Aaron sospirò. “Silas, dovrei andare a casa. È tardi. Papà e Daniel probabilmente stanno dormendo. Rimarrai sveglio tutta la notte se resto qui.”
“Non ho niente di meglio da fare,” rispose Silas. “Se te ne vai, starò comunque sveglio tutta la notte a preoccuparmi per te, e non posso garantirti che non ti seguirò a casa per tenerti d'occhio.”
“Questa cosa è folle.”
“Ne sono consapevole.”
Aaron scosse la testa. “Dove lo tieni il DVD di Jurassic Park?”
* * * *
Silas praticamente costruì una sorta di barricata con i cuscini per dividere in due parti il divano letto. Si preoccupò che Aaron fosse più comodo possibile, gli sentì di nuovo il polso, rifletté a voce alta se fosse il caso di fargli prendere un altro Xanax e infine gli portò due fette di pane tostato e un bicchiere di acqua fresca.
Aaron passò la mano su uno spazio vuoto vicino alla muraglia mentre Silas gli consegnava il cibo.
“Non sono del tutto sicuro che sia una buona idea stendermi con te,” disse Silas.
Aaron si morse un labbro e ritirò la mano, perché, beh, a cosa diavolo stava pensando? Non era il caso di immaginarsi rannicchiato su un divano insieme a un uomo. L'ultima volta che Silas aveva tentato di consolarlo, Aaron aveva vomitato. Per non parlare del fatto che era sporco e imbrattato in un modo che non avrebbe mai potuto lavare. E per di più Silas era stato costretto a prendersi cura di lui per tutta la cazzo di serata. Il minimo che Aaron poteva fare era riuscire a stare seduto con lui sul suo divano.
Aaron diede un morso al toast e fece una smorfia. “È cartone ricoperto di olio per motori?”
“È pane integrale con un sostituto del burro,” rispose con noncuranza Silas. Sparì per qualche secondo e poi tornò con due tazze di tè. “Devi bere tanta acqua, ma ho pensato che avresti apprezzato qualcosa di caldo nello stomaco.”
Dopodiché, afferrò il telecomando e accese la televisione. Lanciò un'occhiata al divano, poi si avvicinò con cautela e strisciò dietro ai cuscini per prendere posto accanto ad Aaron.
Nel momento in cui percepì il calore di un altro corpo, il cuore di Aaron sobbalzò e tutto il suo corpo venne percorso da un brivido. Il suo cervello decise di reagire facendogli serrare le braccia sul petto, ma al tempo stesso si avvicinò un po' a Silas.
Silas non nascose in nessun modo il fatto che adesso lo stava studiando. Dopo diversi minuti passati a fissarsi, Silas sollevò il braccio e lo lasciò ricadere sullo schienale del divano, proprio dietro le spalle di Aaron.
Aaron guardò in basso e decise che, tra tutte le emozioni che in quel momento gridavano per far emergere la propria voce, la speranza era quella che stava avendo il sopravvento.
Silas premette il tasto play e il film cominciò.
Quando il T-Rex distrusse il recinto e ottenne la libertà, i cuscini erano stati spostati e Aaron e Silas erano ormai seduti spalla a spalla, col braccio di quest'ultimo avvolto saldamente attorno ad Aaron.
Quando, invece, il piccolo dinosauro velenoso uccise uno dei personaggi sul sedile anteriore della jeep infangata, la testa di Aaron era appoggiata sotto il mento di Silas.
Aaron si rilassò completamente contro Silas mentre la corrente tornava a percorrere il recinto e i velociraptor venivano attaccati dal T-Rex. Si sentiva sempre più assonnato.
Quando Silas fece partire il film successivo, Aaron si svegliò di soprassalto, ma solo per avvicinarsi ancora di più al dottore e mormorargli un “grazie” prima di riaddormentarsi.
Capitolo Sette
Il Video
Aaron si svegliò sentendo il telefono vibrare accanto al proprio viso. Stava sudando, mentre lottava per separare la realtà da quello che stava sognando. Raggiunse il telefono con una mano. Era l'una del pomeriggio. Aveva tredici chiamate perse, venti nuovi SMS e cinque messaggi nella segreteria telefonica. Controllò le chiamate perse. Daniel lo aveva chiamato dieci volte. Le altre tre provenivano da un numero sconosciuto. Farley?
