Era scesa a patti col fatto che la sua ossessione per la Toscana sarebbe rimasta solo una storia a distanza, eppure, eccola lì.
Per la sua gioia, la campagna era esattamente come se l'era immaginata. Si vedevano campi di tutte le forme e dimensioni e ordinati filari di vite, collocati con precisione tra gli oliveti e il bosco, come tessere di un puzzle. Posò lo sguardo su una fattoria in pietra a vista, circondata dagli alberi. Poi, guardò oltre, verso l'orizzonte, speranzosa, magari avrebbe visto anche le coste del Mar Tirreno lungo il tragitto.
Il navigatore satellitare funzionava alla perfezione, guidandola attraverso il paesaggio pittoresco.
Quasi alla perfezione, rettificò Olivia, mentre svoltava a destra per imboccare una stradina stretta che avrebbe dovuto passare per Collina, un piccolo centro abitato. A un più attento esame, risultò che invece la strada si dirigeva verso la cima di un piccolo rilievo.
Dov'era finita? Cercò di controllare sul navigatore ma fu costretta a rivolgere la sua attenzione altrove, accorgendosi all'improvviso di essere seguita a breve distanza da una lussuosa auto sportiva, la carrozzeria di un nero splendente, con finiture arancione acceso.
Era una Bugatti Veyron, notò con stupore mentre l'auto la superava con un ruggito, per poi scomparire rapidamente dietro la curva successiva. Era la prima volta che vedeva quel modello dal vivo, ma sapeva che il prezzo andava ben oltre il milione di dollari, e che le performance valevano fino all'ultimo centesimo, almeno così sostenevano i fanatici delle automobili. Pensò che non si sarebbe dovuta sorprendere di vedere un mezzo del genere in un paese dove le auto sportive e la passione per la velocità erano parte integrante della cultura.
Chinò il capo per dare uno sguardo alla mappa, ma si raddrizzò subito con un sussulto, realizzando che c'era un'altra macchina dietro di lei.
Era un'auto della polizia, con i lampeggianti accesi, chiaramente alle prese con un inseguimento. Anche questa superò l'auto di Olivia e si arrampicò su per la collina, le gomme che stridevano ad ogni tornante.
"Prendetelo!" urlò lei in tono d'incoraggiamento, anche se era sicura che non ci fosse speranza per i poliziotti. Non contro l'accelerazione di una Bugatti.
Il navigatore le aveva fatto sbagliare strada, ma così era finita in un meraviglioso villaggio sul versante della collina. Doveva essere stato un avamposto medievale, come indicavano le alte torri a base quadrata e gli stretti edifici dalle piccole finestre, arroccati su un lato della collina uno a fianco all'altro. L'intero paesino era un labirinto disordinato di stradine. Non c'era il minimo spazio per fare inversione, Olivia si chiese se sarebbe mai riuscita a uscire da quel villaggio.
Con gli occhi socchiusi per la concentrazione, infilò l'auto in una via che pareva troppo stretta perfino per un'utilitaria come la sua. Ai lati, due spessi muri di pietra lasciavano ben poco spazio per muoversi. Olivia trattenne il fiato, sperando che il paraurti sarebbe sopravvissuto a quella manovra azzardata. Una volta che l'auto fu di nuovo al sicuro sulla strada principale, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Il navigatore aveva ricalcolato il tragitto e indicava di proseguire verso la valle.
Olivia rallentò, osservando con interesse la Bugatti parcheggiata sul ciglio della strada, davanti alla macchina della polizia. Le vie strette e le strade ciottolate le avevano permesso di raggiungere l'auto sportiva. Chissà che multa avrebbe preso l'autista? si chiese. Mentre passava davanti alla scena, si lasciò scappare una risata compiaciuta.
L'autista della Bugatti e il poliziotto erano entrambi di fronte alla macchina sportiva, sembrava stessero discutendo animatamente, con entusiasmo. Il poliziotto aveva tirato fuori il cellulare per fotografare la supercar. Sembrava fosse quello il motivo dell'inseguimento.
Solo in Italia, pensò Olivia, felice di aver potuto assistere a quella simpatica interazione.
