I partecipanti dovevano compilare un test online sull’Intelligenza Emotiva chiamato Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test dove (Mayer, Salovey, & Caruso, 2002) le prestazioni dei partecipanti sono state confrontate in base al punteggio nel MSCEIT, come con intelligenza emotiva alta o bassa. I risultati mostrano che non c’erano differenze nelle previsioni dell’esecuzione del compito degli altri sulla base dell’Intelligenza Emotiva dei partecipanti.
È necessario tener conto del numero limitato di partecipanti, e che si tratta di una manipolazione sperimentale a bassa validità ecologica, con la quale è probabile che in una situazione reale si possa osservare il fenomeno di previsione atteso. Nonostante i limiti dello studio, è necessario evidenziare l’approccio innovativo di questa ricerca, che cerca di scoprire come l’Intelligenza Emotiva consente alla persona di avere una migliore performance sociale. Sebbene non sembri che una maggiore intelligenza emotiva abbia a che fare con l’ottenere le previsioni di una terza parte in uno specifico compito matematico, ciò non esclude che non dia alla persona quella qualità per altri compiti, di tipo più emotivo; cioè conoscere i punti di forza e di debolezza di un interlocutore non significa sapere esattamente come agirà in tutti i compiti, ma significa sapere che tipo di impegno e comportamento generale aspettarsi da quella persona.
Qualcosa che se è possibile verificare attraverso ricerche successive informerebbe che quelle persone con alti livelli di Intelligenza Emotiva sono meglio preparate quando si tratta di incontrare gli altri, e quindi il vantaggio osservato nelle interazioni sociali. Un ultimo punto sull’Intelligenza Emotiva è che, a differenza di altre intelligenze, può essere migliorata con una formazione adeguata, cioè una volta conosciuti i tanti vantaggi che ha sul mondo lavorativo e sociale, si può trovare un modo per rafforzare le proprie capacità e quindi migliorare l’Intelligenza Emotiva.
Con quanto sopra, nella misura in cui l’applicazione dell’intelligenza emotiva tra le forze di sicurezza è considerata utile per ottenere la riduzione dei comportamenti a rischio, ci si aspetterebbe che anche i tassi di suicidio fossero ridotti, laddove questi incidenti siano inclusi.
Tenendo presente che il suicidio è in definitiva un dramma per le famiglie che sopravvivono, ma anche per il corpo che perde un collega e un agente preparato. Sebbene le cause associate allo stress e alla pressione sociale cerchino di “giustificare” questo comportamento tra le forze dell’ordine e le forze di sicurezza, va tenuto presente che l’accesso a questi organi è restrittivo e molto impegnativo e il candidato deve essere sottoposto a specifici test psicologici e successivi intensi formazione fisica e psicologica, ma, nonostante ciò, i tassi di suicidio sono estremamente alti.
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Capitolo 2 Caratteristiche del suicidio IN polizia
Come indicato nel capitolo precedente, non tutti i suicidi saranno considerati tali, poiché dovrebbero essere esclusi gli incidenti dovuti a comportamenti a rischio, inoltre si possono distinguere diversi termini che a volte sono usati in modo intercambiabile, ma che hanno importanti differenze, quindi secondo un rapporto pubblicato dalla Mental Health Commission del Ministero della Salute Pubblica del Governo del Canada, (Mental Health Commission of Canada, 2018) si può parlare di:
–Il suicidio come atto fatale di autolesionismo con l’intento di togliersi la vita.
–Comportamento suicidario che varia da pensieri suicidi, tentativi di suicidio e morte per suicidio.
–Tentativo di suicidio, che è un comportamento potenzialmente autolesionistico associato all’intenzione di morire.
–Pensieri attivi di suicidio che possono portare alla fine della propria vita, che possono includere: identificare un metodo, avere un piano e / o avere l’intenzione di agire.
–Pensieri passivi di suicidio, pensieri di morte o di voler essere morti, senza avere piani o tentativi di suicidio.
–Autolesionismo non suicidario, comportamenti senza intenzione di morire.
–Eventi suicidi con comparsa o peggioramento di pensieri suicidi o con tentativi di suicidio effettivi.
–Autolesionismo intenzionale, che sono comportamenti autolesionistici che includono pensieri.
Quindi d’ora in poi non parleremo più di suicidio in modo generico, ma i termini precedenti serviranno a definire se si tratta di pensieri, tentativi o suicidi veri e propri. A questo proposito, va notato che uno dei problemi riguardanti