del battesimo novantamila Ebrei; si confiscarono i beni degli ostinati infedeli, e ne furon tormentati i corpi; e sembra dubbioso, se fosse loro permesso d'abbandonare il nativo loro paese. L'eccessivo zelo del Re cattolico fu moderato fino dal Clero di Spagna, che solennemente pronunziò una sentenza contraddittoria, cioè che non dovessero darsi i sacramenti per forza; ma che gli Ebrei, ch'erano stati battezzati, fossero costretti, per onor della Chiesa, a perseverare nell'esterna pratica d'una religione, ch'essi non credevano, e detestavano. Le frequenti loro ricadute provocarono uno de' successori di Sisebuto a bandire tutta la nazione da' suoi Stati; ed un concilio di Toledo pubblicò un decreto, che ogni Re Goto dovesse giurare di mantenere questo salutevol editto. Ma i tiranni non volevano abbandonar le vittime, che si dilettavano di tormentare, o privarsi d'industriosi schiavi, su' quali potevano esercitare una lucrosa oppressione. Gli Ebrei tuttavia continuarono nella Spagna, sotto il peso delle Leggi civili ed ecclesiastiche, le quali nel medesimo regno si sono fedelmente trascritte nel Codice dell'Inquisizione. I Re Goti, ed i Vescovi finalmente conobbero, che le ingiurie producono dell'odio, e che l'odio trova col tempo l'occasione della vendetta. Una nazione, segreta o palese nemica del Cristianesimo, andò sempre moltiplicandosi nella servitù e nell'angustia; e gl'intrighi degli Ebrei promossero il rapido successo degli Arabi conquistatori140.

      Tostochè i Barbari negarono il potente lor patrocinio all'eresia d'Arrio aborrita dal Popolo, essa cadde nel disprezzo e nell'oblivione. Ma i Greci ritennero sempre la lor disposizione sottile e loquace: lo stabilimento d'una oscura dottrina suggeriva nuove questioni, e nuove dispute; ed era sempre in facoltà di un ambizioso Prelato, o d'un fanatico Monaco l'alterare la pace della Chiesa, e forse dell'Impero. L'Istorico dell'Impero può trascurare quelle dispute che restarono nell'oscurità delle scuole, e de' Sinodi. I Manichei, che cercavano di conciliare le religioni di Cristo e di Zoroastro, si erano segretamente introdotti nelle Province. Ma questi estranei settari furon involti nella comune disgrazia degli Gnostici, e l'odio pubblico fece eseguir contro di essi le leggi Imperiali. Le opinioni ragionevoli de' Pelagiani si propagarono dalla Gran Brettagna a Roma, in Affrica, e nella Palestina e tacitamente svanirono in un secolo superstizioso. Ma fu diviso l'Oriente dalle controversie Nestoriana ed Eutichiana, che tentavano di spiegare il mistero dell'Incarnazione, ed affrettarono la rovina del Cristianesimo nella nativa sua terra. Queste controversie si principiarono ad agitare sotto il regno di Teodosio il Giovane: ma le importanti loro conseguenze si estendono molto al di là de' confini del presente volume. La metafisica serie degli argomenti, le contese dell'ambizione ecclesiastica, e la politica loro influenza sulla caduta dell'Impero Bizantino, possono somministrare un interessante ed istruttivo corso d'istoria, dai Concilj generali d'Efeso e di Calcedonia, sino alla conquista dell'Oriente fatta da' successori di Maometto.

      CAPITOLO XXXVIII

      Regno e conversione di Clodoveo. Sue vittorie sopra gli Alemanni, i Borgognoni ed i Visigoti. Stabilimento della Monarchia francese nella Gallia. Leggi de' Barbari. Stato de' Romani. Visigoti della Spagna. Conquista della Gran Brettagna fatta da' Sassoni.

      I Galli141, che soffrivano impazientemente il giogo Romano ebbero una memorabil lezione da uno de' Luogotenenti di Vespasiano, il grave sentimento del quale si è raffinato ed espresso dal genio di Tacito142. «La protezione della Repubblica ha liberato la Gallia dall'interna discordia, e dalle straniere invasioni. Con la perdita dell'indipendenza nazionale avete acquistato il nome ed i privilegi di Cittadini Romani. Voi godete in comune con noi medesimi i costanti vantaggi del governo civile, e la remota vostra situazione è meno esposta a' danni accidentali della tirannide. Invece d'esercitare i diritti della conquista, ci siamo contentati d'imporvi que' tributi che son necessari per la propria vostra conservazione. Non si può assicurar la pace senza le armi, queste debbono sostenersi a spese del Popolo. È per vantaggio vostro, non per causa nostra, che noi guardiamo la frontiera del Reno contro i feroci Germani,


<p>130</p>

Osset, o Giulia Costanza, era in faccia a Siviglia nella parte settentrionale della Betica (Plin. Hist. nat. III) ed il ragguaglio autentico di Gregorio di Tours (Hist. francor. L. VI 43. p. 288) merita più fede, che il nome di Lusitania (de Glor. Martyr. c. 24), che ardentemente fu abbracciato dal vano e superstizioso Portoghese (Ferreras, Hist. d'Espagne Tom. II. p. 166).