Poco più avanti sulla strada, si intravedeva il cartello che segnava l'ingresso nella frazione di Collina. Ora doveva solo trovare la villa.
Trattenne il fiato alla vista del maestoso ingresso, fiancheggiato da due alte colonne in pietra. Il cancello di ferro battuto era aperto. Olivia seguì la strada asfaltata fino all'elegante dimora in pietra a vista. Lo stupendo portico colonnato e le alte finestre ad arco erano esattamente come nelle foto su Instagram, ma le inquadrature ravvicinate non erano riuscite a rendere giustizia alla bellezza del cielo terso, ai profumi fragranti trasportati dall'aria calda, e a quel panorama mozzafiato, con le sue dolci colline e le valli boscose.
Parcheggiò l'auto sotto una tettoia di legno, i pali coperti da tralci di vite.
Olivia scese dal posto di guida alzò in alto le braccia e respirò profondamente. Girando lentamente su sé stessa, si godette il magnifico scenario che la circondava.
Si era immaginata che sarebbe stato bello, ma non avrebbe mai detto che si sarebbe sentita così in pace al suo arrivo. In qualche modo, il paesaggio era familiare, addirittura confortevole, nonostante non avesse mai messo piede in Italia prima di quel giorno.
Mentre prendeva la valigia dal bagagliaio, Olivia pensò che ciò fosse da attribuire alla sua ossessione per quei luoghi, che coltivava ormai da anni. Non c'era da meravigliarsi che si sentisse già a casa.
Improvvisamente, due settimane di vacanza le sembrarono troppo poche.
Si incamminò verso la porta d'ingresso, affiancata da due grandi vasi d'argilla pieni di gerani rosa intenso.
"C'è nessuno?" chiese bussando sulla porta. "Charlotte, sei in casa?"
Provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave.
Olivia si domandò se quella fosse la villa giusta, perplessa. Forse era più avanti lungo la strada.
Poi, un piccolo foglio di carta, che ondeggiava lentamente al vento in un piccolo vaso da fiori, attirò la sua attenzione.
Olivia lo raccolse e vi trovò scritto sopra qualcosa.
"Dormito troppo!" recitava il messaggio. "Andata a prendere il pranzo! Chiavi nel vaso!"
Guardando con più attenzione, Olivia vide un mazzo di chiavi nel vaso, coperto in parte da una foglia.
Aprendo la porta, sentì una piacevole corrente di aria fresca. Le piastrelle lisce del pavimento le fecero venir voglia di togliersi immediatamente le scarpe e di camminare a piedi nudi.
Diverse piante da interno, appoggiate qua e là vicino alla vetrata d'ingresso, rallegravano l'ambiente e aggiungevano un po' di verde. I quadri sui muri dovevano essere di artisti locali, pensò lei, dato che le tele dalle pennellate rustiche e intense ritraevano lo stesso mosaico di campi e boschi che aveva visto fuori dalla villa. I suoi occhi si spostarono sull'alto soffitto con massicce travi in legno, dalle quali pendeva un bellissimo lampadario scintillante.
Proseguendo per il corridoio, Olivia aprì la prima porta sulla destra e si ritrovò all'interno della camera da letto vuota che Charlotte aveva detto sarebbe stata sua. Appoggiò la valigia ai piedi del letto a baldacchino e guardò fuori dalla finestra ad arco.
Il suo sguardo passò dall'orto recintato al piccolo giardino di alberi da frutto. Erano forse pere? O magari melograni? Non vedeva l'ora di uscire fuori al sole a controllare.
Faticando per allontanarsi dalla finestra, Olivia si diresse verso il bagno. La vasca da bagno su piedi era una tentazione ma, sapendo che Charlotte sarebbe stata presto di ritorno, optò per una doccia. Si sedette un attimo, fissando l'orizzonte. Il rilassante panorama bucolico, che si estendeva in ogni direzione, la faceva sentire nel cuore della campagna.
Prese il telefono e scattò una foto per Instagram.
"#Destinazioneromantica #vacanzaimpulsiva #terredelvino #lontanodacasa," aggiunse per completare il post.
Sperava che Matt l'avrebbe visto. Era sicura che, dopo l'umiliazione subita