Controllò la segreteria telefonica. Il primo messaggio era proprio di Farley.
“Sono sicuro che pensi di essere intelligente, piccolo ladro che non sei altro. È una fortuna che Silas abbia un cuore grande e tenero e un cervello delle stesse dimensioni di una noce. Peccato che io mi arrabbi molto facilmente e odi, odi, chi non fa niente per guadagnarsi il pane. Hai un'ora per rispondere. Restituiscimi i soldi e ci dimenticheremo che quel piccolo incidente sia mai successo.”
Farley aveva lasciato quel messaggio alle nove del mattino. Il messaggio successivo era sempre da parte sua.
“Sul serio, Aaron, non pensavo che ci avresti dato il tuo vero nome. Abbiamo fatto una piccola scommessa. Io confidavo nella tua intelligenza. Ho perso. Perché non sei intelligente. È la seconda volta nel giro di ventiquattro ore che perdo dei soldi per colpa tua. Comunque, questo è solo un avvertimento. Ti restano dieci minuti.”
Farley ne aveva lasciato un altro alle dieci e un quarto.
“Per fortuna ho trovato un altro piccolo Beaumont online. Si chiama Daniel. È 'amico' di un certo Aaron Beaumont, anche se il povero Aaron non sembra avere una vita virtuale molto attiva. Daniel ti ha taggato in alcune foto, però. 'Festeggiando il mio sedicesimo compleanno con papà e Aaron'. Che ragazzo dolce. Presumo che sia tuo fratello? Sai, gli ho scritto un'ora fa, subito dopo averti chiamato. Gli ho detto che avevo alcune informazioni su di te. Gli ho dato il mio numero. Ha chiamato subito ma non ho risposto. Ho aspettato. Speravo davvero che tu mi chiamassi, fremo per sentire ancora la tua voce. Ma, visto che tu non mi hai chiamato, ho scelto Daniel. Gli ho inviato un bel video. Ora non smetterà più di chiamare. Oh, sento un telefono squillare, potrebbe essere lui. Meglio che vada.”
Il messaggio successivo era da parte di Daniel. Tutti i successivi erano da parte sua. Non c'era niente da Robert e nient'altro da Farley.
Un russare dall'altra parte del divano fece sobbalzare Aaron.
Doveva andarsene. Avrebbe ascoltato il resto dei messaggi in macchina. Le sue mani tremavano mentre scivolava sul materasso. Sgattaiolò in bagno e indossò velocemente i suoi vecchi abiti. Non poteva rischiare di presentarsi a casa indossando il pigiama di un altro uomo. Prese le chiavi e il portafoglio e, finalmente, fu pronto.
I soldi li aveva presi Silas quando erano fuggiti. Ce li aveva lui. Aaron tornò in camera e vide la borsa appoggiata sul bordo del letto. Il denaro era ancora tutto dentro. Con i soldi in mano, se ne andò il più velocemente e silenziosamente possibile.
Hanno rapito Daniel. Dovrò ucciderli. Ma cosa ne so io di come si nascondono dei cadaveri?
Aaron allontanò quei pensieri dalla propria mente e si mise dietro il volante. Tenne il telefono premuto contro l'orecchio mentre si allontanava dalla casa di Silas. Ascoltare i messaggi era l'unico modo per cercare di capire se Daniel era al sicuro. Farley aveva detto di avergli inviato un video. Quello poteva dire una sola cosa. Silas aveva sparato alla telecamera ma questo non significava che avesse distrutto anche la scheda SD o la memoria. Aaron aspettò ansiosamente che il messaggio di Daniel iniziasse. Anche se Farley non lo avesse rapito, Aaron era certo che non lo avrebbe più rivisto, non dopo aver visionato il contenuto di quel video. La sua famiglia lo avrebbe rinnegato.
Aaron decise di ascoltare prima l'ultimo messaggio che gli aveva mandato Daniel.
Iniziò con un sospiro profondo, poi suo fratello parlò. “Non so cosa stia succedendo e perché non rispondi al telefono. Papà continua a non farmi chiamare la polizia. Mi sta facendo davvero arrabbiare. Non so cosa fare. Per favore, torna a casa.”
Aaron si fermò. Le mani gli tremavano troppo per permettergli di tenere il volante in modo saldo. Daniel era al sicuro, ma adesso Robert sapeva quello che aveva fatto.