"Cody." Disse lui, tendendole una mano sporca, e lei gliela strinse timidamente, la sua mano minuscola in quella enorme di lui. Era persino più massiccio di Clay e sembrava ancora più imponente, se possibile. Non lo conosceva nemmeno e già quell’uomo l’attraeva, con quella sua aria autoritaria. Lui indicò il cavallo. "Chi è questo?"
“Questa è Rose. È arrivata oggi. E’ stata sedata, ma una volta qui si è svegliata e ha cominciato a tirare calci." Bianca sorrise orgogliosa al ricordo. Le piacevano i cavalli esuberanti. Ma il suo sorriso svanì rapidamente quando si ricordò del motivo per cui la puledra era lì.
"È stata gravemente maltrattata."
Cody annuì e si spinse in avanti, raggiungendo la porta della stalla. Immediatamente, la puledra inchiodò le orecchie all'indietro e si precipitò verso di lui, i denti scoperti in una feroce dimostrazione di aggressività provocata dalla paura, e Cody fece frettolosamente un passo indietro, emettendo un basso fischio.
"È solo spaventata. - disse dolcemente Bianca – Tranquilla, ragazza." disse canticchiando al cavallo, che davanti a lei si fece docile e tremante, con le narici che si allargavano.
"È un po' nervosa?" chiese Cody.
Bianca scosse la testa. “No, è molto spaventata. Ha subito orribili abusi. " Voltandosi, lo guardò dall'alto in basso. "Non sai niente dei cavalli? Non vedi cos’ha passato?”
"No, infatti non ne capisco niente." Cody scosse la testa. "Mi occupo della fattoria. Qui gestiamo pecore e manzi e coltiviamo un po'di grano, oltre ad addestrare i cavalli. E’ papà che si occupa delle scuderie, mentre nostro zio è sempre stato un contadino. E’ così che è organizzata la nostra famiglia. Ma da quando è morto zio Max, sono io che mi occupo della terra. Non mi azzarderei per tutto l’oro del mondo a salire su una di queste bestie pazze, ma dammi una moto e vedrai che ti combino!"
"Oh." Bianca sorrise chiedendosi se il terzo fratello, Luke, fosse bello come i due che aveva già incontrato. E se anche lui era gentile ... Era passato un po'di tempo da quando un bell’uomo si era mostrato interessato a lei; di solito, quando scoprivano i suoi tic, perdevano la voglia di conoscerla.
"Papà se la vuole tenere, questa bestia?" Cody sembrava dubbioso.
Bianca annuì. "Per ora." Anche se sapeva che non era del tutto vero: Tom non aveva ancora rinunciato a sopprimere il cavallo. Almeno, per quanto ne sapeva.
Cody rimase lì ancora per qualche minuto, a guardare il cavallo, e a fissare lei, con la coda dell'occhio. Era ovvio che la stava studiando di nascosto, e Bianca si sentì invadere da un’ondata di nervosismo crescente, quando sentì l’urgenza di cedere il passo ai suoi tic. La pressione stava crescendo dentro di lei e quasi non riusciva più a controllarla.
A un tratto, cedette. Si voltò di spalle, in modo che lui non si accorgesse troppo delle smorfie che faceva, ma sapeva che se lui si fosse voltato a guardarla se ne sarebbe accorto. Si sarebbe mostrato ancora gentile con lei, se l’avesse vista?
"Tutto bene?" chiese l’uomo.
Lei annuì. "Sto bene."
"Ma...hai una faccia ..." La sua voce si spense, non riuscendo a spiegare a parole le orribili smorfie che vedeva sulla faccia di Bianca.
"Si chiama sindrome di Tourette. - scattò lei, sulla difensiva – Fattelo spiegare da Clay. O meglio ancora, cercalo su internet. Là troverai tutte le informazioni che vuoi.” Il suo tono di voce era amaro, mentre gli ringhiava quelle parole, ma non le importava. I fratelli Lewis l’avevano già maltrattata abbastanza, riguardo la sua Tourette.
Cody fece un passo indietro, visibilmente ferito a quell’aggressione verbale. "Beh, allora ti lascio in pace."
"Come vuoi." Il suo cuore si spezzò a quelle parole. Era stata respinta così tante volte ormai, ma ogni volta che si sentiva rifiutata non poteva fare a meno di soffrire. Avrebbe mai trovato un uomo che la accettasse per quello che era?
* * *
"Guarda questa!" La voce orgogliosa di Annie si colorò di eccitazione, mentre alzava la tutina celeste da neonato che aveva appena finito di lavorare a maglia.
Bianca sorrise, ma era troppo stanca per gioire con la sorella. Era più di una stanchezza fisica; si sentiva mentalmente svuotata. Vedere quella puledra ridotta in quello stato terribile era già stato abbastanza angosciante, e anche provare a conquistare la sua fiducia era stato faticoso. E, dopo tutto ciò, Tom non era ancora del tutto convinto a non sopprimerla. Si sentiva lacerata. Le lacrime le riempirono gli occhi mentre si sedeva accanto ad Annie e le raccontava tutto.
"Riuscirai a domarla, Bee; hai un dono, con i cavalli."
Bianca annuì. “Oggi ho fatto dei progressi. Spero solo che per Tom possa bastare.”
Annie si limitò a sorridere. "Lo spero anch'io."
* * *
Sebbene fosse completamente esausta, Bianca si agitò e si rivoltò tutta la notte. Non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine della puledra traumatizzata, non poteva non ricordare i suoi nutriti terrorizzati mentre prendeva a calci il rimorchio. Non poteva dimenticare il modo in cui gli uomini l'avevano cacciata nel recinto con quel grosso bastone. E non poteva non soffrire per Annie, che si stava letteralmente consumando. Moriva di più ogni giorno. Quanto tempo ancora le restava?
|
|
Capitolo Tre
Gli allenamenti mattutini e le giornate alle scuderie passarono velocemente, e una mattina Bianca era nella stalla a spazzolare delicatamente il sangue secco dal mantello della puledra quando sentì dei passi echeggiare sul pavimento di cemento appena pulito, e dirigersi verso di lei. Il cuore le balzò in gola. Ebbe un brutto presentimento. C’era qualcosa che non andava. Pochi secondi dopo, Tom comparve fuori della porta della stalla con due coppie ben vestite dall'aspetto elegante, evidentemente fuori posto in quell’ambiente rurale. Ma quando vide l'espressione sui loro volti, il loro orrore, capì subito di chi si trattava. Chiaramente erano i proprietari di Rose. La puledra riprese a tremare alla presenza degli uomini; soffiò rumorosamente attraverso le narici dilatate e batté lo zoccolo anteriore. Bianca le mise una mano sul collo, per confortarla, calmarla, cercare di farle capire che quelle persone non le avrebbero fatto del male, che era al sicuro. Guardò gli occhi di entrambe le donne riempirsi di lacrime
"Poverina! - gridò una di loro – Come l’hanno ridotta! Sarebbe meglio sopprimerla, e non farla soffrire più!”
Bianca le guardò, inorridita, mentre gli altri annuivano silenziosamente.
"Roger pagherà