Un primo passo nella giusta direzione è rappresentato da un buon oggetto. «Questo e quello» oppure «Varie» non sono propriamente oggetti adeguati. «Domanda» oppure «Piccolo favore» vanno già meglio, perché danno un’idea di cosa aspettarsi. L’ideale sarebbe andare subito il più possibile sul concreto: «Testi per il nuovo sito» oppure «Richiesta presentazione per pianificazione territoriale strategica, 12 febbraio», e così via. In questo modo tutte le parti coinvolte – mittente e destinatari – sanno chiaramente sin dall’inizio di cosa si sta parlando. E un’altra regola ideale sarebbe: nuovo argomento, nuovo oggetto. Gli oggetti infatti invecchiano in fretta, e quando si trascinano troppo a lungo o vengono improvvisamente ripescati dopo parecchio tempo non fanno altro che creare confusione.
Se si parte con il piede giusto grazie a un oggetto esauriente, il resto della strada sarà in discesa: definito il contesto e delimitato il campo, non resta che attraversarlo con determinazione per arrivare rapidamente al traguardo. Le deviazioni non sono necessarie, perché servono solo a far perdere tempo a chi legge e a distrarlo. Le e-mail sono il luogo in cui si può andare dritto al sodo, senza cerimonie.
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