<p>131</p>

Si fece questo miracolo con molta abilità: un Re Arriano sigillò le porte, e scavò una profonda fossa intorno alla Chiesa, senza potere impedire la copia dell'acqua Battesimale nella Pasqua.

<p>132</p>

Ferreras (Tom. II. pag. 168, 175 an. 550) ha illustrato le difficoltà, che si fanno intorno al tempo, ed alle circostanze della conversione degli Svevi. Essi erano stati recentemente uniti da Leovigildo alla Gotica Monarchia di Spagna.

<p>133</p>

Quest'aggiunta al simbolo Niceno, o piuttosto Costantinopolitano, fu fatta per la prima volta nell'ottavo concilio di Toledo l'anno 633. Ma non fece che esprimere la dottrina popolare (Gerard. Vossio Tom. VI. p. 527 de tribus Symbolis).

<p>134</p>

Vedi Gregor. Magn. L. VII. ep. 126. ap. Baron. Annal. Eccl. an. 599. n. 25, 26.

<p>135</p>

Paolo Varnefrido (de Gest. Longobard. L. IV. c. 44 pag. 853 Edit. Grot.) confessa, che l'Arrianismo era tuttavia in vigore sotto il regno di Rotari (an. 636, 652). Il pio Diacono non cerca di fissare l'epoca precisa della nazional conversione, che per altro fu ultimata prima che finisse il settimo secolo.

<p>136</p>

Quorum fidei et conversioni ita gratulatus esse rex perhibetur, ut nullum tamem cogeret ad Christianisimum… Didicerat enim a doctoribus, auctoribusque suae salutis, servitium Christi voluntarium, non coactitium esse debere. Beda, Hist. Eccl. l. 1. c. 26. p. 62. Edit. Smith.

<p>137</p>

Vedi gl'Istorici di Francia (Tom. IV. p. 114) e Wilkins (Leg. Anglo-Saxonic. p. 11, 31). Si quis sacrificium immolaverit praeter Deo soli, morte moriatur.

<p>138</p>

Gli Ebrei pretendono, ch'essi fossero introdotti nella Spagna dalle flotte di Salomone, e dalle armi di Nabuccodonosor, che Adriano vi trasferisse quarantamila famiglie della Tribù di Giuda, e diecimila della Tribù di Beniamino ec. Basnag., Hist. des Juifs. Tom. VII. c. 9. pag. 240, 256.

<p>139</p>

Isidoro, ch'era in quel tempo Vescovo di Siviglia, fa menzione dello zelo di Sisebuto, lo disapprova, e se ne congratula (Chron. Goth. pag. 728). Il Baronio (an. 614. n. 41) assegna il numero de' perseguitati sulla testimonianza d'Aimoino L. IV, c. 22; ma tal prova è debole, ed io non ho potuto verificar la citazione Istor. di Franc. T. III p. 127.

<p>140</p>

Basnage (Tom. VIII. c. 13. p 388, 400) rappresenta fedelmente lo stato degli Ebrei; ma egli avrebbe potuto aggiungervi, da' Canoni de' Concilj di Spagna e dalle Leggi de' Visigoti, molte curiose circostanze essenziali per il suo soggetto, quantunque siano estranee al mio.

<p>141</p>

In questo Capitolo io trarrò le mie citazioni dall'Opera intitolata Recueil des Historiens des Gaules, et de la France. Paris 1738-1767 in undici Tomi in foglio. Mediante la fatica di Dom Bouquet e degli altri Benedettini, si sono disposte per ordine cronologico, ed illustrate con erudite note tutte le memorie originali fino all'anno 1060. Tal opera nazionale, che sarà continuata fino all'anno 1500 dovrebbe provocare la nostra emulazione.

<p>142</p>

Tacito Hist. IV. 73, 74. in Tom. I. p. 445. Sarebbe in vero una presunzione il compendiar Tacito. Ma io posso scegliere le idee generali che egli applica al presente stato, ed alle future rivoluzioni della Gallia.